Emergenza coronavirus. Tagliaferri (Fdi): fare chiarezza sui contagi nelle strutture per anziani

L'esponete di Fdi evidenzial i dati di diffusione del Covid-19 all'interno delle residenze protette e chiede all'esecutivo di attivarsi

Tagliaferri

Focus di Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sul contagio da coronavirus nelle strutture per anziani della regione. “Sono oltre 40 i decessi fra casi sospetti e positività accertate in queste strutture”, scrive il consigliere in un’interrogazione, depositata oggi, con cui chiede alla Giunta “come intenda attivarsi per porre fine a questa situazione allarmante, valutando con la dovuta attenzione l’assistenza agli anziani e agli operatori sanitari dato che sono costretti a procurarsi le mascherine autonomamente o a rilavarle”.

Nell’atto ispettivo l’esponente di Fdi snocciola i dati in suo possesso: “Nell’istituto bolognese ‘Sant’Anna e Santa Caterina’ ci sono stati due decessi legati al virus e un terzo di cui non sono ancora noti i risultati del test, sette ospiti sono stati ricoverati e quindici persone, tra personale e residenti, sono stati contagiate. Nel piacentino- continua Tagliaferri- la Fondazione ‘Madonna della Bomba Scalabrini’ ha conteggiato già una ventina di decessi verosimilmente legati al virus, pari a un quinto degli ospiti. Anche nel parmense, nella casa residenza ‘Don Pandrocchi–Cavalli’, si contano sedici decessi: in almeno una dozzina di casi, gli anziani ospiti avevano manifestato sintomi compatibili con il Covid-19. Decine di contagi sono stati segnalati anche in strutture riminesi, ferraresi e forlivesi come alla ‘Pellegrino Artusi’ di Forlimpopoli in cui sono risultati positivi venticinque ospiti su trentasette”.

Tagliaferri ricorda poi il caso di una signora che lavorava come addetta alle pulizie alla clinica privata Casa di cura Piacenza: “È stato depositato un esposto alla Procura di Bologna dove si chiede che venga fatta chiarezza. La donna sarebbe deceduta dopo diversi giorni di febbre e dopo essere stata mandata a casa dalla struttura sanitaria dove lavorava”.

Per questo il consigliere invita la Giunta a “fare chiarezza” e a “chiedere all’autorità giudiziaria di verificare se nelle situazioni descritte sussistono estremi di reato”.

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