A Bologna smantellato il racket del “caro estinto”

I carabinieri di Bologna hanno smantellato due cartelli di imprese di pompe funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini riuscendo, in pratica, ad avere il monopolio nell’aggiudicazione dei servizi funebri. Ben 30 le misure cautelari (9 in carcere, 18 arresti domiciliari e 3 divieti di esercizio dell’attività d’impresa) e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari che hanno sequestrato un patrimonio di 13 milioni di euro.

Per il consigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti,che oggi ha depositato un’interrogazione specifica, la “Regione deve prendere assolutamente posizione in questa vicenda”.

“I due cartelli, come accertato dagli investigatori, si spartivano i servizi nelle camere mortuarie dell’Ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, ottenendo di fatto il monopolio nel settore” spiega il consigliere del Carroccio.

Ultimo anello dell’organizzazione sarebbero stati alcuni dipendenti del Sant’Orsola e del Maggiore che svolgevano il ruolo di procacciatori d’affari e che indirizzavano i familiari delle persone decedute verso le società “amiche” ricevendone compensi che andavano dalle 200 alle 350 euro a funerale procacciato.

In altre parole, un vero sistema criminale ben organizzato sul quale gli inquirenti stanno facendo luce. “Un’inchiesta – sottolinea Marchetti nella sua interrogazione – nella quale è bene che anche la Regione faccia la sua parte: quante persone alle dirette dipendenze della sanità regionale sono coinvolte nelle indagini. I vertici del governo regionale come intendono punire eventuali responsabili? Perché non si costituiscono parte civile nel processo?”

“Speculare su morte e dolore è – dice il consigliere del Carroccio –  inaccettabile. È sintomatico di un livello etico sub-umano, di una blasfemia e di una crudeltà che appartiene solo alle bestie più feroci: è per questo che la Regione Emilia-Romagna dovrebbe costituirsi parte civile nel processo contro coloro che risulteranno aver preso parte attiva nel racket del caro estinto smantellata questa mattina dai militari dell’Arma dei Carabinieri di Bologna”.

Sulla vicenda del racket delle pompe funebri di bologna è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle:

“L’inchiesta sul monopolio dei servizi funebri nei due ospedali di Bologna è la dimostrazione dell’assoluta inconcludenza dei meccanismi di rilevazione, controllo, vigilanza contro la corruzione che tutte le aziende sanitarie dovrebbero assicurare all’interno delle proprie strutture. Da quanto sta emergendo in queste ore, infatti, ad essere completamente aggirata è la legge regionale che vieta espressamente ai rappresentati di agenzie funebri l’ingresso all’interno delle camere mortuarie. Perché i vertici sanitari delle strutture coinvolte non hanno mai controllato cosa succedeva in quegli spazi?”. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione in Regione sul l’operazione “Mondo sepolto” contro i cartelli di imprese che si spartivano servizi nelle camere mortuarie degli ospedali S.Orsola e Maggiore a Bologna. “Il nostro ringraziamento va ovviamente alle forze dell’ordine e agli inquirenti che hanno portato alla luce un sistema corruttivo che lucrava sulla pelle di chi aveva appena subito un lutto – spiega Silvia Piccinini – Sistema che tutti i meccanismi messi in campo da Regione e aziende sanitarie non sono riusciti a debellare ma nemmeno ad intercettare. Ecco perché abbiamo depositato una interrogazione urgente per chiedere alla Regione di fare la massima chiarezza su questo punto, per capire cosa realmente non abbia funzionato. Certo, resta l’amarezza di costatare che i vertici delle strutture sanitarie, che ogni anno ricevono premi a valanga dalla Regione per la ‘bontà’ del loro lavoro, non si siano mai accorti di quello che succedeva sotto i loro occhi. Tra l’altro su una delle agenzie di servizi funebri coinvolte in questa inchiesta noi del MoVimento 5 Stelle avevamo provato ad accendere i riflettori denunciando, anche con un esposto in Procura, la sua presenza a nostro avviso illegittima all’interno del cimitero di Zola Predosa”. Nella interrogazione il inoltre si fa riferimento anche alle nuove norme introdotte dalla legge anticorruzione voluta dal Governo. “Almeno, grazie proprio alla legge ‘spazza corrotti’ che il MoVimento 5 Stelle ha fortemente voluto, l’interdizione dai pubblici uffici di queste persone sarà definitivo mentre fino a ieri non era così – aggiunge il consigliere M5S Andrea Bertani – Il rischio, infatti, è che una volta accertate tutte le responsabilità e anche dopo aver scontato l’eventuale pena i soggetti al centro di questa inchiesta potessero ritornare a svolgere la stessa attività. Cosa che solo la nostra legge che entrerà in vigore a fine mese vieta espressamente”.    

 

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome