Camera di Commercio: le categorie economiche piacentine chiedono al Governo di fare marcia indietro

Le Associazioni economiche piacentine all'unisono chiedono al Governo di ritirare l'articolo che prevede la "fusione rapida" delle CCIA

Era da tempo che le categorie economiche piacentine non si trovavano a fare fronte comune. A compattarle ci è riuscito il governo Conte bis con un articolo (l’art.61) piazzato quasi a caso in mezzo al decreto Agosto e che prevede un’accelerazione al processo di accorpamento delle Camere di Commercio. In pratica o le CCIA si muovono a fondersi oppure arrivano i commissari nominati dal ministro.

Per questo le associazioni economiche piacentine hanno scritto al ministro De Micheli ed ai parlamentari eletti nella nostra provincia oltre che all’assessore regionale Colla.

Queste le associazioni firmatarie:

Confindustria Piacenza, Coldiretti Piacenza, Unione Prov. Agricoltori Piacenza, CNA Piacenza, LAA Piacenza, UPA Piacenza, Confesercenti Piacenza, Unione Commercianti Piacenza, Confcooperative Piacenza,   CIA Confederazione Italiana Agricoltori Piacenza, Legacoop Emilia Ovest.

Ed ecco il testo della missiva.

E’con vivo rammarico e stupore che le scriventi Associazioni di categoria piacentine,  hanno appreso dell’improvvisa accelerazione imposta dal governo, all’interno del decreto-legge 14 agosto 2020, n.104 che adotta misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia, imponendo
di fatto (con quanto disposto dall’art. 61) alle Camere di Commercio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia di concludere il processo di accorpamento entro il termine di 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso (ridotto a 30 per quelle tra le Camere che avessero gli organi scaduti) pena la
gestione commissariale.
Non si comprende la “ratio” dell’inserimento di un articolo di tale natura all’interno di un Decreto indifferibile per riavviare l’economia del Paese, e si reputano inopportune,
intempestive, ed anche incongruenti con le finalità dichiarate del Decreto, le previsioni e conseguenze paventate per le Camere di Commercio in una fase così nevralgica e di diffusa difficoltà.

Ci troviamo infatti ancora in pieno e conclamato periodo emergenziale e detta misura di legge, che dovrebbe secondo il titolo del Decreto andare a sostegno ed a favore del rilancio
dell’economia, comporterebbe invece l’inevitabile commissariamento di Camere di Commercio virtuose che, da tale momento, si troverebbero totalmente depotenziate e vedrebbero impegnate, per lunghi mesi, tutte le proprie risorse umane ed economiche in procedure burocratiche ed in pratiche
amministrative ( da sempre il male del nostro sistema Paese) invece di poter dar corso e seguito ai reali sostegni e supporti messi in atto o pianificati a tutela e favore dei settori economici e delle aziende del territorio.

A tal proposito, è importante rammentare che la Camera di Commercio di Piacenza si è infatti già prontamente impegnata ed adoperata, di concerto con le Associazioni scriventi, per la messa in campo di misure di sostegno a favore delle imprese piacentine nel pieno periodo della crisi Covid attraverso la pubblicazione di Bandi concreti e la messa a disposizione di sostegni reali, con l’ulteriore impegno a mettere in campo nuove misure e risorse nell’imminente periodo autunnale, al
fine di contrastare gli ulteriori effetti del prorogato stato emergenziale e le conseguenze derivanti da ipotizzabili rinnovate provvedimenti di lockdown o da ulteriori cali produttivi e delle vendite.
Appare pertanto evidente che la Camera di Commercio debba poter lavorare in serenità e con pieni
poteri dei propri Organi eletti al servizio del territorio.
Da ultimo, ma non per ultimo, un criterio di metodo: una riforma che tocca strutture dello Stato e ne ottimizza le relative competenze funzionali, anche laddove opportuna, non può essere fatta per decreto (meno che mai in un simile frangente) e necessita di un approccio basato su tempi e modalità diverse.

Con la presente siamo pertanto a chiedere il Vostro impegno affinché venga stralciato l’articolo 61 del Decreto Legge n. 104 del 14 agosto 2020.

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