Acer, Caritas e parrocchie unite per il disagio economico delle famiglie

Unione di forze tra Acer, Parrocchie e Caritas
da sin. Losi, Chiodaroli e Noberini

Selezione. Ecco come riassumere in una parola l’accordo raggiunto al Centro Samaritano nella mattinata del 7 maggio tra ACER, l’Azienda Casa Emilia Romagna, Caritas Diocesana e parrocchie del territorio per agevolare lo scambio di informazioni sui casi di disagio economico delle famiglie residenti negli alloggi di ERP. Presenti alla firma l’architetto Patrizio Losi in qualità di presidente ACER, i parroci don Stefano Segalini della parrocchia San Giuseppe Operaio e don Maurizio Noberini di Santa Franca. Assente don Pietro Cesena di Borgotrebbia, mentre per Caritas era presente il Direttore dott. Giuseppe Chiodaroli, che nel suo intervento ha voluto sottolineare proprio l’aspetto del miglioramento di azione sul territorio. “Questa convenzione è fatta perché altre parrocchie oltre a quelle firmatarie si possano aggiungere in futuro. Partiamo dal presupposto che gli abitanti delle case popolari non sono ricchi, hanno risentito notevolmente degli effetti della crisi economica. La Caritas primariamente col centro di ascolto svolge una funzione di accompagnamento delle persone verso una situazione di autonomia, mettendo a disposizione informazioni ed esperienza. Il problema economico non rappresenta il solo all’interno di una famiglia”.

Le parrocchie dal canto loro concorderanno periodi ci incontri con le famiglie per mettere in essere una strategia di sostegno finalizzata a un miglioramento dell’attuale situazione, evitando i cosidetti “furbetti”, come sottolineato da don Maurizio Noberini.

“I rapporti con Acer già esistono da tempo, si trattava semplicemente di dare una forma maggiormente strutturata alla cosa. È una scommessa per il futuro, coinvolgeremo anche gli assistenti sociali ove necessario”. Don Stefano Segalini ha invece sottolineato come la stessa parrocchia di San Giuseppe Operaio è nata tra le case popolari. “Conosciamo bene la situazione, l’aiuto agli ultimi fa parte del Vangelo stesso, l’importante è mantenere viva la scommessa messa in campo. Se non nasce una relazione con le persone si rischia di perderle e di perdere Gesù. La collaborazione con i laici fa bene, soprattutto in un periodo storico in cui si tende alla divisione un progetto come questo è un segno di speranza per il mondo”.

Acer, attualmente gestore di 2200 alloggi a Piacenza, all’interno della convenzione si impegna a fornire indicazioni tempestive sulle situazioni loro segnalate da Caritas e dai parroci, verificando se sussiste una reale situazione di disagio delle famiglie, nel rispetto delle norme sulla privacy e fornendo un esperto di riferimento che agevoli le comunicazioni tra i vari attori. “La firma di questo accordo rappresenta solo un punto di partenza, – evidenzia Losi di Acer -, le parrocchie fanno un lavoro importante, sono sentinelle del territorio, punti di contatto e di sensibilizzazione su diverse tematiche. Il vescovo stesso si è mostrato molto interessato al progetto, dando una forte spinta affinché arrivasse a una convergenza. Vogliamo restringere i campi delle persone che usufruiscono del servizio, in modo da aiutare chi ne ha realmente bisogno”. Il vantaggio pratico è dunque quello di evitare spreco di risorse.

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