Bobbio: Pasquali “licenzia” gli assessori leghisti

Il primo cittadino ha ritirato le deleghe a Federico Bonini e Tino Bergamini. Parlamentari e consiglieri regionali leghisti accusano Pasquali "di aver cambiato casacca pur di restare a galla"

Diventano sempre più complicati i rapporti all’interno della giunta e del Consiglio comunale di Bobbio. Come è noto Roberto Pasquali nel 2014 e nel 2019 si era fatto rieleggere nel ruolo di sindaco alla guida di liste civiche con una forte presenza anche di esponenti del centrodestra e della Lega in particolare. Pasquali (con trascorsi nella Dc nel CDU, ed in Forza Italia) nel 2009 si era infatti avvicinato al Carroccio dove aveva militato fino al 2017, quando si era scontrato con i vertici del partito per la sua posizione rispetto al piano sanitario ed aveva deciso di restituire la tessera.

Il distacco vero e proprio è avvenuto però con le scorse elezioni regionali.  Pasquali ha infatti risposto alla chiamata di Stefano Bonaccini e si è candidato per il centrosinistra proprio nella lista del presidente. Pasquali si è poi dimesso dal ruolo di presidente e consigliere dell’Unione montana Valli Trebbia e Luretta.

Una rottura definitiva che ha raggiunto il culmine ieri con l’invio di due lettere di revoca delle deleghe di assessore a due esponenti leghisti, Federico Bonini e Tino Bergamini (lettera peraltro che contiene un refuso, relativo ad una data).

I due assessori licenziati hanno reagito affidando a Facebook il primo commento a caldo «Il Sindaco Pasquali – scrivono i due – ha ufficializzato la revoca delle nostre deleghe. Abbiamo avuto la colpa di rimanere coerenti con gli ideali in cui crediamo e abbiamo sempre creduto; se pensa di indebolirci ottiene l’effetto contrario, andiamo avanti più determinati di prima! Continueremo, restando in consiglio comunale, a rappresentare i tanti Bobbiesi che credono e hanno creduto in noi, cercheremo di portare avanti le nostre idee per il bene di Bobbio, cosa che stavamo facendo prima che il Sindaco per una sua vendetta personale ce lo impedisse. Sempre avanti a testa alta!».

Sulla questione sono intervenuti compatti anche i parlamentari ed i consiglieri regionali leghisti:

«Un grosso abbraccio a Federico e Tino – ha scritto Matteo Rancan – che si sono visti togliere le deleghe da un sindaco incoerente, perché lui è stato eletto con il centrodestra saltando poi sul carro del centrosinistra. Noi, invece, con orgoglio, e coerentemente, faremo opposizione in Consiglio comunale per dare un futuro a questa città».

I parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani ed i consiglieri regionali Matteo Rancan e Valentina Stragliati hanno poi risposto ad alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco Pasquali che ha dichiarato come i cittadini che hanno votato Lega non capiscono chi “li aiuta davvero”. Pasquali ha anche affermato che i voti dei giovani a Rancan sono frutto di un “abbaglio”.

«Davvero una mossa politica da fine stratega – affermano i leghisti – quella di considerare ignoranti i cittadini che non hanno votato per lui. Dispiace che il sindaco di Bobbio, Pasquali, abbia giudicato così dei giovani, in un momento in cui tanti faticano ad approcciarsi alla politica. Chi si interessa e partecipa alla politica andrebbe incoraggiato, non allontanato. Nessun abbaglio giovanile, perché a Bobbio la gente la Lega la vota da tempo. E questo è il frutto del lavoro di tante persone che, da anni, si spendono per il territorio come Federico Bonini, Tino Bergamini e Giovanni Mozzi».

Rancan e Stragliati hanno ricordato «l’impegno della Lega per la montagna, le tante battaglie per il collegamento telefonico, per il soccorso alpino, per il taglio dell’Irap alle aziende, che era una proposta della Lega poi usata da Bonaccini per fare campagna elettorale. A Pasquali, ricordiamo anche la lotta per i presìdi medici, che la Giunta regionale ha indebolito, le tante idee per le Pro loco. Non risulta, poi, che i soldi per le strade e i ponti glieli abbiano stanziati i suoi amici di sinistra. La gestione di Pasquali in questi ultimi mesi è stata rivolta a cercare chi non lo ha votato, a cercare di dare la colpa ad altri. Ora, per fortuna, si parte. Basta con la caccia alle streghe, la gente attende risposte concrete (agricoltura, lavoro, ambiente, giovani) non chiacchiere di chi per un po’ di visibilità, e tanta frustrazione, ha cambiato casacca pur di restare a galla».

(Foto da profilo pubblico Facebook)

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