Bobbio Film Festival, Pacifico e Arcopinto: “la nostra Gelsomina Verde, per non dimenticare”

Pacifico e Arcopinto

La storia di “Gelsomina Verde” è stata al centro della serata di ieri del Bobbio Film Festival: una storia vera, nota alle cronache, quella della ventiduenne di Scampia dedita al volontariato, torturata per ore e infine uccisa con un colpo di pistola nel 2004. Il suo corpo venne dato alle fiamme all’interno di un’auto essendo stata per un breve periodo la ragazza di Gennaro Notturno, membro del clan degli “scissionisti” di Secondigliano.

Ospiti della serata,  il regista Massimiliano Pacifico e il produttore Gianluca Arcopinto, che nel confronto con il pubblico hanno spiegato come hanno scelto questa storia. “Gelsomina è stata una vittima della mafia, era una persona che aiutava il suo quartiere, si dedicava al volontariato; l’unica sua ‘colpa’ è stata innamorarsi dell’uomo sbagliato. Storie come queste non vanno dimenticate, e con questa idea è nato il film”. Attraverso il racconto del terribile omicidio di mafia, Pacifico ha indagato le contraddizioni di un certa società, completamente allo sbaraglio: “Una situazione di degrado sociale e culturale perché, oltre all’efferato delitto, c’è tutto un contorno di omertà. La mafia è origine e conseguenza di una povertà non solo economica, ma anche etica e culturale. Un vero veleno sociale”. Nel cast, anche Francesco Verde, fratello di Gelsomina: “Da subito lo abbiamo coinvolto nel progetto, assumendo poi un ruolo determinante come interprete”.

Questa sera, pausa per il Bobbio Film Festival, che torna domani con “Bangla” e il suo regista (nonché protagonista) Phaim Bhuiyan. Nel film, Phaim è un giovane bengalese musulmano, ha ventidue anni, è nato in Italia, vive con la famiglia a Torpignattara, lavora come steward in un museo e suona in un gruppo. Durante un concerto incontra Asia, istintiva, sregolata, molto diversa da lui. Nasce l’amore, che Phaim dovrà conciliare con la prescrizione islamica della castità prima del matrimonio.

Ricordiamo poi che venerdì 9 agosto, ancora alle ore 21.15, ci sarà una nuova proiezione de “Il traditore” presso il Chiostro di San Colombano a Bobbio, il film di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino, pluripremiato ai Nastri d’Argento e unico film italiano in corsa all’ultimo Festival del Cinema di Cannes. Apertura lo scorso 27 luglio del Bobbio Film Festival 2019, la proiezione de “Il traditore” ha registrato presto il tutto esaurito; per chi se la fosse persa, venerdì 9 ci sarà nuova occasione di vedere la pellicola.

Infine, ricordiamo anche il gran finale del Bobbio Film Festival con un classico del cinema, sabato 10 agosto, ore 21.15, in versione restaurata a cura della Cineteca di Bologna: l’appuntamento sarà però non con l’annunciato “Polvere di stelle”, ma con “Miracolo a Milano”, a causa di motivazioni tecniche che non hanno consentito la proiezione del primo.

Capolavoro del 1951 uscito dal cappello di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, “Miracolo a Milano” è tratto dal romanzo “Totò il buono” dello stesso Zavattini, che collaborò alla sceneggiatura assieme a De Sica.

Prima della proiezione, ci sarà la consueta cerimonia di premiazione del Bobbio Film Festival con la consegna del Gobbo d’Oro, l’ormai tradizionale riconoscimento realizzato appositamente per la rassegna dall’artista Luigi Scaglioni.

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