Ferrari risponde sul Klimt: “Tempi e modi per il trasferimento concordati con le forze dell’ordine”

Il prsidente della Ricci Oddi interviene ul tema del trasferimento temporaneo del Klimt e ne spiega ragioni, modalità e tempi

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma del Presidente della Galleria Ricci Oddi,  l’architetto Massimo Ferrari, dopo alcuni articoli pubblicati ieri.

“In relazione all’articolo apparso ieri sulla stampa locale, a titolo personale e in qualità di Presidente pro-tempore del Consiglio di Amministrazione della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, mi preme specificare quanto segue:
 
La richiesta legittima della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, pervenuta con una prima lettera alla Galleria Ricci Oddi il 5 giugno 2020, è stata fin da subito recepita dal sottoscritto e dagli uffici della Galleria; i riscontri e le azioni necessarie per rispondere adeguatamente alle richieste contenute nella lettera sono state attivate seguendo la corretta procedura come per qualsiasi altro trasferimento o prestito di bene mobile del museo e come previsto dalla legge. 

A tal proposito è comunque necessario premettere che, a seguito della comunicazione del possibile dissequestro del quadro da parte del Sostituto Procuratore Ornella Chicca, responsabile delle indagini ancora oggi in corso, abbiamo celermente organizzato nel maggio scorso – con tutte le procedure doverose e gli accordi necessari – il trasferimento dal caveau della Banca di Italia, per noi inaccessibile, al caveau della Banca di Piacenza accettando, prima ancora che io fossi a conoscenza delle disponibilità del Comune di Piacenza.
Il trasferimento svolto il 1 giugno 2020, in accordo e ad opera delle Forze dell’Ordine, è stato considerato – prima della ricezione della domanda della Soprintendenza – come semplice variazione del luogo di deposito sicuro considerata la sua particolare condizione non riconducibile alla movimentazione di una generica opera d’arte e quindi non secondo i criteri di “comodato e deposito di beni culturali”. Il bene è rientrato in possesso della Galleria Ricci Oddi solo a partire dal momento un cui è stato depositato nel caveau della Banca di Piacenza.
 
La richiesta di documentazione della Soprintendenza, pervenuta a seguito della comunicazione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna riferita “temporanea custodia” presso il Caveau di detta banca, ha indicato tre documenti come necessari; nello specifico:
-copia dell’accordo di deposito temporaneo siglato fra le parti contraenti;
-scheda conservativa di prestito sottoscritta dal funzionario di codesta Amministrazione proprietaria;
-verbale stilato dai tre periti incaricati di verificare l’autenticità dell’opera.
 
Gli Uffici della Galleria erano naturalmente già in possesso del primo documento elencato e stilato a norma di legge contemporaneamente al deposito presso il caveau della Banca di Piacenza, (una copia rimane ancora sigillata alla cassa d’imballo del dipinto all’interno del deposito) mentre si è dovuto procedere, con il tempo necessario, alla preparazione della scheda conservativa ma soprattutto al reperimento del verbale redatto dai tre periti non ancora trasmesso ai nostri uffici dal Sostituto Procuratore titolare delle indagini.
Abbiamo comunicato alla Soprintendenza in data 2 luglio 2020 la necessità di avere più tempo per raccogliere la documentazione richiesta.
Inutile specificare come i tempi protratti siano stati in parte determinati dal periodo estivo che vede la Galleria in forze ridotte così come gli uffici preposti al il rilascio del verbale dei periti.
Ottenute le copie autentiche di questo verbale per la Galleria, per il Comune di Piacenza e per la Soprintendenza abbiamo provveduto all’invio di tutta la documentazione richiesta.
 
Successivamente all’inoltro della documentazione il Soprintendente ad interim, Arch. Corrado Azzolini, il 29 settembre 2020, ha avanzato la richiesta di integrazione ai documenti precedentemente inviati.L’integrazione richiesta non si riferisce in questo caso ad un documento mancante ma alla necessità di predisporre un ulteriore convenzione capace di integrare il contratto di deposito con un documento atto a specificare le condizioni ambientali di custodia del deposito stesso oltre che il già citato accordo bancario come “Contratto depositi a custodia chiusi”.
Precisando la complementarietà di entrambi i contratti e appurata la specifica e legittima richiesta della Soprintendenza, in accordo con la stessa, stiamo procedendo alla formalizzazione di questo documento che è stato creato ex novo per questa specifica occasione e verrà firmato a breve dalle parti coinvolte avendo nel contempo avvertito la Soprintendenza della differenza nei tempi previsti.
 
Tempi e modi del trasferimento sono quindi stati concordati con le Forze dell’Ordine che fino quel momento erano per me gli unici interlocutori rispetto ad un bene della Galleria non ancora tornato a far parte della Collezione”.

 

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