“Fare banca al naturale”: presentato lo spot della Banca di Piacenza con testimonial giovani imprenditori

Direttore creativo dello spot il piacentino Paolo Guglielmoni. Protagonisti Massimiliano Cravedi, Mattia Ferri, Elena Benussi e Benedetta Boscarelli, Marco Profumo e Silvia Mandini e Gian Maria Rabizzoni

Quattro racconti, sei testimonial, un giovane funzionario, un direttore creativo con trascorsi da filosofo, una banca del territorio, uno spot da 60 secondi, due da 30 secondi e quattro da 15 secondi. E’ racchiusa in questi numeri la nuova iniziativa pubblicitaria della Banca di Piacenza. Questa mattina, in Sala Ricchetti, presso la sede centrale di via Mazzini, è stato presentato il risultato finale delle riprese effettuate alcuni giorni fa per le vie della nostra città da una ricca troupe di professionisti del settore.

A tenere a battesimo  lo spot è stato Paolo Guglielmoni colui a cui si deve la parte creativa del messaggio pubblicitario: piacentino, “filosofo di nascita e creativo d’adozione” come ama definirsi, è un vero e proprio guru della comunicazione virale, ha lavorato in Leo Burnett come copywriter, ha seguito campagne di advertising per Nintendo, Breil, Kellogg’s, Lindt, P&G, Yves Rocher ed ha alle spalle anche esperienze come sceneggiatore.

Guglielmoni – dopo aver ringraziato l’Istituto di credito per l’occasione che gli è stata offerta – ha spiegato lo spirito dello spot, definito «un atto d’amore di una banca che vuol bene a Piacenza» e realizzato «facendo pubblicità all’imprenditoria giovanile piacentina».

La struttura dello spot principale e dei “cut down”, cioè dei tagli più brevi è fatta dalla testimonianza di quattro imprese piacentine, clienti della Banca. Si tratta di Massimiliano Cravedi, titolare di un’azienda informatica, di Mattia Ferri patron del risto-pub Bitter, di Elena Benussi e Benedetta Boscarelli designer floreali, wedding planner e creatrici di eventi con Tree House Flower Box e di Marco Profumo amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Mossi insieme alla moglie e responsabile marketing Silvia Mandini.

Il volto scelto invece per rappresentare l’istituto bancario è quello di Gian Maria Rabizzoni,  operativo della sede centrale, protagonista della parte conclusiva del messaggio pubblicitario.

Ognuno di loro, in conferenza stampa, ha spiegato di essersi notevolmente divertito nel girare lo spot, esperienza molto lontana dalla normale quotidianità. I clienti testimonial hanno poi sottolineato il perché lavorare con la Banca di Piacenza sia così diverso rispetto ad istituti nazionali ed internazionali. E’ emerso che la differenza la fa il guardarsi negli occhi, il conoscere il proprio interlocutore, il rapporto umano, il ragionare fra persone in carne ed ossa e non con call center, il venirsi incontro nei momenti difficili, il saper investire guardando non solo ai numeri dei bilanci ma anche alle capacità dell’imprenditore. Benedetta Boscarelli ad esempio ha raccontato che per lei la Banca di Piacenza è sempre stata, per tradizione famigliare, l’unico istituto di riferimento. «La frequentavo da bambina accompagnando i miei genitori ed ora mi sento a mio agio, per me è casa».

Lo spot, nei suoi diversi tagli, ruota attorno allo concetto di  “Fare banca al naturale”, che ben riassume l’autenticità della Banca di Piacenza, che parla ancora con i propri clienti.

«Questo messaggio, che più che una pubblicità è un racconto di verità, esprime perfettamente l’anima di questa banca che gode di una stima che va ben al di là delle nostre dimensioni». Così si è espresso il presidente del Cda Giuseppe Nenna. Oltre a lui, per la Banca erano presenti il presidente del comitato esecutivo avv. Corrado Sforza Fogliani, il condirettore generale Pietro Coppelli, il vicedirettore generale Pietro Boselli ed alcuni rappresentanti del Cda.

«Con questo spot – ha evidenziato il presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani – vogliamo avvicinare la clientela più giovane, quella che non viene in banca perché utilizza la tecnologia, e migliorare il rapporto con la stessa».

«Piacenza – ha concluso il presidente Sforza – deve tornare alla sostanza delle cose perché è quando prevale la scenografia che si perde terreno. Dobbiamo trattenere a Piacenza le risorse prodotte a Piacenza. Come banca lo abbiamo sempre fatto e continueremo su questa strada».

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