Esodo di personale dalle case di riposo verso il settore pubblico: un problema sempre più grave

Giovanni Baiardi, responsabile Terzo Settore Fp Cgil di Piacenza: "Assunzioni, Sicurezza, Rinnovo dei contratti: sono questi i tre pilastri su cui deve reggersi il rinnovamento del sistema socio-sanitario"

Giovanni Baiardi, responsabile Terzo Settore Fp Cgil di Piacenza interviene sul tema delle residenze per anziani che sanno vivendo una fase sempre più critica sotto il profilo del personale che ha massicciamente abbandonato le strutture protette per accettare impieghi meglio retribuiti nella sanità pubblica.

«Non basta chiedere oggi di procedere ad assunzioni nelle Residenze per Anziani: vanno anche indagate e combattute le cause che hanno portato all’attuale situazione critica, che anche il territorio piacentino sta vivendo, di carenza di personale e di una vera e propria “fuga” verso gli Enti pubblici, in particolare di Operatori Socio Sanitari, Infermieri e altre professioniste sanitarie, Educatori ed educatrici».

«Nonostante, infatti, i recenti rinnovi dei Contratti Collettivi del Terzo settore – spiega Giovanni Baiardi, responsabile del comparto per la Fp Cgil di Piacenza – abbiano consentito di recuperare in parte gli anni di blocco contrattuale, la strada da percorrere affinché possa essere conquitata una parità di trattamento tra i lavoratori è ancora lunga e difficile, come dimostra proprio l’esodo dal privato al pubblico, verificatosi in pieno periodo di pandemia con il conseguente ulteriore indebolimento di diverse strutture private».

Giovanni Baiairdi – Cgil

«Occorre anche considerare – prosegue Baiardi – che le Residenze per anziani non sono più le “case di riposo” di una volta, ma ospitano oggi persone con patologie accentuate e hanno veri e propri “reparti di lungodegenza” e reparti specialistici con ospiti affetti da patologie psichiatriche, che richiedono una maggiore intensità di prestazioni sanitarie rispetto a qualche anno fa.

Per questo occorre una sempre più stretta sinergia tra sistema Sanitario e sistema Socio-Sanitario. Per questo la Fp Cgil ha illustrato e consegnato al Ministro Speranza, ormai un anno fa, la piattaforma chiamata “New Deal della salute”, per un nuovo Sistema Socio Sanitario Nazionale. Nella nostra visione, per essere efficace il sistema deve integrare pienamente le attività sanitarie e quelle socio-sanitarie ed essere un Sistema che ha una presa in carico a 360 gradi della persona come elemento fondante.

La pandemia ha evidenziato il profondo squilibrio nel rapporto pubblico-privato, la debolezza di molte strutture per carenza di organici, di formazione e di sistemi di prevenzione e protezione. Criticità che non si risolvono con semplici linee guida, ma che devono essere affrontate con una profonda revisione e ricognizione dei bisogni e fabbisogni in termini di personale, strutture, risorse e strumenti da tradursi in indicazioni normative uniformi, e con la garanzia dell’applicazione dei Contratti Collettivi. Serve oggi una maggiore visione del futuro: guardando le previsioni delle curve demografiche, nei prossimi vent’anni continuerà inesorabile l’aumento della popolazione anziana. È necessario lavorare oggi per preparare quello che serve domani per non farsi trovare impreparati: ad esempio, ha ancora senso oggi limitare gli accessi ai corsi di laurea delle professioni sanitarie? Infine – conclude Baiardi – la definizione delle politiche sociosanitarie va sempre più incardinata nei Distretti, luoghi di direzione, programmazione e coordinamento delle attività di cura e assistenza alle persone. Anche a livello territoriale, infatti, possiamo agire per migliorare le condizioni di lavoro e di sicurezza di operatori a garanzia del benessere e di un sempre elevato livello di servizio agli ospiti: la strada passa attraverso il confronto costante con gli enti gestori nell’applicazione dei Contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, inclusi gli accordi di secondo livello territoriali, e attraverso il confronto che insieme alla struttura confederale e ai rappresentanti dei pensionati portiamo avanti con l’Azienda Usl, con i Sindaci, con i Distretti. Un discorso analogo vale anche per il settore educativo. Siamo convinti che se non si interverrà prontamente per una seria riorganizzazione, anche gran parte dei servizi educativi gestiti dal privato sociale in regime di appalto, e/o convenzione con la committenza pubblica, non potrà più essere garantita».

 

 

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