Piano adolescenti, Katia Tarasconi (Pd): “Ascolto attivo: non parliamo di loro, ma parliamo con loro”

Piano adolescenti, più ascolto tra le agenzie educative

Uno strumento operativo di aiuto e supporto alla legge regionale 14/2008, dedicata alle politiche giovanili. Il piano pluriennale sull’adolescenza 2018-2020 viene definito così dalla sua relatrice di maggioranza, Katia Tarasconi (Pd) che, durante la sua approvazione in Aula, ne ha definito le linee guida e gli obiettivi. 550mila i giovani coinvolti in Emilia-Romagna. Nel dettaglio si tratta di poco più di 275mila tra gli 11 e i 17 anni, di cui 17.119 piacentini.
“L’adolescenza è una fase della vita complessa – ha spiegato la consigliera piacentina durante la seduta dell’Assemblea legislativa – con caratteristiche specifiche che occorre conoscere e riconoscere per avere gli strumenti di supporto necessari verso questa delicata fascia d’età. Da una parte la socializzazione, la promozione del benessere psicofisico e tutte quelle preziose opportunità di crescita; dall’altra, il contrasto e la prevenzione di fenomeni come bullismo, cyberbullismo, abbandono scolastico, la dipendenza da sostanze, la violenza. “Un braccio pragmatico che dona impulso agli obiettivi, messo a sistema attraverso dieci schede di intervento specifico”, evidenzia Tarasconi.

Tra le varie azioni destinate a tutte le agenzie educative, in primis famiglie, scuola, servizi sociali, associazionismo sociale e sportivo, volontariato e aziende sanitarie, “tengo a sottolineare la promozione di sportelli di ascolto psicologico nelle scuole medie e nel biennio delle superiori per evitare il fenomeno dei ritirati sociali e le varie forme di disagio tipiche dell’età: più si comunica, più si comprende. Si insiste a parlare di loro – afferma Tarasconi – invece tutti siamo coinvolti nell’importante missione di parlare con loro”.
Importanti riflessioni relative ai temi del Piano sono state inoltre veicolate da due ordini del giorno: “nel primo – spiega Tarasconi che è la prima firmataria del documento – viene chiesto che le risorse del Bonus cultura per i neodiciottenni, nella manovra di bilancio per il 2019, non siano distolte dalla loro finalità originaria di promozione della cultura dei giovani e non vengano destinate altrove dal momento che, per l’80%, quei soldi sono stati utilizzati dai ragazzi per l’acquisto di libri”. Il secondo chiede di rivedere le modalità d’accesso alle facoltà universitarie: “non può un solo test d’ingresso essere l’unico strumento di valutazione per decretare il futuro professionale di un ragazzo, occorrerebbe – conclude Tarasconi – prendere in considerazione tutto il suo percorso”. 

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