Energia. Arrigoni (Lega): “L’Italia diventi indipendente e consideri tutte le fonti”

Il senatore ha presentato le strategie che a suo giudizio servono per uscire dalla crisi e affrancare il nostro Paese. La grande sfida della transizione ecologica

Affrancarsi dalle dipendenze energetiche di altri Paesi, diversificare le fonti, riaprire un dibattito sul nucleare, diffondere le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo e sviluppare le energie rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, eolico) adeguare la rete di distribuzione di Terna, ampliare i siti di stoccaggio dell’energia prodotta. Inoltre, per rendere l’Italia più indipendente dal gas russo, aumentare l’estrazione di quello italiano, realizzare gasdotti con Israele-Cipro e Barcellona, aumentare l’uso di rigassificatori, aumentare il biometano con l’economia circolare ed eliminare le barriere tariffarie in Europa.

Sono le principali proposte della Lega, illustrate dal senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento energia del Carroccio che ieri, a Piacenza, ha sostenuto i candidati leghisti alle comunali alla Casa delle Associazioni. A introdurre il senatore, che è anche membro del Copasir, il collega Pietro Pisani. «Nei prossimi anni – ha affermato Pisani – ci sarà un cambiamento epocale con l’uso delle rinnovabili e gli obiettivi della Ue per arrivare a zero emissioni nel 2050. Saranno cambiamenti che riguarderanno l’economia e la società. Al calo delle entrate dei Paesi che producono con fonti fossili si contrappone l’arricchimento degli Stati che hanno disponibilità di fonti alternative. Il rischio è quello di conflitti, carestie e fenomeni migratori».

Arrigoni ha sottolineato che «l’energia guida i Paesi, crea crescita e sviluppo e riduce la povertà. Ma dobbiamo gestire bene la transizione ecologica per contrastare i cambiamenti climatici, contenere la temperatura del pianeta di 1,5 gradi entro fine secolo, decarbonizzare ed elettrificare i consumi. Gli obiettivi sono sfidanti: riduzione del 55% dell’anidride carbonica al 2030 ed emissioni zero al 2050».

Per dare energia a imprese e famiglie, ha continuato il senatore, occorre considerare tante fonti e avere un approccio graduale. L’Europa produce solo il 9% della Co2, mentre Stati come India e Cina hanno posticipato la transizione e fanno un grande uso di fonti fossili.

Sul caro bollette, Arrigoni ha mostrato come la crisi parta dallo scorso anno, cioè prima della guerra in Ucraina, perché nel mondo è aumentata la richiesta di gas. L’Italia, però, è maglia nera e nel 2021 il gas è cresciuto del 29,5% rispetto alla Germania e del 14,9% rispetto alla Francia (che però ha tante centrali nucleari). L’anno nero è il 2022 con aumenti, in Italia, fino a cinque volte. Un altro dato negativo è che il nostro Paese dipende per il 75% dall’estero (e importa fino al 96% di gas) contro una media Ue del 59%. Il governo ha stanziato finora 25,5 miliardi per far fronte al rincari di gas e carburanti, ma con la benzina tornata a 2 euro al litro «se non si stanziano altre risorse saranno dolori».

Va bene l’uso dell’elettrico, ha spiegato il senatore, ma attenti a non finire da una dipendenza all’altra, cioè dalla Russia alla Cina. Il Litio e le terre rare, per batterie e componenti di auto elettriche, sono materie quasi tutte in mano alla Cina. Infine, dopo aver vantato i benefici delle comunità energetiche (di recente l’Emilia-Romagna ha approvato, in modo bipartisan, una legge ad hoc che ha visto un forte contributo della Lega) Arrigoni ha invitato a ripensare il nucleare soprattutto quello di quarta generazione o basato su piccoli impianti. L’energia prodotta con il nucleare è la meno impattante rispetto anche alle rinnovabili, ha mostrato uno studio emerso dopo la Cop 21.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome