Aumento tassa di soggiorno. Secondo le imprese del turismo sarà un boomerang per Piacenza

Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti all'attacco del Comune di Piacenza che ha alzato l'imposta per i turisti senza però aumentare i servizi (spesso giudicati carenti)

Il raddoppio dell’Imposta di Soggiorno, deliberato lo scorso 14 febbraio dal Comune di Piacenza, non sarà un boomerang per l’economia locale?

Questa è la domanda che le Associazioni di Categoria si pongono da quando sono venuti a conoscenza della determinazione dell’Amministrazione di aumentare, a far data dal primo del mese di Aprile, l’Imposta di Soggiorno.

La tassa sarà portata da €. 0,50 ad €. 1,00, per le strutture a 2 stelle e per l’extra alberghiero, da €. 1,00 ad €. 2,00, per le strutture a 3 stelle, da €. 2,00, a €. 3,50, per gli Hotel a 4 stelle.

Un raddoppio della tariffa di tale portata fa sì che una camera doppia in una struttura a 4 stelle arriverà a costare €. 7,00 in più al giorno, importo che andrà tutto a rimpinguare le casse comunali.

Ma in concreto, dal prossimo primo di Aprile, rispetto a quando era in vigore la vecchia tariffa dell’Imposta di Soggiorno, cosa avrà in più il turista a Piacenza per giustificare questo costo di fatto raddoppiato.

Non tutti sanno che lo scorso 31 Gennaio, l’Amministrazione Comunale aveva convocato un tavolo tecnico con le Associazioni di Categoria, tra le quali Confcommercio-Federalberghi, Confesercenti, avente ad oggetto l’applicazione dell’Imposta e la valutazione dell’effettivo impiego del gettito generato, nel corso del quale tutte le parti interessate si erano dichiarate assolutamente contrarie alla ventilata ipotesi di aumento dell’Imposta, e ciò in quanto tutte in coro segnalavano che, prima di ipotizzare aumenti nella tassazione si sarebbe dovuto pensare a ciò che davvero manca a Piacenza, ossia prima di tutto i servizi per chi arriva da fuori città.

In quell’occasione tutte le Associazioni di Categoria erano concordi nell’indicare al Comune che le gravi carenze strutturali che si frappongono ad un sano sviluppo del comparto turistico si evidenziavano soprattutto in merito ai trasporti pubblici: basti pensare che alcune strutture alberghiere non hanno nemmeno la fermata nelle proprie vicinanze, e, che comunque le corse sono sospese nei giorni festivi e di domenica, mentre durante la settimana, le stesse terminano alle ore 20.

Altro tasto dolente evidenziato dalle Associazioni di Categoria era quello relativo ai parcheggi, assolutamente insufficienti, per consentire la fruibilità del centro storico all’utenza.

In aggiunta, gli operatori del settore turismo lamentavano che erano stati nuovamente ridotti, rispetto allo scorso anno, gli orari di apertura dei musei e della biblioteca, con la scusa che mantenere orari più lunghi sarebbe stato antieconomico per l’Amministrazione.

Peraltro, l’Assessorato alla Cultura ha da poco annunciato che saranno ridotti rispetto a prima anche gli eventi estivi a Palazzo Farnese, soprattutto nel mese di Agosto: iniziative, queste ultime, che da quando erano state istituite avevano portato grande beneficio a tutta l’economia locale.

Alla luce di tutto ciò ci si interroga se questo modo di operare da parte dell’Amministrazione non renderà Piacenza meno competitiva rispetto alle città limitrofe, come Pavia e Lodi, che, peraltro, in alcuni casi hanno già eliminato la tassa di soggiorno. Questo, senza nemmeno voler ragionare su quanto, invece, avviene a Parma, dove con le medesime tariffe di Imposta di Soggiorno, si offrono servizi ben diversi rispetto a quelli previsti dall’Amministrazione Piacentina, quali, i bus fino a mezzanotte durante la settimana, e, nei week-end addirittura fino all’una di notte, per non parlare dei parcheggi ubicati a ridosso del centro.

Ed ancora, le Categorie interessate oggi si chiedono se un provvedimento di questo tipo non incentiverà ulteriormente l’incremento dell’illecito derivante dall’evasione dell’Imposta di Soggiorno da parte delle strutture extra alberghiere, fenomeno questo che genera una concorrenza sleale nei confronti di chi le tasse le paga correttamente in quanto lavora alla luce del sole e penalizzando ulteriormente le strutture alberghiere.

Si sottolinea che era la stessa Amministrazione – durante il sopra citato tavolo tecnico – a lamentare il fenomeno dell’evasione dell’Imposta da parte delle strutture extra alberghiere: ciononostante, quest’ultima, è stata solo capace di aumentare la tassazione senza mettere in campo alcun serio provvedimento, nemmeno in ipotesi, al fine di combattere l’emersione dell’abusivismo e l’evasione dell’imposta.

Queste sono le domande che si pongono gli addetti ai lavori ed alle quali si chiede una risposta immediata e concreta da parte degli assessorati competenti, che hanno assunto la delibera incriminata contro il parere delle Associazioni di Categoria, e nonostante queste avessero chiaramente avvisato del pericolo che un provvedimento di tal genere possa mettere in forte rischio la crescita esponenziale che il turismo ha avuto in questi anni a Piacenza.

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