Donna di Fiorenzuola  accusata dalle guardie Enpa di abbandono di animale e “zooerastia”

Una giovane (che si definisce sex worker online) è stata denunciata per una serie di reati fra cui anche perversioni sessuali che avrebbero coinvolto animali

Sarebbe arrivata ad avere rapporti sessuali con animali una giovane residente a Fiorenzuola che, stando al profilo Facebook, si definisce “sex worker online virtuale”. Ad accusarla di questa perversione sessuale (tecnicamente chiamata zooerastia) sono state le guardie zoofile dell’Enpa che l’hanno denunciata alla procura dalla Repubblica di Piacenza anche per abbandono di animale (727c.p.),  per maltrattamento di animali (art. 544 ter), per interruzione di pubblico servizio (art 340 c.p.) ed infine per violenza a pubblico ufficiale (art.336 c.p.).

Questa strana vicenda ha preso il via da un post apparso su un noto gruppo Facebook piacentino e con cui la donna offriva in adozione il proprio cane, una piccola e giovane meticcia. Nel post la donna specificava che la cagnolina non era né “microchippata” né sterilizzata ed invitava chi fosse interessato a non farle perdere perdere tempo e che per avere il cane bisognava andarlo a prendere a Fiorenzuola.

L’offerta di adozione non è passata inosservata ed alcuni cittadini, così come gli uffici comunali del capoluogo della Val d’Arda lo hanno segnalato alle Guardie dell’Enpa.

In tutti destava preoccupazione e perplessità la mancata microcippatura del cane che veniva dato in adozione in maniera spiccia e decisamente poco consapevole, nonostante fosse un molosside.

«Ad un primo contatto telefonico – racconta il capo nucleo delle Guardie zoofile Michela Bravacciniabbiamo spiegato alla signora che prima di cedere il cane avrebbe dovuto obbligatoriamente – vista la L.R. 27/ 2000 – eseguire la microcippatura del cane, intestandolo a suo nome, questo per tutelare l’animale e per evitare facili abbandoni da parte di terzi nel momento in cui lei lo avesse ceduto».

La giovane aveva lamentato una carenza economica tale da impedirle di microcippare il cane. «L’abbiamo invitata a rivolgersi al Comune di Fiorenzuola D’Arda – continua Bravaccini –  che le sarebbe sicuramente venuto incontro. Le abbiamo anche offerto l’inserimento del microchip da parte di un veterinario del posto in forma completamente gratuita.M algrado tutto la donna anziché cogliere l’opportunità ha continuato, anche tramite la cognata – ad inserire post di adozione su vari gruppi».

Le guardie zoofile hanno deciso di intervenire e si sono recate più volte al domicilio della signora per verificare lo stato detenzione della cagnolina. La donna però si è resa non solo irreperibile, ma ha fatto sì che del cane si perdessero le tracce. Ad un certo punto  ha ingaggiato con le guardie una conversazione che ben presto ha rivelato scenari definiti dall’Enpa  “veramente disgustosi ed orripilanti”.

«La signora (che offrirebbe servizi sessuali online) parlando con le guardie – si legge nella nota Enpa – avrebbe utilizzato epiteti offensivi, denigratori, arrivando ad augurare la morte per malattia direttamente al capo nucleo ed ha inviato alla stessa delle terribili foto che esprimono tutto quello che c’è di malato ed insano nella natura umana,  foto che ritraevano animali seviziati sessualmente. In una di quelle foto si intuiva che uno di quei poveri cani fosse proprio una femmina di molosside».

Il nucleo delle guardie zoofile di Enpa, attraverso alcune indagini, ha individuato dove la cagnolina era stata portata (un comune in provincia di Venezia) ed ha presentato in procura una  notizia di reato a carico della signora fiorenzuolana, ora al vaglio degli inquirenti.

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