Cinquant’anni di sacerdozio di padre Carmelo Di Giovanni, in larga parte trascorsi a Londra

Il religioso, oggi cappellano nel carcere di Regina Coeli, fino al 2014 ha vissuto nella capitale inglese, operando a St. Peter, parrocchia frequentata anche da tanti emigrati piacentini e nelle carceri di Sua Maestà

Una straordinaria esperienza di sacerdozio, lunga ben cinquant’anni, contraddistingue l’opera sacerdotale di padre Carmelo Di Giovanni, raccontata giovedì sera nel salone dell’oratorio parrocchiale dei Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia.

Per l’occasione, Giovanni Piazza, presidente di Piacenza nel Mondo, ha consegnato un riconoscimento a padre Carmelo, “per la sua instancabile opera di sostegno agli italiani a Londra, moltissimi dei quali piacentini”.

Il parroco don Pietro Cesena, ha presentato padre Carmelo ricordando i momenti vissuti insieme durante la sua permanenza a Londra, nella Chiesa di San Pietro.

“St. Peter è stato un punto di riferimento e di aggregazione dei tantissimi italiani di Londra – ha raccontato padre Carmelo, che ha vissuto per oltre quarant’anni, precisamente dal settembre del 1971 fino allo stesso mese del 2014, nelle terre della Regina Elisabetta.

Padre Carmelo si è contraddistinto nel suo sostegno anche ai carcerati. Nel lungo periodo a Londra, padre Carmelo è stato cappellano nelle carceri inglesi, ed ha vissuto il dramma dei tanti giovani incarcerati, facendo spesso da tramite con le loro famiglie in Italia.

Oggi padre Carmelo continua la sua missione come cappellano nel carcere romano di Regina Coeli, dando pratica all’insegnamento del Signore, descritto nel Vangelo di Matteo.

L’Inghilterra è stata il teatro di ben tre flussi migratori, “il primo è stato quello dei tanti italiani partiti a partire dalla fine del XIX secolo (fra i quali tantissimi di Morfasso, ndc) per costruirsi una vita migliore è che si sono fatti apprezzare per il loro lavoro – ha spiegato.

La seconda, avvenuta fra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso, ha visto tantissimi giovani prigionieri della tossicodipendenza, “molti dei quali morti nella solitudine, quando non erano in carcere – ha proseguito, sottolineando la frattura fra la precedente generazione di immigrati e la seconda, ritenuta responsabile della resa cattiva reputazione.

È proprio in questo contesto che padre Carmelo ha svolto un delicato lavoro di equilibrio fra queste due realtà migratorie.

“La terza immigrazione è quella del nuovo millennio, giovani laureati, molti sanitari, apprezzati per le loro doti professionali. La Chiesa di St. Peter, ha rappresentato, e continua ad esserlo anche oggi, un punto di riferimento per tutti gli italiani oltre Manica”.

“Per questo è per la sua opera svolta a Londra vogliamo consegnare un riconoscimento a nome di tutti i piacentini all’estero – ha spiegato Piazza, ricordando la forte presenza morfassina a Londra, “non a caso è quella di Santa Franca la prima statua collocata nella chiesa londinese. Nella targa abbiamo voluto inserire un grande Santo Europeo, l’irlandese San Colombano, co-patrono della nostra diocesi di Piacenza – Bobbio”.

Al termine, il religioso Pallottino ha raccontato la sua esperienza vissuta con i grandi santi del nostro tempo, come Madre Teresa a Calcutta e San Giovanni Paolo II.

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