Evacuazione di italiani da un’area di crisi: a Piacenza l’esercitazione “Lampo ‘21”

Si è conclusa oggi a Piacenza l’esercitazione “Lampo ‘21” che ha visto impegnati diversi assetti delle Forze Armate. L’attività prevedeva l’evacuazione di connazionali da un’area considerata di crisi.

Pianificata e coordinata dall’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFHQ) del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) è durata due settimane (con una prima fase di pianificazione e una successiva di esecuzione) e si è svolta tra il Lazio e l’Emilia Romagna.

Si è trattato di un’esercitazione nazionale interforze di tipo Command Post Exercise/Live Exercise (CPX-LIVEX), concepita per addestrare i comandi e le forze sul campo su una specifica tipologia di missione che potrebbe essere oggetto di future operazioni nazionali, multinazionali o di coalizione.

Hanno preso parte all’esercitazione una compagnia del Reggimento Lagunari “Serenissima”, unità anfibia dell’Esercito inquadrata nel Comando delle Forze Operative Nord, un plotone di genieri del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza, reparto alle dipendenze del Comando delle Forze Operative di Supporto, che ha fornito inoltre la logistica nelle aree addestrative, personale OCT (Observer Coach Training) del Centro di Simulazione e Validazione dell’Esercito e assetti TUAV (Tactical Unmanned Aerial Vehicle) del 41° Reggimento IMINT “Cordenons” di Sora.

Velivoli della 46° Brigata Aerea di Pisa, dell’Aeronautica Militare, si sono alzati in volo da Pratica di Mare e Fiumicino per raggiungere gli  aeroporti di Ghedi e di Montichiari sotto il coordinamento del Joint Movement Coordination Centre del COVI.

Sul terreno anche uomini e donne della Marina Militare, dell’Arma dei Carabinieri (questi ultimi provenienti dal 7° Reggimento “Trentino Alto-Adige” di Bolzano) e presidi sanitari forniti dall’Associazione Cavalieri Italiani Sovrano Militare Ordine di Malta.

L’intera operazione ha previsto l’approntamento e l’immissione in area di crisi di un Operational Liaison and Reconnaissance Team/Forward Command Element (ORLT/FCE) che rappresenta la prima forma di contatto con i diversi attori presenti nell’Area di Operazioni (AoR). Successivamente, è stato attivato un Centro di Controllo Evacuazione (CCE) che ha coordinato gli assetti terrestri e aerei impiegati, e un Posto Comando per il comando e controllo dell’intera Non Combatant Evacuation Operation (NEO).

Cosa sono il Comando Operativo di Vertice Interforze e l’Italian Joint Force Headquarters

Istituito nel 1997, il Comando Operativo di Vertice Interforze, con sede a Roma, è l’organismo mediante il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa è in grado di esercitare la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate.

L’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFHQ) è un Comando interforze ad alta prontezza operativa, rapidamente schierabile, alle dirette dipendenze del Comandante del COVI, in grado di immettersi con breve preavviso nelle aree di crisi in tutto il mondo e di assumere le funzioni di comando e controllo degli assetti terrestri, marittimi e aerei resi disponibili per l’assolvimento di una missione.

È dotato di personale altamente specializzato e contraddistinto da una struttura organizzativa flessibile e snella. Costituito nel febbraio del 2007 al fine di concretizzare gli obiettivi postulati dal Concetto Strategico della Difesa in tema di valenza interforze e capacità expeditionary, ed è una delle nuove realtà della Difesa italiana. La sua istituzione, in linea con le iniziative intraprese dai Paesi leader della NATO e dell’Unione Europea dotati di organizzazioni simili, ha contribuito a collocare l’Italia in una posizione di primo piano nell’ambito dello scenario internazionale.

Il Comando è in grado di pianificare e condurre small scale operations schierabile sia a terra sia dal mare, alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa oppure, in caso di operazioni congiunte con forze armate di altri Paesi, sotto il controllo dell’autorità militare, di altra nazione o multinazionale, designata.

È stato impiegato in occasione della crisi in Georgia nel 2008, del sisma che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, delle emergenze di Haiti nel 2010, della Costa d’Avorio e della Libia nel 2011 e nelle Filippine nel 2013. Ha inoltre effettuato attività di evacuazione di connazionali dal Sud Sudan (2013), Libia (2014 e 2015) e Nepal (2015); ha preso parte alla fase iniziale della missione “Prima Parthica” in Iraq (2014/15), ha aperto la missione “Ippocrate” in Libia (2016), la Missione Bilaterale di Supporto in Niger (2018) ed è stato schierato a Kabul l’estate scorsa per la fase condotta dell’operazione “Aquila Omnia”.

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