Centrodestra piacentino: “uniti si vince, andiamo al governo e mandiamoli a casa”

Sala gremita ed un centrodestra unito e compatto. E’ questa la fotografia della serata che si è svolta  all’auditorium Sant’Ilario di via Garibaldi, a Piacenza; un evento congiunto che ha segnato l’ingresso ufficiale nella fase clou di questa campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo.

Sul tavolo dei relatori e tutto intorno manifesti e bandiere della Lega Nord, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e di Noi con l’Italia. Ad aprire l’incontro pubblico è stata Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, chiamata sul palco a sorpresa, senza che il suo intervento fosse programmato. Ma non si è certo fatta trovare impreparata: «Solo pochi mesi fa abbiamo vinto le elezioni amministrative dopo una campagna elettorale basata su quello che poteva sembrare uno slogan ma che per noi è molto di più e rappresenta il nostro impegno, e cioè “uniti si vince”». Barbieri ha parlato di impegno basato sui valori; un impegno che oggi, in questa nuova campagna elettorale che deciderà le sorti politiche dell’Italia, è stato e sarà rinnovato grazie al coraggio dei candidati «di altissimo livello» che hanno scelto di mettersi in gioco «dimostrando uno spirito di servizio di cui noi tutti dobbiamo essere orgogliosi». Il sindaco ha sottolineato la necessità di dare risposte ai cittadini su esigenze e temi di fondamentale importanza e quindi della necessità di votare «con convinzione» per fare in modo di uscire dalla «palude in cui ci hanno lasciato anni di governo del centrosinistra».

«E’ importantissimo che tutti noi ci impegniamo a far eleggere i nostri candidati – ha proseguito – perché solo loro rappresentano il cambiamento. Dobbiamo staccare decisamente la sinistra, dobbiamo andare al Governo con una maggioranza schiacciante».

Dopo il sindaco Barbieri e dopo gli interventi di Jonathan Papamarenghi e di Fabio Callori, rispettivamente coordinatore provinciale e vice-coordinatore regionale di Forza Italia, hanno preso la parola uno ad uno i vari candidati. Giancarlo Tagliaferri, Francesca Gambarini, Romano Tribi ed Elena Murelli.

Clou della serata gli interventi , e Pietro Pisani, candidato all’uninominale per il Senato.

Lungo e articolato il discorso di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia), candidato della coalizione all’uninominale per la Camera, aperto da un sentito omaggio al sindaco: «Il giorno dopo le elezioni – ha detto – Patrizia Barbieri era in Comune a lavorare. Nessuno di noi ha festeggiato, a parte, e credo legittimamente, la sera della vittoria. Non c’era niente da festeggiare: la sinistra ci ha lasciato una situazione disastrosa, una macchina comunale completamente a pezzi, e l’impegno per risollevare questa amministrazione è stato ed è tuttora enorme e totalizzante». Un impegno che Foti vorrebbe premiato da un risultato elettorale che non lasci spazio ai dubbi, alle polemiche, alle incertezze: «Dobbiamo spazzarli via, asfaltarli, mandarli a casa. Dobbiamo superarli con un risultato a due cifre e, perché no, doppiarli».

Impresa difficile ma non impossibile secondo il candidato alla Camera. Come difficile era la rinascita del centrodestra in una provincia come quella di Piacenza che fino a poco tempo fa era quasi totalmente rossa: «Sembrava impossibile che oggi comuni come Sarmato, Monticelli e, quando siamo partiti, nel ’94, addirittura Castelvetro che era ed è la Sesto San Giovanni emiliana, potessero essere governati dal centrodestra. Eppure è così».

Successi che, secondo Foti, si basano sulla differenza fondamentale tra i due schieramenti: «Il centrosinistra parla, promette e non fa. Basti pensare alla famosa tangenziale di San Giorgio, inaugurata solo sui giornali e mai realizzata. Basti pensare alla Statale 45 con promesse di stanziamenti milionari mentre io non ho visto nemmeno un progetto. Noi diciamo e facciamo». Un esempio su tutti di cui Foti può parlare in prima persona: «In tanti oggi ospitano ministri e personalità illustri nella splendida ex chiesa dei Teatini – dice – ma se avviene questo è perché chi vi sta parlando ha portato i fondi necessari al consolidamento del tetto».

L’intervento, ha affrontato il tema dell’economia e delle tasse, con Renzi che sbandiera l’un per cento di pil in più rispetto allo scorso anno «dimenticandosi di dire che siamo sotto di 8 punti percentuali rispetto al resto d’Europa e che partiamo dal – 7 di quando è iniziata la crisi». Ma Foti ha parlato anche di proprietà privata ed immobiliare da difendere dalla «visione bolscevica di una sinistra che la vede come il male» e da uno Stato che rapina i legittimi proprietari incassando 50 miliardi all’anno sulle loro spalle.

Ha poi parlato di immigrazione e sicurezza, con esempi virtuosi firmati centrodestra come i rapporti diplomatici tanto vituperati col colonnello libico Gheddafi «il quale però teneva sotto controllo le partenze, mentre ora, grazie anche a Napolitano, Gheddafi è stato ucciso col risultato che l’Africa si riversa in Italia».L’eponente del centrodestra ha citato esempi come l’operazione Strade sicure che è stata «a costo zero per l’Italia e ha portato i soldati nelle città rendendole più protette». ed ha lanciato un esempio provoctorio «si provi a immaginare se sabato scorso ci fossero stati 20 o 25 militari della Folgore insieme agli otto carabinieri assaliti dai manifestanti violenti. Cosa sarebbe successo secondo voi? Dove li avremmo trovati Pallavicini e Rabbuffi?» L’affondo finale è partito proprio dai disordini di sabato scorso durante il corteo pomeridiano “antifascista” promosso dagli autonomi di sinistra: «E’ vergognoso che il Pd abbia criticato il Comune di Piacenza il giorno dopo i disordini – ha sostenuto Foti – Ma se ci si pensa bene è lo stesso Pd che per due volte ha governato questa città proprio grazie all’accordo con Carlo Pallavicini e Luigi Rabbuffi che sabato scorso erano in quel corteo. Mandiamoli a casa, alziamo le nostre bandiere, alziamo le nostre voci. Questa volta non li battiamo, li asfaltiamo».

Anche da Pietro Pisani (Lega Nord) parole durissime sul centrosinistra e i suoi governi, ma prima ancora sul fatto che gli italiani è da troppo tempo che non votano, che non possono scegliere da chi farsi governare: «Hanno messo dei tecnici a scegliere per noi, a decidere per noi – ha detto – ma a quanto pare non riuscivano nemmeno a compilare la loro dichiarazione dei redditi visto che si dimenticavano di inserire case in Svizzera». Ma non solo: questi tecnici hanno ridotto in povertà il Paese, dice Pisani: «La legge Fornero, che aboliremo come primo atto di governo, ha mandato in pensione persone senza fare i conti, senza sapere se potevano andarci. E oggi ci troviamo con gente senza lavoro e senza pensione, con anziani italiani che rovistano nei cassonetti della spazzatura per trovare da mangiare. Sono cose che gridano vendetta».

Anche da Pisani ha affrontato il tema sicurezza ed immigrazione incontrollata: «Chiuderemo i centri sociali – ha promesso – che non sono altro che agglomerati di illegalità. Basta impunità, è così che si sta distruggendo l’Italia. Non è possibile che dopo i fatti di sabato, dopo che un carabiniere è stato malmenato e ferito da manifestanti di sinistra, il giorno dopo costoro vadano sui giornali dicendo anche che hanno ragione. E’ inaccettabile che le cronache di questi giorni ci rivelino la presenza della mafia nigeriana che uccide la nostra gente e ci mangia il cuore. Capite? Ci mangiano il cuore. No, è troppo, ora basta. E’ ora di mandarli a casa, è ora di riprenderci il nostro Paese, è ora di andare al governo».

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