Cinque studenti del Politecnico progettano un “Rinascimento ecologico” per Piacenza

Il lavoro messo a punto da un gruppo di studenti stranieri della sede piacentina del Politecnico immagina un futuro con meno cemento e meno spreco di suolo

Si intitola Slow Epitome il lavoro svolto da cinque studenti del Politecnico di Milano, sede di Piacenza, per il corso di Urban and Environmental Design Studio. Farnaz  Baadahang, Sumaita Tahseen, Jui Kamalbhai Halvadia, Azra Ahsen Ozyurt, Salman Sadeghi, coadiuvati dai professori Matteo Motti e Giovanna Fontana. In cinque mesi di tempo hanno dato vita ad un meticoloso ed interessante progetto che immagina un vero e proprio “Rinascimento ecologico” nel corridoio verde a sud della nostra città (tra cui anche l’area “Farnesiana 6” vicino alla Tangenziale, scelta dalla Giunta Barbieri per il nuovo Ospedale).

Gli autori del progetto sottolineano come lo stesso “metta in evidenza il lato oscuro dell’uso eccessivo delle terre”.

L’acronimo scelto sta per Sustainable, Local, Organic e Wholesome (sostenibile, locale, biologico e salutare).

«Il nostro modello – raccontano – enfatizza la produzione alimentare più tradizionale e il semplice eco – stile di vita. L’obiettivo è mostrare i possibili interventi e gli strumenti necessari per far sì che questa transizione avvenga e diventi realtà. Innanzitutto la permacultura e le sacche forestali per creare un sistema alimentare naturale, poi la coltivazione della canapa per il fito – risanamento della terra danneggiata, l’industria dei materiali sostenibili a base di canapa e infine una vita comunitaria a zero rifiuti».

Il passo successivo è credere in un ciclo di vita completamente nuovo nella situazione post pandemica.  Perchè «è necessario imparare nuovamente l’arte del vivere. Non c’è niente di peggio che tornare alla “normalità” che conoscevamo, inquinando le nostre terre ed uccidendo i semi che ci sostengono. Il cibo nel piatto non ha bisogno di essere impacchettato in qualche supermercato, ma può essere a un minuto a piedi dalla nostra porta di casa. È così che reimmaginiamo la nostra nuova normalità, sottomettendo l’ego interiore, rispondendo in modo creativo al cambiamento».

A far conoscere questo progetto è il gruppo informale “Piacenza si ri-bella”  che si propone come antitesi a quanto fatto da una giunta che viene definita “disastrosa”.

Nel mirino del gruppo soprattutto le decisioni politiche riguardanti ex mercato ortofrutticolo, nuovo Ospedale e Via Maculani e più in generale alla “cementificazione selvaggia”.  Oltre allo “sforamento mensile dei limiti di PM10 da maglia nera europea”.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome