Dopo l’aggressione di mercoledì, questa sera riapre il Tuxedo

Tanti i messaggi di solidarietà al titolare del locale Carlo Dodi, aggredito, insieme a figlio, con cieca violenza da alcuni avventori che non volevano indossare la mascherina mercoledì notte. Del caso si è occupato anche Canale 5

Tuxedo Pub

Una vetrina rotta. Un cartello con scritto stasera chiuso. Un post su Facebook  che avvisa della chiusura “per dovuto riposo ..!!!.

Sono tanti gli indizi che, con discrezione,  questo pomeriggio raccontavano la notte di follia che ha avuto luogo mercoledì sera al Tuxedo la nota birreria di via Colombo con vittime il gestore Carlo Dodi, il figlio Cristian e due clienti violentemente aggrediti da quattro avventori che, invitati ad indossare le mascherine e sedersi ad un tavolo per consumare le ordinazioni, hanno reagito picchiando i titolari e sfasciando anche alcuni arredi.

Davvero un anno orribile per Carlo Dodi, 61 anni, che alcuni mesi fa aveva duramente lottato contro il Covid (per fortuna sconfiggendolo) e che ora è dovuto tornare in ospedale per la follia di queste persone.

Il bilancio sanitario del “pestaggio” è stato pesante con un trauma cranico ed alcuni punti di sutura per Carlo Dodi, un dito rotto per il figlio Cristian, una frattura alla gamba per un cliente e vari traumi per l’altro.

Il tutto è avvenuto verso la mezzanotte di mercoledì, poco dopo la conclusione di un apprezzato concerto jazz che aveva attratto molti piacentini, nel pieno rispetto delle regole Anticovid.

La buona notizia è che questa sera il Tuxedo riaprirà regolarmente. Nel tardo pomeriggio dell’aggressione si è occupato anche il programma condotto da Barbara D’Urso Pomeriggio Cinque in onda su Canale 5.

Alla trasmissione, in  diretta, hanno partecipato Carlo Dodi e la moglie. E’ stata proprio lei a servire tre birre medie agli aggressori – italiani con un forte accento napoletano – e li ha invitati ad indossare le mascherine ed a sedersi ad un tavolo essendo proibito consumare le bevande in piedi per le norme anti Covid. I tre hanno discusso un po’ ma si sono alla fine allontanati salvo tornare poco dopo con atteggiamento aggressivo. «Uno mi si è avvicinato – ha raccontato Carlo Dodi –  con fare minaccioso. Sembrava un dobermann che mi si avvicinava, muso contro muso senza indossare la mascherina. E’ incredibile il livello di cattiveria che aveva».

I due hanno spiegato i momenti successivi con i tre che hanno aggredito Dodi ed il figlio Cristian, lanciando tavoli e panche verso l’interno del locale e danneggiando una vetrina. Carlo Dodi è caduto a terra svenendo. Alla fine ha riportato un trauma cranico e gli sono stati dati cinque punti in testa. Peggio è andata al figlio Cristian che ha riportato una frattura ad un dito ed ha avuto una prognosi di 30 giorni. Per questo non può tornare al lavoro ed anzi probabilmente dovrà essere operato.

Intanto da parte dell’intera città si susseguono le manifestazioni di solidarietà. Amici, politici, clienti, tutti esprimono vicinanza sui social alla famiglia Dodi, increduli davanti a quanto avvenuto ed alla ricerca del perché gli aggressori (sembrerebbe italiani) abbiano reagito in modo così violento davanti ad una richiesta più che legittima (quella di indossare la mascherina).

“Neppure la musica ha placato la violenza. Grande solidarietà all’amico Carlo Dodi” scrive Giovanni Castagnetti ex assessore comunale ed anima del Piacenza Music Pride.

Stefano Cugini, consigliere comunale PD scrive invece “Solidarietà incondizionata. Poi urge affrontare seriamente – compito della politica – il tema del se e come si possa cambiare paradigma. Che ogni cialtrone (singolo o associato) si senta libero di fare e dire la qualunque, puntando poi a diventare fenomeno social, é un problema da risolvere”.

Un altro consigliere comunale, Nicola Domeneghetti, ha commentato “L’annus  horribilis per i pubblici esercizi non ha certo bisogno di essere ulteriormente aggravato dalla violenza di certi individui. Avventori che si rifiutano di indossare la mascherina e che richiamati dal titolare all’osservanza dell’obbligo, lo aggrediscono? Che il Tuxedo beer house debba chiudere, anche solo per una sera, a causa di questi delinquenti, dopo il periodo di chiusura forzata dovuta all’emergenza del nuovo coronavirus e che l’amico Carlo abbia subito questa aggressione, dopo la lunga degenza dovuta proprio a questo virus, è assolutamente inaccettabile.

Gestire un pubblico esercizio non è più un’impresa, sta diventando una condanna!”

Michele Giardino consigliere comunale del Gruppo Misto così ha commentato: “La mia piena, assoluta, totale, convinta e incondizionata solidarietà a Carlo Dodi per l’ignobile aggressione cui è stato sottoposto insieme al figlio e ai suoi collaboratori, all’interno del suo locale Tuxedo. C’è una subcultura della violenza che sta sgorgando dai tombini e non mi importa definirla secondo antiquate categorie politiche. È violenza e come tale va stigmatizzata sul piano del dibattito pubblico, contrastata sul piano culturale, ma anche severamente punita sul piano penale. Carlo siamo con te!”

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