Don Giuseppe Illica: “la maturità l’ho vissuta come la vita, tranquillamente”

E’ sempre stata una persona schietta, diretta, don Giuseppe Illica già quando giovane sacerdote insegnava al ginnasio San Vincenzo. Al pari del suo collega e preside, mons. Guido Tammi, non disdegnava regalare qualche “plattone” per far entrare meglio la lezione nella zucca degli studenti. Ma il maestro indiscusso della tecnica rimaneva il monsignore.

Il cuore, probabilmente, lo ha lasciato in Brasile dove fu, per alcuni anni missionario. Rientrato in Italia fu parroco di Castel San Giovanni finché venne scelto dal vescovo mons. Gianni Ambrosio come vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio. Dallo scorso ottobre è tornato a fare il parroco a Fiorenzuola.

Don Illica si ricorda il suo esame?

La maturità l’ho data nel 72 al Liceo classico Gioia, da privatista. Noi venivamo dal seminario, avevamo una scuola interna. Eravamo in quattro privatisti, due seminaristi e altri due di fuori.

Che tema scelse?

Era un tema sull’Europa. Invece ci assegnarono un brano di Tacito un po’ difficile. Falcidiò parecchi studenti. Io non ero molto preoccupato.

Ho vissuto l’esame come le altre cose della mia vita, tranquillamente.

Quindi non è stata per lei un incubo?

Ma no. Secondo me son balle. Adesso c’è la tendenza ad esagerare un po’ su tutto. Sono normali passaggi della vita. Sa quale è la grande differenza?

No. Me lo dica

Non avevamo i genitori che ci rompevano le ….  le scatole. I miei genitori non sapevano nemmeno cosa fosse l’esame di maturità. Quindi nessuno mi ha telefonato, nessuno mi ha detto: “ma allora come stai, come ti senti”. Eravamo in seminario, bei tranquilli, studiavamo come degli schiavi. Questo si, si studiava molto.

Abbiamo realizzato alcune interviste sui ricordi della maturità e molti ci hanno confessato di averla vissuta appunto come qualcosa di terrorizzante e di averla sognata per anni.

Mamma mia no. Noi avevamo solo la preoccupazione di non cadere sotto la Calderini che allora era famosa per la sua severità. Per fortuna ci andò bene.

Non si ricorda nessun episodio particolare di questa maturità?

Mi ricordo solo una cosa stranissima che mi è venuta in mente mentre parlavamo. Sono stato il primo a dare l’orale. Avevano sorteggiato di incominciare con i privatisti e io ero in cima alla lista in ordine alfabetico. Ero li che aspettavo e una ragazza mi si avvicinò e mi tocco, dicendo “così mi porti bene”.

E le portò bene davvero?

Non lo so. Non ho avuto modo di verificarlo.  Non conoscevamo nessuno.

Da insegnate è mai stato dall’altra parte della barricata? Ha mai fatto parte di una commissione d’esame?

No perché ho insegnato al San Vincenzo ed allora c’era solo il ginnasio, non il liceo.

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