Concluso il progetto “One by One”: oltre 190 cuccioli controllati in un anno dalle Guardie zoofile Enpa

Il progetto ‘’One by One’’ ovvero “uno ad uno” è partito nel 2020, dando priorità a tutte quelle situazioni che vedevano come protagonisti i cuccioli come ha spiegato il Commissario di Enpa Piacenza Bravaccini Michela.

Leggiamo la sua dichiarazione.

“La legge Regionale che obbliga l’iscrizione all’anagrafe canina dei cuccioli entro i primi 30 giorni dalla nascita e l’inserimento del microchip entro i 60 giorni risale al 2000, eppure malgrado siano passati vent’anni, ancora oggi il mezzo più efficace per proteggere il proprio animale d’affezione viene spesso ignorato. Una leggerezza che può costare caro. Ogni anno decine di cani privi del microchip di riconoscimento entrano purtroppo nei nostri canili, in quanto rinvenuti vaganti, oppure abbandonati, non c’è per loro la possibilità di risalire né al proprietario che potrebbe averlo smarrito, né al malfattore che potrebbe averlo abbandonato. Cè da considerare poi che in caso Il vagare di questi animali provochi sfortunati incidenti, non c’è per le persone loro malgrado coinvolte, la possibilità di vedere riconosciuto alcun tipo di diritto. Come non menzionare poi la possibilità, come è già accaduto, che attirato con un po’ di cibo il nostro piccolo compagno a quattro zampe ci venga rubato nel giardino di casa, all’interno della macchina, ebbene senza microchip lo rendiamo vulnerabile ancor di più anche questo tipo di atto delinquenziale.  Hanno collaborato associazioni animaliste, volontari e cittadini

Essenziale è stata la collaborazione di volontari ed associazioni animaliste piacentine, grazie a un fitto tam tam un po’ alla volta durante l’anno, sono giunte segnalazioni su cucciolate casalinghe, annunci che venivano postati sui vari siti web, su post inseriti nei social (Facebook Twitter etc.). “Grazie a questa coesione sono stati fatti controlli su quasi 200 cuccioli, ‘’Se vi sembra una cifra enorme sappiate che in realtà è come svuotare il mare con un cucchiaino, basta fare un piccolo calcolo matematico e pensare questo, se pochi volontari in meno di 30 controlli suddivisi in 11 mesi  hanno appurato il mancato inserimento di microchip in quasi 200 cuccioli, provate a moltiplicare questa cifra almeno per 5 e avrete in difetto la dimensione di quanto grave sia questo problema”. È anche grazie a questi controlli incrociati che le Guardie Zoofile dell’Enpa quest’anno hanno identificato quattro allevamenti abusivi, due dei quali completamente smantellati. Pochissima informazione da parte delle amministrazioni comunali, sottovalutata l’opera educativa. È veramente ora che si torni a fare educazione su questo argomento, oltre che in generale sul benessere degli animali. Non è veramente ammissibile che dopo vent’anni ci siano persone che ancora si scusano della loro negligenza con la classica frase ‘’ma io non lo sapevo’’. E’ fondamentale che si capisca Inoltre, che la sterilizzazione non è un torto che si fa al proprio cane, ma un’azione necessaria per evitare cucciolate indesiderate, che non si è capaci di gestire, spesso in età adulta l’animale ha complicazioni dovute ai troppi parti.  Quindi sicuramente sensibilizzare, educare, informare, aiutare magari con campagne mirate che abbattono i costi sia del microchip sia dell’inserimento di quest’ultimo da parte dei veterinari, in questo modo in poco tempo si vedrebbe nel nostro territorio un calo esponenziale di quelli che con una parola molto edulcorata vengono chiamati “ospiti” nei canili, ben consapevoli che i canili della nostra provincia sono ben gestiti e gli animali seguiti ed accuditi. L’amara verità fra accumulatori seriali e pseudo volontarie animaliste che “io faccio come voglio”…

Se è vero che c’è stata coesione da parte di associazioni animaliste e volontari, vi è anche il rovescio della medaglia, “Alcune volontarie (pochissime ma fanno danni per cento), anziché aiutare nell’educazione sull’importanza del microchip, della tracciabilità, della sterilizzazione, si recano presso famiglie che hanno cucciolate, prelevano (con il consenso dei proprietari) i cuccioli e li cedeno a loro volta senza questo importante strumento di tracciamento. “Questo modo di operare è veramente assurdo, l’esatto contrario di fare il bene dell’animale, eppure spesso si ha di fronte persone supponenti, egoiste, individualiste, che pensano che le loro “adozioni” anche senza microchip, sono adozioni superbe e che non abbiano bisogno di questo particolare strumento quindi per tutelare l’animale, in questi casi siamo all’apoteosi dell’assurdo! Vanificano gli sforzi di tante associazioni benemerite, tolgono ai proprietari il ‘fardello’ della cucciolata senza far nulla per impedirne altre!” Altro problema penosamente sottovalutato e quello degli accumulatori seriali, cit. Dottor Marco Bravi “persone che non accumulano oggetti bensì animali, solitamente cani o gatti, un fenomeno diffuso e spesso nascosto, apparentemente può essere scambiato per un comportamento dettato da un sentimento d’amore per gli animali. Si tratta invece di un amore distorto e malato, che provoca gravissimi danni, e spesso la morte, negli animali che ne sono vittime.” Basti pensare che in un Comune della nostra provincia vi sono due persone che sono arrivate a detenere oltre cento cani, una vera e propria bomba ad orologeria, quel che è certo è che in breve tempo a pagarne le conseguenze saranno in primis loro…gli animali come sempre. Il Commissario Bravaccini conclude con i ringraziamenti “Alle Guardie volontarie Zoofile: Massimiliano Sartori, Elena Anelli, Maria Giovanna Passera, ai volontari Ciro, Cristian, Adriano, Rosanna, Deborah, Claudia, Marinella i miei più cari e vivi ringraziamenti, ognuno di loro è stato un tassello importante per questo grande risultato”

 

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