In Cattolica uno sguardo verso il futuro. Caselli: “A Piacenza i lavori più richiesti richiedono basse qualifiche”

In Cattolica uno sguardo vero il futuro della città

Quando si parla del futuro, soprattutto in questa fase storica, troviamo solitamente tre tipi di persone: chi intravede un futuro bellissimo grazie alle nuove tecnologie, chi di queste vede solo gli aspetti negativi e infine chi sostiene l’importanza di rimboccarsi le maniche adesso e cominciare a migliorare il presente. Dove vi collocate voi? Per rispondere alla domanda qualche riflessione l’ha lanciata Guido Caselli, direttore centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia Romagna, nella Sala Piana dell’Università Cattolica nell’ambito della presentazione del nuovo rapporto congiunturale di Piacenz@Economia, Lavoro e Società.

“Vediamo un’Italia spaccata in due: se l’Europa possiamo dire che viaggi in macchina, il nostro Paese viaggia in bicicletta, ma il nostro Sud va a passo d’uomo. Secondo i dati Prometeia, scenari per le economie locali, gennaio 2019, la zona Nord dell’Italia, compresa l’Emilia Romagna, crescerà tra il 2,7 e il 3,3%, mentre il singolo dato di Piacenza è ottimo: 2,9%. Attenzione perchè comunque è una crescita che va rapportata ad altre zone”. Un quadro che pare idilliaco, ma nel corso del tempo sono emerse delle distorsioni che portano a pensare gli studiosi che questo modello non è più sostenibile: la concentrazione della ricchezza nelle mani di poche persone, le tante persone alla ricerca di un posto di lavoro, (In Italia il 5% più ricco detiene la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero, Rapporto Oxfam 2019).

Caselli nella sua relazione ha voluto fare un paragone tra la Piacenza del 2018/19 con quella che potrebbe essere tra vent’anni. Se ora un quarto della popolazione ha più di 65 anni, tra vent’anni sarà un terzo, mentre ora il 14% della popolazione è straniero, il 28% nella classe 30-39 anni. Ogni 3 bambini nati a Piacenza uno è straniero. Nel 2039 Il 25% della popolazione sarà straniero. Tra la popolazione più giovane la percentuale di stranieri supererà il 50%. Significa che siamo un territorio con una forte capacità d’accoglienza e dove si vive bene. Allo stesso tempo dobbiamo porci qualche interrogativo su lfronte della sostenibilità di un modello sociale simile”.

Altro aspetto futuro saranno i lavori, che cambieranno drasticamente. I lavori più richiesti riguarderanno quasi tutti i Big Data e l’analisi di dati, oppure la cura della persona, come segnala LinkedIn.

A Piacenza i profili lavorativi più richiesti sono: Operai nelle attività metalmeccaniche, personale non qualificato nella logistica, facchini e corrieri, cuochi, camerieri e altre prof. dei servizi turistici, conduttori di mezzi di trasporto, personale non qualificato nei servizi di pulizia e alle persone. “Tutti lavori che richiedono un basso grado di qualifica – sottolinea Caselli -, e poche tutele, soprattutto dal punto di vista salariale”. Ecco, questo è il quadro attuale, rimbocchiamoci le maniche, perchè se non faremo qualcosa per la realtà, sarà la realtà a fare qualcosa per noi. 

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