Anche l’Emilia-Romagna parteciperà alla sperimentazione del vaccino Oxford-AstraZeneca

Sarà la Struttura complessa di Malattie Infettive ad "arruolare" 300 pazienti in Emilia-Romagna, sui 30mila previsti in tutto il mondo

Anche l’Emilia-Romagna parteciperà alla sperimentazione del vaccino Oxford-AstraZeneca contro il Coronavirus.

Lo farà con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, uno dei sette centri italiani scelti per testare il vaccino sviluppato dall’Università inglese in collaborazione con l’azienda biofarmaceutica. Sarà, nello specifico, la Struttura complessa di Malattie Infettive ad occuparsi della sperimentazione, “arruolando” e seguendo 300 pazienti volontari provenienti da tutta la regione. L’annuncio, con la presentazione del programma, è stato dato oggi in video conferenza stampa, a Modena.

“L’Emilia-Romagna, attraverso una delle nostre eccellenze, che è l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, fa la sua parte in una sperimentazione che tutti noi attendevamo con grande trepidazione: non possiamo che essere orgogliosi- sottolinea Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute-. Ancora una volta viene riconosciuto il valore della sanità pubblica della nostra regione e la qualità professionale di chi ci lavora, mettendo ogni giorno le proprie competenze e le proprie energie al servizio dei cittadini. Desidero ringraziare- conclude Donini- tutti coloro che parteciperanno a questo percorso, dai clinici ai volontari, con l’augurio che possa concludersi in modo rapido e positivo”.

“Si tratta di un’ulteriore dimostrazione di come l’impegno serio e costante di professionisti della sanità venga premiato, e di come l’integrazione forte tra assistenza e Università sia sempre e comunque un valore inestimabile per un’Azienda di elevato livello come la nostra-commenta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Claudio Vagnini-. La nostra struttura complessa di Infettivologia è stata selezionata non a caso, ma in seguito a una serie di pubblicazioni fatte nei mesi precedenti da cui è emerso il livello elevatissimo di qualità scientifica. L’agenzia che si occupa degli arruolamenti (Contract Research Organization, Cro) ha svolto diverse visite nei mesi scorsi, rilevando come qui sussistano tutte le condizioni per poter condurre uno studio così importante”.

L’auspicio è che le prime dosi del vaccino possano essere somministrate quanto prima ai volontari, non appena verrà espletata tutta la parte burocratica necessaria. Sarà necessario infatti “arruolare”, a partire da tutta la popolazione dell’Emilia-Romagna, 300 persone, che sceglieranno volontariamente di far parte del trial (e cioè della sperimentazione clinica del vaccino). Gli aspiranti volontari potranno candidarsi contattando un apposito numero verde, che verrà comunicato non appena sarà disponibile. Se l’iter procederà come previsto, fase dopo fase, la speranza è che il vaccino possa essere disponibile per la popolazione a partire da aprile 2021.

Come spiega Cristina Mussini, direttore della Struttura complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “questo studio rappresenta una straordinaria opportunità di avere accesso al vaccino che è stato acquistato dal nostro Paese. I partecipanti, 30mila in tutto il mondo, con età maggiore di 18 anni e senza patologie scompensate o precedente infezione da Sars-CoV-2 verranno ‘randomizzati’ 2:1. Vale a dire che 2 riceveranno il vaccino e 1 il placebo, e faranno due somministrazioni, ma saranno seguiti per due anni. A coloro che non avranno ricevuto il vaccino, sarà offerto gratuitamente una volta concluso lo studio”.

La Struttura complessa di Malattie Infettive porterà avanti lo studio in collaborazione con la Patologia Generale dell’Università di Modena e Reggio, avvalendosi della parte assistenziale infermieristica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.

“Come immunologo e ricercatore impegnato fin dal primo giorno nella lotta contro il Covid- precisa Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia Generale e Immunologia (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche materno infantili e dell’adulto di UniMoRe)-credo che il vaccino sia lo strumento con la più alta possibilità di sconfiggere questo virus, e possa avere grande efficacia e fattibilità. In questo particolare momento storico, questa strada è di primaria importanza e va intrapresa mettendo insieme tutte le nostre competenze scientifiche e le nostre forze organizzative, per arrivare al risultato che tutti attendiamo”.

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