Coppie in amore e nello spaccio: 6 arrestati (su 23 ordinanze di custodia cautelare) sono compagni di vita

Duro colpo inferto dai carabinieri al micro spaccio di Piacenza. Documentate oltre 1.500 cessioni di droga. I pusher si rifornivano a Milano e trasportavano la droga in treno

Ancora una volta la stazione di Rivergaro, guidata dal luogotenente Roberto Guasco, al centro di un’importante operazione antidroga. Coordinata dalla procura della Repubblica di Piacenza l’indagine ha portato all’emissione da parte del Gip Luca Milani di 16 misure di custodia cautelare in carcere, 7 agli arresti domiciliari ed ulteriori 8 misure non detentive. Undici le persone che ieri i carabinieri del comando Provinciale di Piacenza e della Compagnia di Bobbio (insieme a colleghi di Genova, Lodi, Milano Pavia, Sondrio e Savona) sono riusciti a portare in carcere. Mancano all’appello ancora cinque indagati che non avendo fissa dimora non sono, al momento stati individuati sul territorio: per loro potrebbero aprirsi presto le porte del carcere. Nell’operazione conclusiva, scattata ieri, sono state utilizzate anche unità cinofile di Bologna, Bergamo e Padova e complessivamente hanno agito oltre 100 carabinieri.

Come hanno spigato in conferenza stampa il procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella ed il sostituto Emilio Pisante il geip ha accolto gran parte dell’impianto accusatorio costruito con pazienza dai militari di Rivergaro in un’indagine partita nel 2019 e durata circa quattro mesi, durante la quale sono stati arrestate in flagranza 12 persone (oltre a tre denunce a piede libero) e costruita in gran parte co metodi tradizionali. Oltre all’utilizzo delle intercettazioni i militari hanno effettuato tantissimi appostamenti e pedinamenti e documentato l’impressionante numero di 1.500 episodi di spaccio avvenuti in larghissima parte nella città di Piacenza. Centinaia i consumatori di droga individuati e segnalati alla prefettura come assuntori.

“Si sono ottenuti risultati davvero incisivi nel mondo dello spaccio  – hanno detto i magistrati -. Quello di Piacenza non è il grande spaccio ma un spaccio capillare”.

Tratto comune fra tutti i pusher individuato dai carabinieri il fatto di rifornirsi a Milano e poi trasportare la droga a Piacenza o in auto o via treno. Per evitare controlli in stazione talvolta gli spacciatori scendevano in stazione a Codogno e poi compivano l’ultimo tratto in auto o gettavano la droga dal finestrino del treno in prossimità di Piacenza, dove era pronto un complice per raccogliere l’involucro.

Altra peculiarità il fatto che fra le persone coinvolte vi siano ben tre coppie, compagni nella vita e nello spaccio. Tre uomini sono finiti in carcere mentre le tre donne sono ai domiciliari. Secondo gli inquirenti hanno avuto un ruolo diretto nella gestione del business o tenendo i contatti con i fornitori o aiutando ad occultare lo stupefacente od ancora gestendo i rapporti con i clienti.

Dei 31 indagati 9 sono italiani e 22 stranieri (15 di origine marocchina, i restanti egiziani, tunisini e senegalesi). Alcuni risiedevano a Piacenza o nel basso lodigiano, una coppia è stata rintracciata a Sondrio, città da cui periodicamente si spostavano nella nostra provincia per rimanervi una 15 di giorni, ovviamente spacciando. Altri si spostavano fra varie provincie senza avere una fissa dimora ed ecco spiegato il coinvolgimento di altri comandi provinciali dei carabinieri per il loro arresto.

Ogni gruppo agiva in autonomia (ma con collegamenti fra loro), talvolta singolarmente o in coppia altre volte con il coinvolgimento di tre o quattro persone. Offrivano droga di ogni sorta hashish, marijuana, cocaina, eroina I rifornimenti dl capoluogo lombardo erano pressoché quotidiani. In totale sono stati sequestrati 2 chili e 250 grami di hashish, 32 grammi di cocaina ed in un caso anche una fiala da 100 ml. di metadone recuperata al Sert e ceduta ad un tossicodipendente.

L’operazione è stata denominata “Bicycle”, in quanto il primo spacciatore ad essere individuato si muoveva in bicicletta per incontrare gli acquirenti.

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