E’ ufficiale: centri commerciali chiusi a Piacenza e provincia nel week-end

Dal 1^ al 24 novembre, centri commerciali chiusi il sabato e la domenica nel piacentino "per evitare un elevato afflusso, con conseguente rischio di assembramenti, dalla confinante Lombardia". Cosa chiude e cosa resta aperto

Come avevamo preannunciato ieri sera, è arrivata in mattinata la firma del presidente Bonaccini. Dunque centri commerciali chiusi nel fine settimana a Piacenza e provincia dal 1^ al 24 novembre per scongiurare il più possibile situazioni di affollamento a rischio contagio da Covid-19.

Lo stabilisce la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Un provvedimento adottato a scopo preventivo, per evitare possibili assembramenti di persone nel territorio piacentino, vista la serrata dei centri commerciali nella confinante Lombardia. Il provvedimento tiene conto anche dell’evoluzione dell’andamento epidemiologico in Emilia-Romagna e nella stessa provincia di Piacenza.

E’ stato assunto dopo la richiesta di intervento inviata il 24 ottobre alla Regione Emilia-Romagna dalla presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, cui si è aggiunto ieri, nel corso di una videoconferenza, il consenso dei sindaci del territorio, e il parere in tal senso del direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino.

 L’ordinanza

Dispone la chiusura il sabato e la domenica – dal 1^ e fino al 24 novembre – delle grandi strutture di vendita e dei negozi non alimentari all’interno dei centri commerciali di tutto il piacentino proprio per evitare uno sproporzionato afflusso, con conseguente rischio di assembramenti, a fronte della chiusura degli stessi esercizi presenti in Lombardia.

La disposizione non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l’igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, articoli di cartoleria e forniture per ufficio, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle librerie, alle tabaccherie e alle rivendite di generi di monopolio e di giornali e riviste.

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