Emanuele racconta la sua esperienza di soccorritore nella Pubblica Assistenza Valnure

Un percorso di volontariato iniziato due anni fa e che è passato anche attraverso la difficile esperienza della pandemia

Si chiama Emanuele il giovane soccorritore della Pubblica Assistenza Valnure di Ponte dell’Olio che ha voluto raccontare la sua esperienza di volontario all’interno dell’associazione in cui presta servizio da circa 2 anni,

Come si è avvicinato alla Pubbica?

«E’ iniziato tutto quasi per gioco quando un amico mi ha convinto ad assistere alla presentazione del corso di formazione per diventare volontari nella Pubblica Pontolliese».

Fu “attrazione a prima vista”?

«In verità all’inizio ci fu, a parte mia, tanta incertezza. Alla fine però la possibilità di espandere il mio bagaglio culturale e la voglia di migliorarmi, sapendo di far del bene per il prossimo, mi incuriosirono molto e decisi di aderire».

Iniziò così il suo percorso. Ce lo racconta?

«Passati i mesi dedicati alla formazione obbligatoria, che io ritengo siano fondamentali per poter salire preparati in ambulanza, presi servizio come soccorritore sui mezzi d’emergenza in convenzione con il 118 il 19 gennaio 2019 nella squadra che mi fu assegnata e di cui ora faccio parte».

Si ricorda il suo primo giorno di servizio?

«La giornata iniziò con il consueto e scrupoloso controllo dell’attrezzatura in dotazione al mezzo d’emergenza. Quel giorno me lo ricordo come se fosse ieri; incertezza, paura di sbagliare regnarono alla grande e il pensiero che suonasse il telefono non me lo levò nessuno dalla testa».

Arrivò mai quella chiamata?

«Non si fece attendere molto e il cuore schizzò a mille; arrivò il momento di mettere in pratica ciò che mi era stato insegnato!!  Il servizio si svolse in tranquillità grazie all’esperienza dei miei compagni che con un ottimo lavoro di squadra mi fecero sentire a mio agio. Mi spiegarono, giorno per giorno, sui vari interventi, come potermi migliorare. Per questo non smetterò mai di ringraziarli».

Quanto iniziò non si sarebbe mai aspettato di affrontare il Covid. Come è stato l’impatto, in particolare fra marzo ed aprile dello scorso anno?

«Mi sembra doveroso ricordare il periodo trascorso sui mezzi d’emergenza nel periodo più difficile della pandemia, durante il quale tanti giovani ragazzi come me hanno prestato servizio.  Non dimenticherò mai le strette di mano e gli sguardi dei pazienti che hanno lottato contro questo maledetto virus. Penso di poter dire che questa esperienza ha fatto di me una persona migliore. Mi ha reso capace di comprendere veramente quali siano le cose importanti nella vita e che dopotutto, quando siamo in salute, non ci manca proprio nulla».

Qual è il suo bilancio personale di volontario a due anni dal suo ingresso nell’associazione?

«Questa bellissima esperienza non è fatta solo di servizi sui mezzi d’emergenza ma anche di momenti divertenti, insieme agli altri volontari, al di fuori del contesto associativo. Sono certo di aver trovato molti nuovi amici che immancabilmente invogliano a continuare quello che sto facendo. Vorrei anzi lanciare un messaggio a tutti coloro che vorranno intraprendere questo magnifico percorso: siate umili, gentili e abbiate sempre la voglia di imparare nuove nozioni da chi ha più esperienza, in particolare da coloro che questo mestiere lo svolgono di professione e con cui ogni giorno orgogliosamente collaboriamo».

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