Celebrazione della “Virgo Fidelis”, dell’81° anniversario della “Battaglia di Culqualber” e della “Giornata dell’Orfano”

Il 21 novembre 2022 giornata di festa all’insegna della fede e dei valori dell’Arma dei carabinieri

Il 21 novembre 2022, alle ore 10:30, presso la Chiesa parrocchiale di San Giovanni in Canale, in questa via Croce, verrà celebrata da Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio, la Santa Messa in occasione della ricorrenza della “Virgo Fidelis”.

Ispirato dal motto araldico dell’Arma dei Carabinieri “nei secoli fedele”, sua Santità Pio XII, nel novembre del 1949, proclamava ufficialmente la Vergine Maria “Virgo Fidelis patrona dei carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, giorno in cui la memoria liturgica ricorda la Presentazione di Maria Vergine al tempio e l’Arma dei Carabinieri la ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Il 21 novembre del 1941, infatti, ebbe luogo una delle più cruenti battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di carabinieri si sacrificò nella difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culqualber. Quei caduti hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio.

Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per il fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta per la partecipazione alla prima guerra mondiale, con la seguente motivazione :

“…Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.  Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.

 

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