Attesissima sentenza della Cassazione sui consorzi di bonifica

Nati nel 1933 per risanare zone malsane del nostro paese continuano ad esistere ed emettono cartelle esecutive a carico dei contribuenti. Domani sul tema si pronuncerà la Cassazione

Domani potrebbe essere una giornata storica nella battaglia legale contro i consorzi di bonifica.

E’ infatti programmata un’udienza della Corte di Cassazione che potrebbe mettere la parola fine ai tanti contenziosi vinti da contribuenti che si sono opposti alle cartelle esecutive emesse dai questi enti. Nati nel 1933 per risanare zone malsane e paludose del nostro paese sono sopravvissuti per 87 anni nonostante molti oggi fatichino a comprendere quale sia esattamente il servizio concretamente svolto dai consorzi a favore (ad esempio) di chi abita in città.

Pensate che tutto il territorio dell’Emilia Romagna risulta soggetto alle bonifiche.

Un piacentino, l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, presidente del Centro Studi di Confedilizia, da anni si batte contro questi consorzi retaggio del passato e che, nonostante tutto continuano a godere di ottima salute (sono circa un centinaio) e ad imporre tasse urbi et orbi per circa un totale nazionale di 500 milioni di euro. Il pagamento viene richiesto attraverso cartelle esecutive, nonostante in teoria l’allora ministro Calderoli avesse abrogato parte del Regio Decreto del 1933 che permetteva l’emissione di queste cartelle esecutive.

Proprio sul fronte dell’esecutività i consorzi di bonifica sono stati “sconfitti” in ben sei commissioni tributarie e domani la Suprema Corte potrebbe mettere la parola fine a queste cartelle che dovrebbero essere state abrogate da una legge del Parlamento e che invece i consorzi continuano invece a recapitare.

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