Quando il filo d’Arianna è la cinematografia

La serra di Palazzo Ghizzoni Nasalli ha ospitato la rassegna cinematografica El cine es un puente en el oceano orgnizzata dall'associazione Concorto Film Festiva

rassegna di cortometraggi El cine es un puente en el oceano

Organizzata dalla prolifica associazione culturale Concorto Film Festival si è svolta, sabato scorso, nella serra di Palazzo Ghizzoni Nasalli la rassegna di cortometraggi El cine es un puente en el oceano.

Obiettivo della serata è stato mostrare i risultati concreti del workshop cinematografico, tenuto da Thomas Sheridan (documentarista e collaboratore concortiano, ndr) a Mar de Plata.

Alla base di questa scelta sta il forte link culturale che collega queste due realtà geografiche, mediate durante la serata da Marcelo Carrara, esponente della consulta emiliano-romagnola nel mondo e nato in Argentina ma con radici italiane, nello specifico di Bettola.

Quest’iniziativa ha permesso, tramite il linguaggio universale cinematografico, di declinare il sentimento dei partecipanti argentini nei confronti di un’italianità estremamente presente nel loro quotidiano (la forte ondata migratoria italiana di fine Ottocento ha portato a un solido associazionismo italo argentino), attraverso il timbro stilistico documentario.

 

Il progetto è stato composto da varie parti: oltre al focus sull’Argentina organizzato all’interno del Festival, durante il viaggio verso Mar de Plata è stata fatta una tappa a Buenos Aires per incontrare gli studenti di alcune scuole di cinema. Tuttora, inoltre, sta proseguendo il progetto alla scuola media di Pontenure, volto a creare una finestra sulla realtà che ci dovrebbe aiutare a rivederci come i migranti che siamo stati tempo fa.

Citando le parole di Claudia Praolini, direttore artistico di Concorto, <<da parte nostra scoprire questo mondo è stato scoprire un’Italia al quadrato al di là dell’oceano>>.

Per Thomas, invece, è stata una sorpresa vedere tanto orgoglio italiano in una terra così lontana; l’autenticità di questo sentimento deriva non da una velleità nazionalista, ma viene vista come un guadagno aggiunto, che raddoppia l’appartenenza dei figli e dei nipoti di migranti italiani, invece che dividerla.

I tre cortometraggi presentati, montati insieme, condividono il minimo comune denominatore dell’italianità in terra straniera, e sono stati scelti da ogni gruppo in autonomia.

La serata si è conclusa con la visione del cortometraggio La Creciente, diretto da Lluís Miras Vega e Luz Ruciello, presentato a Concorto quest’anno.

La Creciente documenta il dramma delle inondazioni che colpiscono la regione settentrionale dell’Argentina, al confine con il Brasile e il Paraguay, a causa delle smodate deforestazioni; la sua estetica è definibile come una poesia per immagini, che a volte si rivela il modo più efficace per documentare la realtà intorno a noi, per conoscerla e viverla simultaneamente.

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