BES delle Province, quanto si vive bene a Piacenza? Male verde e PM10. Pochi i laureati

Piacenza 44esima per qualità della vita per il Sole 24 Ore, scende di 4 posizioni

Piacenz@ – Economia Lavoro e Società, rivista dell’Università Cattolica specializzata in approfondimenti statistici sullo stile di vita dei piacentini, ha presentato un rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile a Piacenza, per capire come vive la città vari aspetti, problematiche che incidono sulla vita quotidiana dei piacentini.

SALUTE

La situazione relativamente alla mortalità per incidenti di trasporto riferita alle persone di età compresa tra 15 e 34 anni, che, con un tasso di 1,3 per 10.000 abitanti a livello provinciale, è quasi doppia a confronto con lo 0,8 – 0,7 che si registra invece a livello regionale e nazionale. Da tenere monitorato risulta poi il dato sulla mortalità per tumore dei 20-64enni (9,2 morti per 10.000 abitanti), allineato verso l’alto al dato nazionale (9,0), e più elevato di quello dell’Emilia Romagna (8,6).

FORMAZIONE

punto di forza della situazione locale può essere annoverato nella bassa incidenza (16%) di
giovani di età compresa tra 15 e 29 anni con non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet), un dato che è coerente con quanto si rileva mediamente in Emilia-Romagna (15,7%), ma decisamente inferiore a quello medio nazionale (24,3%). Stesso discorso per la quota di popolazione residente con almeno il diploma di scuola media superiore, dove Piacenza (65,6%) stacca il dato medio nazionale di 5,5 punti percentuali (60,1%).

Tuttavia il dato sui laureati è più allarmante: il 22,7% a Piacenza, contro il 28,6% in Emilia-Romagna ed il 24,4% in Italia.  

OCCUPAZIONE

Premettendo che i risultati non vanno a verificare la qualità del lavoro svolto, i dati sono generalmente positivi per il territorio piacentino. Il tasso di occupazione dei 20-64enni (74,1% a Piacenza) (indicatore n. 4), è sugli stessi livelli di quello dell’Emilia-Romagna, e di ben 11 punti più alto di quello italiano. Il tasso di occupazione giovanile riferito ai 15-29enni si attesta poi al 42%, tre punti sopra quello regionale e oltre undici punti in più di quello nazionale. Ciò anche se permangono sempre elevate nella nostra provincia le differenze di genere, con il tasso di occupazione femminile più basso di oltre 18 punti rispetto a quello maschile, meglio della media italiana (-19,8 punti), ma peggio della media regionale (-15,2 punti).

Pure sul fronte della disoccupazione il quadro appare confortante: il tasso riferito alla popolazione di età compresa tra 15 e 74 anni, pari al 5,6%, è di fatto la metà di quello italiano e più basso anche di quello emiliano-romagnolo, e va bene anche per il tasso di disoccupazione giovanile (12,7%), anche in questo caso inferiore di circa il 50% rispetto a quello medio dell’Italia, e inoltre più basso del dato regionale.

REDDITO

Anche la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (22.144 euro), sebbene meno elevata della retribuzione media regionale, è più alta di quella che si osserva in Italia. E anche gli indicatori riferiti ai redditi da pensione mostrano un differenziale positivo per l’area piacentina a confronto con il contesto nazionale, con l’importo medio annuo delle pensioni (18.400 euro) che supera di oltre 700 euro la media italiana, e con un’incidenza di pensionati che hanno una pensione di basso importo (8,1%) inferiore del 24% sempre rispetto alla media Italia (10,7%). Piacenza esce bene comunque in questo frangente anche dal confronto con la realtà regionale, dimostrando di essere allineata ai dati dell’Emilia-Romagna.

OMICIDI E SICUREZZA

Il tasso di omicidi (indicatore n. 1) risulta a Piacenza pari a 0,3 per 100.000 abitanti, esattamente la metà di quanto rilevato a livello nazionale (0,6) e inferiore anche al dato dell’Emilia-Romagna (0,4).
I delitti denunciati  sono 355 ogni 10.000 residenti, meno dei 401 della media Italia e ancor meno dei 504 della media regionale. Stesso posizionamento per i delitti violenti denunciati  e per i delitti diffusi denunciati (indicatore n. 4), dove il nostro ambito provinciale presenta valori inferiori del 10-20 percento rispetto alla media nazionale, e comunque più bassi anche in questo caso di quelli registrati per la regione, che soffre altresì nel confronto con la media complessiva del Paese.

All’opposto, sono generalmente più alti del 20-30 percento rispetto a quelli medi nazionali gli indici riferiti alla sicurezza stradale, con un numero di morti per 100 incidenti stradali complessivi pari a 2,6 a Piacenza contro gli 1,9 in Italia (e i 2,2 in Emilia-Romagna), e in particolare con un numero di morti per 100 incidenti stradali sulle sole strade extraurbane  di ben 5,6 a livello provinciale, quando mediamente in Italia se ne registrano 4,6 (e 4,2 in Emilia-Romagna).

VERDE PUBBLICO E INQUINAMENTO

I dati del territorio piacentino infatti non raggiungono generalmente nemmeno un decimo di quelli registrati a livello nazionale. Ciò vale per la densità di verde storico e di parchi urbani di elevato interesse pubblico, dove si rilevano solo 0,1 mq. per 100 mq. di superficie urbanizzata contro gli 1,9 mq. della media italiana. E vale anche per il numero di visitatori degli istituti statali di antichità e arte, sia che li si consideri in termini relativi rispetto alla superficie territoriale (4,6 per chilometro quadrato), sia che venga calcolata la media per singolo istituto (5.900).

Le criticità si osservano non tanto in relazione alla disponibilità di verde urbano, dove la città di Piacenza, con 27 mq. per abitante, non è poi così tanto distante dal dato nazionale (31,7 mq.) (lo è di più però rispetto al dato regionale: 35,6 mq.), quanto piuttosto con riferimento agli indicatori sulla qualità dell’aria.

I giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10, o polveri sottili, pari a 90, sono infatti nel nostro capoluogo più che doppi rispetto a quelli che si registrano mediamente in Emilia Romagna e in Italia (dove questo valore arriva a 40 giorni): un dato a cui contribuiscono certamente la posizione geografica di Piacenza, che è al centro delle principali direttrici stradali e autostradali Nord-Sud e Ovest-Est del nostro paese, nonché le condizioni climatiche.
Similmente, anche i giorni di superamento del valore limite giornaliero di NO2-Biossido di azoto sono a Piacenza (42 giorni) quasi il 50% in più della media nazionale (28 giorni).

SERVIZI

Rispetto agli indicatori in campo socio-sanitario, Piacenza mostra infatti un’incidenza di bambini nella fascia di età tra 0 e 2 anni che usufruiscono dei servizi per l’infanzia  (16,1%), che, seppur più elevata della media italiana (12,6%), è sotto di quasi 10 punti percentuali a confronto col dato emiliano romagnolo (25,3%).
Ancor più ampio è il differenziale che separa Piacenza dalla media regionale con riferimento al tasso di emigrazione ospedaliera verso altre regioni, con l’indicatore provinciale (18,5%) che mostra un valore più che triplo rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (e più che doppio a confronto con quello medio nazionale). Il dato è certamente influenzato dalla vicinanza di Piacenza ai poli ospedalieri dell’area metropolitana milanese, che com’è noto esercitano un forte potere di attrazione rispetto ai territori limitrofi, e non solo.
Anche relativamente ai servizi di pubblica utilità la situazione piacentina si contraddistingue per un certo terreno da recuperare rispetto alla regione. Ciò vale sia per le interruzioni di servizio elettrico senza preavviso, che per la quota di rifiuti urbani conferiti con la raccolta differenziata.

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