Dal 4 luglio apre la mostra Klimt e i maestri “segreti” della Ricci Oddi

In esposizione opere di Carlo Carrà, Felice Casorati, Pietro Marussig, Arturo Tosi e Gianfilippo Usellini

Dal 4 luglio al 9 gennaio 2022, la galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza presenta “Klimt e i maestri “segreti” della Ricci Oddi”, la seconda attesa tappa di Progetto Klimt, programma scientifico biennale, promosso dal Consiglio di Amministrazione della Galleria.

La mostra, curata da Elena Pontiggia (con la collaborazione dell’Archivio Marussig per la sezione Marussig), nasce dalla volontà di far conoscere meglio l’opera di alcuni grandi maestri dell’arte italiana del Novecento presenti nella collezione della Galleria con una sola opera.

“L’aggettivo ‘segreti’ del titolo va messo doverosamente tra virgolette. Carrà, Casorati, Marussig, Tosi e Usellini sono pittori ormai storicizzati e hanno un posto sicuro nella storia dell’arte del Novecento, anche se alcuni di loro sono meno conosciuti dal grande pubblico. Tuttavia, ognuno di essi è un unicum nella Galleria Ricci Oddi, come del resto il Ritratto di Signora di Klimt. Nasce di qui l’esigenza di accostare a quell’unicum un piccolo gruppo di altri quadri” – dichiara la curatrice Elena Pontiggia

“Con un’intelligente e stimolante proposta questa mostra, ideata e curata da Elena Pontiggia, ha inteso riaccendere l’attenzione sul Klimt ritrovato e su cinque capolavori del Novecento di Carrà, Casorati, Marussig, Tosi e Usellini, destinati a dialogare con una serie di altri loro dipinti pro­venienti da collezioni private. Tutto ciò per inserirli in un contesto e spiegare meglio gli intenti che hanno animato nel tempo Ricci Oddi” – aggiunge Fernando Mazzocca, Presidente della Galleria Ricci Oddi.

Il percorso espositivo muove infatti dal “Ritratto di signora” di Gustav Klimt – recentemente riesposto a seguito del ritrovamento – e dal suo “Ritratto di vecchio” (1917), esposto solo una volta prima d’ora, per inoltrarsi nella poetica di cinque maestri italiani: due tra i maggiori paesaggisti italiani del Novecento, Arturo Tosi (1871-1956) e Carlo Carrà (1881-1966), insieme a tre esponenti del realismo magico, Pietro Marussig (1879-1937), Felice Casorati (1883-1963) e Gianfilippo Usellini (1903-1971). Tutti autori di opere immerse in un’atmosfera senza tempo, vero tema del percorso espositivo.

Le opere “Agro di Rovetta” (1924) di Tosi; “Natura morta” (1926) di Usellini; “I pagliai” (1929) di Carrà; “Natura morta” (1933) di Marussig e “Donne in barca” (1933-34) di Casorati, conservate dalla Galleria Ricci Oddi, si trovano dunque affiancate, in un allestimento progettato ad hoc, a una selezione di dipinti dei cinque artisti.

Tra le opere in mostra si segnalano: “Nudo alcoolico” (1895) di Tosi, singolare anticipazione – ancora nel cuore dell’Ottocento – di una ricerca di segno, gesto e materia già sostanzialmente informale; “Le lavandaie” (1934) di Usellini, esposto alla Quadriennale di Roma del 1935; “Ritratto di signora in nero” (1924) di Casorati, capolavoro del realismo magico dell’artista, concesso in prestito dall’Eni Museum di Roma, e l’inedita “Cucitrice nella soffitta” (1931), mai esposta prima d’ora; “Crepuscolo” (1921) di Carrà, opera-manifesto della stagione primitivista dell’artista; il suggestivo “Nel mio giardino” (1916) di Marussig, proveniente dalla collezione della Permanente di Milano.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Nomos Edizioni, con una introduzione di Fernando Mazzocca, presidente della Galleria Ricci Oddi, un saggio e schede descrittive di tutte le opere di Elena Pontiggia.

Klimt e i maestri “segreti” della Ricci Oddi

dal 4 luglio al 10 dicembre 2021 presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi in via San Siro, 13 a Piacenza.

Orari

martedì, mercoledì, giovedì: 9.30 – 13.30

venerdì, sabato* e domenica*: 9.30 – 13.30 e 15.00 – 18.00

*solo su prenotazione, scrivendo una mail a [email protected]

Biglietti

Intero € 9

Ridotto € 5

Le origini della Galleria Ricci Oddi

La storia della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi è indissolubilmente legata alle vicende private del collezionista Giuseppe Ricci Oddi che inizia a costituirla per gusto personale a partire dal 1898. Nel 1913, Ricci Oddi decide di collocare la propria collezione in una struttura pubblica, con l’obiettivo di arricchirla e condividerla con l’intera Città di Piacenza. Negli anni ’20, Ricci Oddi dona la sua collezione alla Città e si occupa dei lavori per la costruzione della Galleria, progettata dall’architetto Giulio Ulisse Arata: una struttura composta da 22 sale con una precisa autonomia volumetrica e spaziale, che danno luogo a un itinerario unitario scandito dalla luce naturale e che ha l’ambizione di dare uno spaccato – regione per regione – dell’arte italiana di quel periodo.

L’11 ottobre 1931 si inaugura la Galleria alla presenza dei Principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia, e Ricci Oddi amplia la collezione, che diventa sempre più importante per colmare le lacune della raccolta e renderla adeguata al suo progetto ideale. Infatti, la collezione comprende solo opere databili tra il 1830 e il 1930, esclude le arti cosiddette minori e mantiene un equilibrio tra le varie regioni italiane con pochissima attenzione verso i pittori stranieri.  Alla scomparsa di Ricci Oddi nel 1937, il Comune riceve quasi tutto il suo denaro, le azioni e i gioielli di famiglia per consentirne la gestione e il continuo ampliamento della collezione.

Continuano gli acquisti, spesso alla Biennale di Venezia, e le donazioni anche da parte degli stessi artisti. Un esempio per tutti è Filippo De Pisis, che nel 1937 offrì “Vaso di fiori con pipa” appena dipinto.

 

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