Fiorenzuola per tre giorni capitale del blues

Ad un mese e mezzo dal primo appuntamento, dopo una dozzina di concerti tra Piacenza, Brescia, Travo e Monticelli d’Ongina, due rassegne iniziate e finite, mostri sacri come Guy Davis e Luther Dickinson, una carrellata di musicisti e band della scena blues italiana… ecco che Dal Mississippi al Po si appresta a coronare la tredicesima edizione con la tre giorni di appuntamenti letterari e musicali internazionali che andrà in scena nel week end centrale di luglio a Fiorenzuola d’Arda (PC).

Nato e cresciuto a Piacenza, il festival di Fedro negli ultimi anni ha assunto sempre più la forma di un festival diffuso, con appuntamenti che si tengono in locaton diverse, tra Piacenza, la sua provincia e anche “oltre confine”, per diverse settimane di programmazione. Quest’anno la sezione internazionale di Dal Mississippi al Po si terrà, come già detto, a Fiorenzuola, grazie ad un’importante sinergia che si è venuta a creare con il comune e che si concretizza per il terzo anno consecutivo: già nelle ultime due edizioni, infatti, il cuore pulsante del centro storico della cittadina della Val d’Arda, aveva ospitato importanti rassegne legate al festival. L’edizione 2013 corona questa collaborazione e, se tante sono le novità, una inevitabile conferma sta nella scelta della location: Piazza Molinari, con una quinta d’eccezione a far da sfondo agli apuntamenti serali,il sagrato della Collegiata di San Fiorenzo. Oltre alla collaborazione con il Comune di Fiorenzuola, già da alcuni anni Dal Mississippi al Po si avvale dell’indispensabile supporto della Regione Emilia Romagna, che ha incluso il festival nella rosa delle manifestazioni più importanti sovvenzionate attraverso i finanziamenti triennali previsti dalle Legge 13.

Il festival aprirà le porte venerdì 14 luglio alle ore 19 con il primo degli incontri letterari ad “orario aperitivo”, che si terranno anche sabato e domenica alla stessa ora. Dopo un breve stacco, il programma riprenderà alle 21, con un nuovo appuntemento con autori e giornalisti a cui seguirà la musica dal vivo.

LA LETTERATURA

Qualche ritorno e tanti volti nuovi nel calendario degli appuntamenti letterari della tredicesima edizione del festival: autori e giornalisti a chiacchierare di libri e di musica, letteratura noir ma anche poesia.

La formula di questi eventi resterà quella classica di Dal Mississippi al Po, che fin dalla sua prima edizione si propone di creare una sinergia costante tra autori e pubblico: incontri informali in un fluire reciproco di idee e vibrazioni.

Musica e letteratura, si diceva e con i primi ospiti del cartellone non si potrebbe partire meglio: Tony Face Baciocchi e Daniela Amenta apriranno ufficialmente il festival nel tardo pomeriggio di venerdì 14. Tony Face non ha certo bisogno di presentazioni, specialmente dalle nostre parti. Giornalista, autore, musicista, dj radiofonico… in questo caso conduttore dell’incontro con una collega che in quanto a curriculum ha più di un’affinità con lui: Daniela Amenta, giornalista romana che ha scritto di musica per Frigidaire, Il Mucchio Selvaggio, Fare Musica, D di Repubblica, Urban, Rockstar, Thank Girl. E’ stata al desk centrale dei 19 quotidiani della free press Epolis. Molta radio, anche in Rai (da Stereonotte al Notturno Italiano), ex direttore di Radio Città Futura e caporedattore de “L’Unità”. Insieme a Tony Face presenterà il suo ultimo libro “Freak Out – Freak Antoni psicofisiologia di un genio” uscito quest’anno per Compagnia Nuova Indye.

Enzo Fileno Carabba, autore di racconti e romanzi fantastici e noir, come Jakob Pesciolini (Einaudi, 1992), con il quale ha vinto il premio Calvino, ma anche di reportage su giri a piedi e sott’acqua, racconterà a Seba Pezzani, padrone di casa del festival e direttore artistico letterario della rassegna, di tutte le sue passioni nell’incontro dal titolo “Attila, la Zia Subacquea e altre storie”.

E ancora musica e letteratura, o meglio: musica e poesia nell’incontro della prima serata: Gioachino Lanotte, docente universitario, musicista e autore di numerosi saggi dedicati alla musica cantautorale italiana e alla rilettura in chiave musicale della storia recente del nostro paese, chiacchiererà con Marco Ferradini. Noto al grande pubblico per la sua eterna “Teorema”, Ferradini è un catautore  prolifico, sulle scene da oltre trent’anni, uno degli autori più sensibili e ispirati del panorama della musica italiana, che ha collaborato e scritto per decine di artisti.

Un gradito ritorno, quello del giornalista Luca Ponzi, giornalista Rai, inviato del Tg3 per l’Emilia-Romagna e autore di romanzi e saggi, come ‘Mostri normali’ (Mursia) e ‘Cibo criminale’ (con Mara Monti, per Newton&Compton), che quest’anno a Fiorenzuola dialogherà con Divier Nelli, scrittore viareggino che ha pubblicato numerosi romanzi e ha curato progetti di scrittura creativa. Nel 2005 ha dato vita, assieme ad altri nove scrittori, a un laboratorio di scrittura all’interno della comunità di accoglienza del Ceis di Lucca, al termine del quale è stato pubblicato La vita addosso, 9 scrittori raccontano 9 vite estreme (Fernandel, 2006). Molto legato a tematiche sociali e attento alle dinamiche deviate che derivano dall’utilizzo della rete, nel suo ultimo romanzo “Il giorno degli Orchi” (Guanda, 2017) parla dei pericoli che in cui i giovani possono incappare con l’uso spensierato dei social network.

E sempre di un ritorno si tratta con la scrittrice Giada Trebeschi, che però torna a Dal Mississippi al Po non più nella veste di conduttrice, com’era stato lo scorso anno, ma saranno lei ed i suoi romanzi ad essere presentati a Fiorenzuola.

Storica e docente universitaria, con un importante palmares di collaborazioni accademiche in Italia ed Europa, autrice di teatro ed attrice lei stessa, Giada, bolognese di nascita, vive attualmente in Germania  ed ha appena dato alle stampe il suo ultimo romanzo storico, “Il vampiro di Venezia” (Oakmond Publishing, 2017), che segue il fenomeno “La Dama Rossa” uscito tre anni fa per Mondadori e tradotto in numerose lingue. Insieme a lei ci sarà il fidentino Gianluigi Negri, giornalista e critico cinematografico della Gazzetta di Parma ed ideatore della rassegna “gastro-letteraria-pittorica” Mangia come Scrivi.

E sarà ancora una giornalista emiliano, peraltro amico e collega alla Gazzetta, di Gianluigi Negri, con il quale ha curato tre volumi dedicati al cinema, una delle sue passioni insieme alla storia e alla cultura gastronomica, a condurre l’incontro successivo: Roberto Tanzi presenterà al pubblico di Piazza Molinari gli autori di “Gulasch di cervo. Caccia al tesoro nel cuore della Baviera” (Emons Edizioni, 2015) Lisa Graf e Ottmar Neuburger un romanzo che, con intelligenza ed ironia tocca alcune delle pagine più dolorose della storia del Novecentro, dal Terzo Reich (il “tesoro nel cuore della Baviera” sarebbe proprio il tesoro nascosto di Hitler), all’esplosione del reattore nucleare della centrale di Chernobyl, regalando un’immagine ben diversa da stereotipi e luoghi comuni della provincia tedesca.

Gli ultimi due ospiti di Seba Pezzani, che interverranno a Fiorenzuola nella serata di domenica sono Gigi Montali e Roberto Caselli.

Fotografo di viaggio, parmigiano di nascita, Gigi Montali ha scattato in paesi lontani ed esotici, senza mai trascurare la sua terra d’origine, passando dal Mali alla Pianura Padana, dalle miniere di rubini ai caseifici del parmense, ha dedicato molta attenzione al nostro fiume. Il Po e le terre emiliane sono stati protagonisti di numerosi progetti curati da Gigi, non solo mostre fotografiche, ma anche il bel volume illustrato (e come sarebbe potuto essere altrimenti?) “Po. Lungo il fiume paesaggio di sapori” (Sometti, 2015), un viaggio attraverso la gastronomia e l’agricoltura del Grande Fiume, dalle pendici del Monviso con le sorgenti di Pian del Re fino al paesaggio incantato del Delta veneto-ferrarese: una lunga striscia di 652 km in cui le dolci acque del Po fanno da scenario a una varietà eterogenea di eccellenze gastronomiche e secolari tradizioni agricole.

Chiude la sezione letteraria un vecchio amico di Dal Mississippi al Po, un giornalista musicale che torna ancora una volta al festival e che ha sempre qualosa di nuovo da raccontare: Roberto Caselli. Giornalista, critico musicale e storica voce di Radio Popolare ha al suo attivo lunghe collaborazioni con quotidiani, giornali specializzati, enciclopedie e siti web. È stato direttore della rivista Hi Folks! e per oltre vent’anni del mensile musicale Jam. Tra i suoi numerosi libri che spaziano tra rock, blues e musica d’autore si ricordano i 100 dischi per capire il blues (Editori Riuniti, 2001), le monografie su Paolo Conte (Editori Riuniti, 2002) e Joan Baez (Editori Riuniti, 2005), il saggio Hallelujah (Arcana, 2014) sui testi commentati di Leonard Cohen, arrivato alla seconda edizione, e La storia del blues (Hoepli, 2015). Quest’anno a Fiorenzuola presenterà il suo “Jim Morrison”, volume monografico uscito lo scorso anno per Hoepli.

LA MUSICA

Il calendario musicale si apre con una serata eccezionale: venerdì 14 luglio, infatti, Dal Mississippi al Po ospiterà la semifinale dell’Italian Blues Challenge per l’area nord-est. Sul palco -ovvero sul sagrato della Collegiata di San Fiorenzo- si susseguiranno quattro band, per quasi tre ore di musica dal vivo, in un grande spettacolo live da cui uscirà  un solo vincitore, che andrà dritto alla finale del Challenge. Le quattro band che si esibiranno a Fiorenzuola, di fronte ai membri della giuria dell’Italian Blues Union, sono: Francesco Garolfi trio, Groove City, The Crowsroads e Turrini-Guidi-Veronesi.

Francesco Garolfi, che gli appassionati di Dal Mississippi al Po conoscono molto bene, è un chitarrista, compositore, arrangiatore e produttore tra i più apprezzati della scena emergente. Conosciuto per la sua eleganza e la sua duttilità, ha diviso il palco e registrato in Italia e all’estero con artisti di fama internazionale, interpretando svariati generi musicali, dal blues al rock, dall’indie al prog, dalla world music alla musica d’autore, dalla musica popolare alla classica contemporanea, con sensibilità e personalità distintive. Dopo cinque album, di cui i più recenti “Un Posto Nel Mondo” e “Wild – Musiche per Jack London rivisitato da Davide Sapienza” interamente composti, suonati, registrati e prodotti artisticamente da lui solo, a Fiorenzuola si presenta con un progetto indedito in trio: insieme a lui, Roberto Dragonetti al basso e Teo Marchese alla batteria.

Groove City è il progetto nato dall’idea di tre amici musicisti bolognesi, accomunati dalla passione per soul, R&B e blues. Negli corso degli anni i Groove City hanno collaborato con tantissimi artisti molti dei quali provenienti da Sud degli USA : Rick Hutton, lo storico presentatore di Videomusic, Charlie Wood, grandissimo cantante ed hammondista di Memphis, la grandissima cantante di Memphis Toni Green (cantante di Isaac Hayes). Alla line up, composta da Fabio Ziveri – pianoforte e tastiere, Andrea Scorzoni – tenor sax, Pier Martinetti – chitarra, Giancarlo Ferrari – basso, Gianluca Schiavon – batteria e Franco Venturi – tromba, si è aggiunta da qualche tempo Daria Biancardi, esplosiva cantante palermitana con la qualche i Groove City hanno partecipato al Porretta Soul Festival 2016 e al Castefranco Soul Festival 2016.

Turrini-Guidi-Veronesi (ovvero Gloria-voce, Mecco-tastiere e Lele-batteria) sono tre musicisti “solisti”, ognuno con una spiccata personalità, con backgrounds diversi, tre percorsi musicali che si uniscono e si fondono creando un sound unico. L’interplay e le emozioni la fanno da padroni durante ogni loro spettacolo. Il repertorio che propongono è vario e a tratti sorprendente, brani originali che profumano di blues e jazz, rivisitazioni di brani della tradizione di New Orleans e del profondo Mississippi sempre però in maniera ricercata e personale, perché ogni loro concerto è imprevedibile e mai uguale. L’improvvisazione è la chiave che Turrini-Guidi-Veronesi usano per aprire la porta che vi farà viaggiare verso l’arte, la dinamica, l’interpretazione e l’interazione con il pubblico.

The Crowsroads sono un duo folk/blues italiano dal sound essenziale, ruvido e coinvolgente, formato dai fratelli Matteo (chitarra e voce) e Andrea Corvaglia (armonica e voce). Il loro repertorio è costituito, oltre che da brani originali, anche da un grande numero di reinterpretazioni di canzoni di artisti americani e inglesi, prevalentemente di genere folk, blues e affini (nella selezione, cantautori come Bruce Springsteen, Tom Waits, Jimi Hendrix e band come The Band, Blues Traveler, CSN&Y).

 La seconda serata di festival a Fiorenzuola vedrà esibirsi dal vivo quella che ad oggi è una delle superstar del rock blues internazionale, nata e cresciuta in Serbia, ma ora di stanza a Los Angeles: Ana Popovic. Dopo aver speso una decina d’anni avanti e indietro tra Europa ed America, ora Ana vive stabilmente in California, o per lo meno lo fa per quelle poche settimane all’anno in cui non sia in giro a fare musica da qualche parte nel mondo. I nomi che si associano a lei sono quelli dei veri pezzi grossi: lo scorso anno, il suo ultimo lavoro da studio, Trilogy, il suo progetto più ambizioso, che raccoglie in tre CD brani blues, jazz e funky, è stato prodotto da Warren Riker, produttore tra gli altri di Lauren Hill e Carlos Santana e da Tom Hambridge, che invece lavora con Buddy Guy. Per il sesto anno consecutivo, anche nel 2017 Ana ha ricevuto l’ennesima nomination ai Blues Music Awards di Memphis.

Ana in pochi anni ha bruciato tappe importanti, ha condiviso il palco ed avuto collaborazioni artistiche con il gota del blues internazionale: BB King, Buddy Guy, Billy Gibbons, Joe Bonamassa, Robben Ford, John Hiatt, Gary Clark Jr, solo per citarne alcuni. Ad oggi, lei e la sublime Bonnie Raitt sono considerata la massime esponenti femminili del rock blues internazionale.

Per quanto non molto elegante, la definizione di “chiusura col botto” descrive in maniera adeguata l’ultimo appuntamento del festival a Fiorenzuola: domenica 16 luglio si edisbirà dal vivo Charlie Musselwhite, indiscusso mito vivente dell’armonica blues.

In cinquant’anni tondi di carriera ha realizzato più di 30 album, tre dei quali: Ace Of Harps (1990), Signature (1991) e In My Time (1993), realizzati per Alligator Records, tuttora rimangono i migliori titoli venduti. Dopo il grande successo di The Well (2010) e le conseguenti nomine come “Album of the year” e “Traditional Blues Album of the year” ai  Blues Music Awards del 2011, il primo lavoro “full band” della sua lunga carriera, la più personale ed emozionale serie di brani che abbia mai creato, arriva, nel 2013, arriva per Charlie il momento in cui il suo nome diventa noto anche a livello mondiale anche a chi, con il blues, aveva poco a che fare.

Get Up! è il titolo di un album nato da una solenne e “troppo rara” collaborazione tra Musselwhite ed un altro grande artista, Ben Harper: un moderno classico blues che guarda al gospel, alla tradizione, al country e al R&B. Il disco vende milioni di copie in tutto il mondo, Charlie e Ben Harper intraprendono insieme un lungo tour internazionale e ad incoronare questo successo strepitoso, arriva anche il Grammy come miglior disco blues del 2013.

Avvezzo ai più prestigiosi palcoscenici internazionali, e a dividere la scena con colleghi ben più “pop”, accanto al già citato Ben Harper, come non nominare, ad esempio, Eddie Vedder e Tom Waits, solo per citarne un paio, Musselwhite ha dimostrato di saper dare il massimo anche in atmosfere più raccolte.

Charlie Musselwhite, che quest’anno celebra cinquant’anni di carriera, spesi per lo più sul palco, dal vivo, è la prova vivente che la buona musica può soltanto migliorare con gli anni. Per quanti e quanto prestigiosi siano i riconoscimenti che si è accaparrato in questi cinque decenni, 24 premi, di cui tre Grammy Awards dovranno pur voler dire qualcosa, forse quello che rende di più l’idea di chi sia Charlie Musselwhite e che cosa rappresenti la sua musica sta tutto nella frase: “Musselwhite è l’unico artista in grado di scatenare l’isteria del pubblico semplicemente aprendo una valigetta” perchè è proprio in quel momento, quando si prepara con la sua armonica, che inizia la magia.

LA FESTA

Per tutte le serate del festival sarà festa grande in Piazza Molinari: a partire dagli aperitivi (non solo letterari) del bar “I tre mori”, alle specialità proposte dalle associazioni del paese, che si occuperanno degli stand gastronomici.

In caso di maltempo, tutti gli appuntamenti saranno sposatati al coperto, all’interno del Teatro Verdi.

 

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