Due campagne a sostegno di Casa di Iris, in difficoltà a causa del Coronavirus

"Iodonoacasa", organizzata dall'Hospice, e #PrenditiCura, pensata dal nostro giornale, che lega Casa di Iris e Casa di riposo Vittorio Emanuele

L’Hospice Casa di Iris in questo periodo si trova in particolare difficoltà e necessita il supporto dei cittadini. Si trova attualmente impegnata in due campagne di raccolta fondi, la prima da loro organizzata, la seconda pensata da questo giornale, #PrenditiCura, che potete trovare a questo link  

Delle campagne da loro organizzate, cui viene aggiunto anche uno spot, abbiamo voluto parlare con Sergio Fuochi, che è presidente della Fondazione Casa di Iris. “A causa del Coronavirus abbiamo dovuto sospendere molti eventi vitali per la nostra attività da qui a maggio/giugno, anche a livello economico si trattava di introiti per 140 mila euro. Considerando che la struttura per continuare a lavorare ha bisogno di 320 mila euro l’anno, siamo di fronte a una grave perdita a livello economico, e a un disservizio notevole per chi frequenta i locali, anche considerando che siamo solo a marzo”.

L’Hospice offre 16 posti letto, per persone con patologie varie di ogni età, affetti da patologie croniche degenerative, che possono aver contratto il Coronavirus.

 

“Come ogni giorno da qualche settimana il mio primo pensiero, in qualità di Presidente della Fondazione Casa di Iris, va ai pazienti e a tutto il personale de “La Casa di Iris” (Hospice di Piacenza) compreso il personale della Rete delle cure Palliative, al quale rivolgo pubblicamente un grandissimo grazie per il lavoro svolto, per il lavoro che stanno svolgendo e che svolgeranno in futuro. Consentitemi un particolare e grandissimo ringraziamento a loro in questo momento di emergenza sanitaria, che sta ormai diventando anche un momento di emergenza sociale ed economica, durante il quale stanno lavorando in silenzio con grande rigore e dedizione, come sempre avvenuto, non “mollando” mai anche in condizioni di disagio e (a volte anche in condizioni) di precarietà.

Questo momento di emergenza ci ha fatto precipitare in breve tempo in una situazione surreale a cui non eravamo abituati. Come comune cittadino mi sento impotente non potendo dare il mio sostegno anche solo con la presenza fisica in struttura.
Però poi razionalmente in me, come in tutti i cittadini comuni, prevale il senso civico e il senso dello stato e quindi l’impegno all’applicazione delle disposizioni impartite dal Governo Centrale e da quello Regionale restando a casa. Capisco che l’unico aiuto concreto e di effettiva vicinanza agli operatori sanitari in questo momento è quello di applicare il principio del “IORESTOACASA” che deve essere la nuova parola d’ordine per noi cittadini fino alla fine dell’emergenza”.

Chiude infine con un mantra che in questi giorni vale per tutti: RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.

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