Durante il lock-down agivano come “rider dello spaccio” portando la droga dalla Lombardia a Piacenza

7 soggetti, tutti di origine marocchina, sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere mentre 1 è finito agli arresti domiciliari.

Nonostante il lock-down avevano continuato a servire instancabilmente i loro clienti “a domicilio”. Dei veri e propri “rider dello spaccio” le 8 persone (stranieri di origine marocchina) ritenute responsabili a vario titolo ed in concorso tra loro, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Il gruppo è stato colpito da un’ordinanza di di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Piacenza su richiesta della locale procura della Repubblica. Nel corso dell’operazione – che si è svolta nelle province di Piacenza, Monza-Brianza, Genova, Venezia, Bergamo 7 soggetti sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere mentre 1 è finito agli arresti domiciliari.

L’indagine era partita nel mese di giugno 2020 proprio in seguito ad alcuni episodi di cessione di stupefacente, documentati, durante il primo lockdown, dagli uomini della sezione operativa della compagnia carabinieri di Piacenza.

I militari sono così risaliti al gruppo di spacciatori, tutti di origine marocchina, che si riforniva di considerevoli quantità di stupefacente dall’hinterland milanese, per poi cederlo ad clienti piacentini. Luogo di scambio privilegiato le zone golenali a ridosso del fiume Po, nelle frazioni di Roncaglia, Mortizza, Borghetto, Roncarolo e Muradolo. Il gruppo di pusher si muoveva in questi luoghi nascosti tra la boscaglia. Per gli spostamenti utilizzavano varie auto ed accettavano ordinazioni dai consumatori locali anche via WhatsApp. In totale i carabinieri hanno ricostruito ben 1.800 episodi di cessione di droga

Nel corso dell’attività d’indagine sono stati eseguiti sei arresti ed il sequestro di 310 gr. di cocaina e 220 gr. di eroina. Cinque i pusher arrestati: 1 arrestato in flagranza di reato, 2 fermati quali indiziati di delitto e due sottoposti a ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Sono stati inoltre, trovati e sequestrati agli indagati complessivamente 250mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio e durante l’esecuzione del provvedimento 1 soggetto è stato trovato in possesso di 800 gr. di cocaina e circa 37mila euro in contanti.

Uno degli indagati, residente nella provincia di Monza Brianza, è accusata invece di essersi occupata della custodia temporanea degli ingenti proventi dello spaccio. L’uomo non “toccava” direttamente la droga ma gestiva i flussi di denaro. Una volta messo fuori gioco questo “contabile della droga”, il principale organizzatore per non tenersi i soldi in casa, ha iniziato a nascondere i contanti in un’edicola votiva della zona, poi scoperta dai carabinieri.

L’operazione ha preso il nome di “Iberia Express” in quanto la maggior parte dei pusher proveniva proprio dalla regione iberica.

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