Domani benedizione degli animali in San Dalmazio

Lunedì 17 gennaio 2022, festa di Sant’Antonio Abate, presso l’Oratorio di San Dalmazio, in via Mandelli 23, a Piacenza dalle ore 17:00 alle ore 18:00 sarà ripetuta la pluri-centenaria benedizione degli animali. Il rito sarà celebrato fra le 17 e le 18 dopodiché gli animali potranno restare in chiesa, con i loro accompagnatori, per la messa. Saranno distribuite confezioni di sale benedetto e, a chi ne farà richiesta, saranno consegnati flaconcini di olio lenitivo, preparato in farmacia, per le irritazioni della pelle, popolarmente definite “fuoco di Sant’Antonio”.
La vita del santo eremita egiziano, dei primi secoli del cristianesimo, ben documentata, si intreccia con leggende popolari, compresa quella che lo considera protettore degli animali, caratteristica che legata un tempo solo all’allevamento si è trasferita attualmente anche agli animali di compagnia. Il Concilio Vaticano II ha considerato la tradizione ed i riti collegati una manifestazione di religiosità popolare da mantenere ed i sacerdoti che impartiscono la benedizione sottolineano che è rivolta alle persone ma si estende anche ai loro amici animali, nello spirito francescano che rispetta ogni creatura.

Scopo degli organizzatori (la Confraternita dello Spirito Santo) è quello di tenere vive le tradizioni per far crescere e tutelare l’identità dei nostri territori, facendo del passato il patrimonio del presente ed il perno del futuro. L’idea è quella di vivere la fede popolare come occasione di festa e di rinnovata ricerca di quei valori che hanno sempre impreziosito le nostre terre.
Mentre il gelido inverno avanza e il gelo penetra nelle viscere della fertile terra creando un bianco incantesimo arriva puntuale, come ogni anno, una delle ricorrenze più attese, sentite e celebrate di qua e di là dal fiume: quella di Sant’Antonio Abate, uno dei cosiddetti santi “mercanti della neve”.
«La festa forse più popolare e più antica di quelle celebrate nel cuore della campagna, già per la vigilia di questa ricorrenza, e quindi il 16 gennaio, è sempre stata una speciale usanza quella di pulire per bene la stalla, i pollai, i giacigli e le gabbie degli animali. Sempre per la vigilia, un tempo, anche il contadino più miscredente celebrava un rito singolare accendendo un cero di fronte all’immagine del santo nell’edicola a lui dedicata e posta, abitualmente, sopra l’ingresso principale delle stalle, recitando un rosario, per invocare la protezione del Santo su tutte le famiglie di animali, di grande come di piccola taglia, suino incluso, esistenti nella sua proprietà, una specie di protezione del santo stesso. A lui si chiedeva inoltre di difendere tutti, la casa e le cose, specie il fienile (una delle ragioni per cui, generalmente, nelle immagini del santo compare anche il fuoco). Un misto quindi di fede occasionale, bigottismo ed opportunismo.
Nel giorno del Santo (17 Gennaio) è usanza, in molte località, quella di benedire gli animali, le stalle e gli allevamenti, oltre al sale e al pane durante le cerimonie religiose. Numerose sono le località in cui i parroci si recano di persona, nelle aziende agricole e negli allevamenti, per impartire la benedizione. Per Sant’Antonio non si devono uccidere gli animali, e quindi ci si è sempre guardati bene dall’immolare, ad esempio, una gallina o un coniglio.
La ricorrenza del celebre asceta, uno dei più rigorosi eremiti di tutti i tempi e grande padre del monachesimo orientale, è da sempre accompagnata da una serie di riti molto antichi, legati strettamente alla vita contadina, che fanno di Antonio Abate un vero e proprio “santo” del popolo. E’ notoriamente considerato il protettore contro le epidemie di certe malattie, sia dell’uomo, che degli animali. E’ invocato, in particolare, come protettore del bestiame ma anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota come “fuoco di Sant’Antonio” o “fuoco sacro”».

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