A Piacenza svariate persone (di mezza età) con la febbre dopo la vaccinazione Astra Zeneca

L’incidenza della febbre (sintomo di efficacia) sembrerebbe superiore al 10% ufficiale. Nonostante le indicazioni contraddittorie ricevute in fase di vaccinazione è bene segnalare qualunque effetto collaterale, anche se minimo

Procede la vaccinazione del personale scolastico piacentino che, da questa settimana, sta ricevendo la prima dose di Astra-Zeneca, soprattutto presso l’ex Arsenale.

Da parte di tutti, insegnanti e personale Ata, ci sono parole di elogio per l’efficienza e la rapidità con cui vengono svolte tutte le fasi di inoculazione.

Abbiamo però raccolto svariate segnalazioni di effetti collaterali provocati dalla prima dose (brividi, mal di testa, nausea e febbre) con un’incidenza che sembrerebbe essere maggiore rispetto a quella “ufficiale”  ed anche rispetto ad altri vaccini come lo Pfizer dove i brividi e febbre arrivano spesso con la seconda dose.

Proprio due giorni fa il professor Roberto Burioni, su Facebook, parlando della febbre conseguente alla dose di Astra Zeneca, riportava alcuni dati (quelli della Fase 3) secondo cui la febbre (pari o superiore a 38°) comparirebbe solo nel 7,9% dei casi mentre, poco più sotto, nello stesso post, citava un dato differente, quello diffuso dal ministero della sanità inglese, secondo cui la febbre comparirebbe nel 10% dei vaccinati.

Quest’ultima è anche la percentuale riportata nella nota informativa sulla vaccinazione che viene consegnata a chi si vaccina a Piacenza.

Fra le reazioni comuni (un paziente su dieci) vengono elencati brividi, mal di testa, nausea, diarrea, dolore al braccio ed appunto febbre.

L’alta temperatura è in realtà un buon segno perché è sintomo del fatto che il vaccino sta funzionando.

Da un rapido giro di interviste fra insegnanti e personale amministrativo piacentino, vaccinato negli ultimi giorni, emergerebbe un quadro leggermente diverso da quello raccontato dai dati ufficiali. Ovviamente quanto riportiamo non ha alcuna pretesa di valenza statistica, sono solo testimonianze raccolte “a caldo”. Da quanto ci è stato riferito si ha l’impressione che l’incidenza della febbre possa essere più alta del famoso 10%, soprattutto fra i docenti di mezza età che lamentano anche svariati altri effetti collaterali, fortunatamente non gravi ma certamente fastidiosi, mentre fra il personale più giovane i disturbi sarebbero limitati.

Gli effetti collaterali, anche lievi, vanno sempre segnalati

Queste “anomalie” andrebbe correttamente comunicate all’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, responsabile della farmacovigilanza. Lo spiega correttamente il foglio predisposto dalla Regione Emilia-Romagna (che viene consegnato a tutti i vaccinati) dove viene raccomandato di segnalare anche effetti indesiderati di poca rilevanza.

Esiste una App chiamata Vigifarmaco ed un sito www.vigifarmaco.it su cui è possibile evidenziare l’effetto indesiderato. Oppure è possibile compilare il modulo cartaceo ed inviarlo per email a [email protected] o ancora consegnarlo al proprio farmacista. Proprio grazie a queste segnalazioni potremmo scoprire quanti vaccinati sviluppano realmente la febbre (o altri sintomi).

Lascia dunque molto perplessi il fatto che, a tutte le persone da noi intervistate (vaccinate in giorni ed orari diversi), gli operatori sanitari, consegnando il modulo, abbiano dato indicazione di segnalare solo gli effetti indesiderati gravi e non ad esempio, la    febbre e il mal di testa, ritenuti “fisiologici”.

La mancata segnalazione di qualunque effetto, anche lieve, non permette di raccogliere dati fondamentali per capire quali siano, su larga scala, le conseguenze delle vaccinazioni al di là dei “trials clinici” compiuti dall’azienda produttrice.

Una segretaria di una scuola superiore, vaccinata nei giorni scorsi, ci ha raccontato di aver avuto febbre, la notte dopo il vaccino, e forte mal di testa e ci ha detto che su circa 12 addetti Ata della sua scuola otto hanno avuto i medesimi sintomi (febbre, brividi, mal di testa). Solo i più giovani no hanno avuto problemi.

Abbiamo intrvistato anche due insegnanti, entrambe donne intorno ai 50 anni, che hanno ricevuto il vaccino nel pomeriggio di ieri. «Sul momento – ci ha raccontato la prima – a parte un minimo fastidio al braccio, non ho avuto nessuna reazione e nemmeno nelle ore successive. Intorno a mezzanotte ho incominciato ad avere brividi fortissimi ed ho preso il paracetamolo come mi era stato indicato. Stamane ho provato la febbre ed ho poco più di 38. Stando alle istruzioni che mi hanno fornito però non dovrei inoltrare il foglio di segnalazione perché non sono ritenute reazioni “degne di nota”, ma io credo che lo manderò ugualmente».

La seconda docente ci ha raccontato di aver avuto sintomi iniziali lievi «sembrava solo debolezza come da postumi da influenza. A metà mattinata però sono cominciati i brividi e la temperatura pian piano ha cominciato a salire».

Una terza insegnante (nella stessa fascia d’età) è stata vaccinata due giorni fa. Anche nel suo caso febbre, mal di testa, dolori ossei «Sono stata due giorni stesa sul divano totalmente K.O. e un giorno intero con febbre appena sopra ai 38. Per carità se serve ad immunizzarci contro il virus va bene così. Però perché non dicono a chiare lettere che, in molti casi, questa è la reazione, pesante, che ci dobbiamo attendere, non solo una possibilità remota. Almeno potremmo tutti organizzarci, a partire dalle scuole? Io il vaccino lo rifarei comunque, non una ma 100 volte, sapendo che dovrebbe servire ad allontanare i pericoli maggiori di questa maledetta malattia e spero lo possa fare presto anche mio marito. Alla fine “la tranquillità val bene una febbriciattola”».

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