Agroalimentare, Squeri (Steriltom): “Dati Anicav fanno riflettere, ripartiamo dal campo”

Nel 2022 c'è stata una contrazione del 10% nella campagna di trasformazione del pomodoro con solo 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato rispetto al record della passata stagione

“I dati pubblicati dall’Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), l’associazione che rappresenta la quasi totalità delle imprese di trasformazione del pomodoro in Italia, fanno riflettere in quanto certificano per il 2022 una contrazione del 10% nella campagna di trasformazione con solo 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato rispetto al record della passata stagione.” Lo dichiara in una nota Alessandro Squeri, Direttore Generale di Steriltom azienda leader nella produzione di polpa di pomodoro a livello europeo in merito ai dati diffusi da Anicav.

“I dati – aggiunge – sono ancora peggiori se si considerano le quantità di prodotto finito penalizzate dalle basse rese industriali. In più, oltre ai problemi legati al caro energia, la filiera del pomodoro è stata fortemente impattata dai cambiamenti climatici ed in particolare dalla siccità. Per rispondere a queste problematiche – continua Squeri – dobbiamo ripartire dalla base e questo significa ripartire dai nostri agricoltori ai quali dobbiamo garantire un supporto finanziario per gli investimenti in sostenibilità e una marginalità che tenga conto anche dei rischi e delle difficoltà legate alla coltivazione di questa cultura simbolo di made in Italy nel mondo”.

“Il nostro comparto, così come tutti i comparti legati alla produzione agricola locale – aggiunge – ha bisogno però anche di interventi infrastrutturali strategici finalizzati all’adeguamento ai cambiamenti climatici che per definizione non possono essere sostenuti solo dagli attori della filiera. Se in un anno così complesso siamo riusciti a limitare i danni lo si deve, oltre che alla bravura dei nostri agricoltori, alle dighe e alle infrastrutture idriche create con molta previdenza dai nostri nonni. Ma coi cambiamenti climatici in atto la situazione può solo peggiorare e queste non bastano più. Per questo – conclude Squeri – urge valorizzare le risorse del PNRR a livello nazionale e locale attraverso investimenti che ci permettano di mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici soprattutto in termini di carenza idrica”.

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