Aperitivo in Officina

Territoria - Arte e archeologia industriale.

Rielaborare un luogo – rispettarne il contenuto – integrarlo.

Domenica pomeriggio, in Vicolo del Guazzo, un nutrito gruppo di giovani piacentini ha partecipato all’Aperitivo in Officina, evento organizzato all’interno dell’ Ex Officina dei tram dai ragazzi dell’associazione culturale Propaganda 1984 (ancora con i capelli bagnati dal Bleech Festival, ndr), in collaborazione con la Galleria Il Lepre che all’interno del medesimo luogo ha allestito la mostra di arte contemporanea Territoria – Arte e archeologia industriale.

Uno scambio semplice, sincero e puntuale, che ha portato alla luce l’immenso potenziale dello spazio sopracitato: un luogo che si avvale di una ricerca estetica minimale e consumata, stimolato sia dal punto di vista visivo con le opere di Rigamonti, Boiardi, Buttarelli e Lucchesi, sia dal punto di vista uditivo con il live degli Hit-Kunle, band tropical-rock padovana.

Ciò che determina il successo di eventi come questo è l’assoluto rispetto del contenuto di uno spazio nel momento stesso della sua rielaborazione: vivere un luogo culturalmente significa accettare e rievocare la memoria che esso contiene, pur cambiando la destinazione della sua fruizione. Ed è così che la vecchia e semi-dimenticata officina diventa, oltre che uno spazio aggregativo domenicale, un veicolo attraverso cui restituire dignità alla sua memoria storica.

Poter ammirare le opere dei quattro artisti esposti, che si giostrano attraverso tre diverse tipologie di arti figurative – fotografia, pittura, scultura – inserite all’interno dello spazio in modo da non interferire con esso, ma da diventarne la naturale protesi concettuale, ha trasformato un semplice aperitivo autunnale nell’occasione di riscoperta di un passato. Passato, purtroppo, non ancora indagato a dovere; e quindi destinato, più o meno volontariamente, all’oblio.

Sia ben chiaro che questa tipologia di eventi dovrebbe essere considerata punto focale nello sviluppo culturale della città: incentivare l’interesse per una subcultura fruita (finalmente!) in modo diverso da come si è soliti fare, ovvero in modo libero e indipendente, sarebbe un grande passo in avanti per frenare Piacenza nella sua deriva, altrimenti incontrollata, in non luogo.

Ma fino a ora, come disse Marc Augé, “Ingannevoli o promettenti, le luci della città brillano ancora.”

(Foto per gentile concessione di B.Boselli)

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