Fondazione: si chiude l’era Toscani. Approvato il bilancio ed intitolata a Cesare Betti la sala del consiglio

Il patrimonio netto della Fondazione risulta pari a  369,502  milioni di euro. Avanzo d'esercizio di 10,035 milioni di euro. Erogati per interventi legati alla pandemia quasi 1,8 milioni di euro

Quello odierno, con l’approvazione del bilancio, è stato ultimo atto ufficiale di Massimo Toscani alla guida della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Il domani dell’ente di via Sant’Eufemia sarà targato Roberto Reggi mentre resta da capire se il notaio tornerà ad occuparsi solo di atti o magari tenterà la conquista della poltrona di sindaco di Piacenza sfidando, l’anno venturo, Patrizia Barbieri. Sarebbe per molti il candidato giusto ideale per rappresentare il centro-sinistra e soprattutto sarebbe assai gradito all’area cattolica con cui ha ampiamente dialogato durante il suo mandato, riuscendo ad organizzare eventi come la salita alla cupola del Guercino.

Tornando al presente, oggi, come si diceva,  è stato approvato il bilancio d’esercizio 2020 della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Lo ha deliberato il Consiglio Generale uscente, riunitosi come ultimo atto formale prima dell’insediamento del Consiglio di nuova nomina, chiamato ad eleggere il presidente nei prossimi giorni. L’approvazione è avvenuta all’unanimità.

Dal punto di vista finanziario, il Bilancio 2020 si è chiuso con un avanzo d’esercizio pari a 10,035 milioni di euro. I proventi totali netti sono stati 14,108 milioni. Il patrimonio netto della Fondazione risulta pari a  369,502  milioni di euro. In ambito erogativo, il deliberato complessivo del 2020 è stato di 7,158 milioni, con un accantonamento al Fondo Volontariato di 0,268 milioni di euro. L’eccezionalità dell’anno trascorso, legata alla pandemia da Covid, ha reso necessari una serie di interventi ad hoc deliberati dal Consiglio di Amministrazione in forma straordinaria, attingendo in parte al Fondo Stabilizzazione Erogazioni Future. Complessivamente, il totale erogato per interventi specifici legati alla pandemia è stato pari a quasi 1,8 milioni di euro.

Prima della discussione sul Bilancio si è svolta a Palazzo Rota Pisaroni una breve cerimonia per intitolare la Sala Consiglio della Fondazione al suo consigliere d’amministrazione Cesare Betti, mancato nel marzo 2020 a soli 71 anni, a causa della pandemia. Alla  presenza dei familiari dello scomparso e del presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri, il presidente della Fondazione Massimo Toscani e i membri del CdA dell’ente hanno inaugurato una targa che ne ricorda la memoria. Betti era entrato nella squadra del presidente Toscani dopo la sua nomina nell’ottobre 2014, ricoprendo anche il ruolo di coordinatore della Commissione Educazione.

«Ci è voluto davvero poco perché dal rapporto professionale si passasse ad instaurare un rapporto di amicizia – ha ricordato il presidente Toscani –. Cesare era affidabile, conosceva benissimo il territorio, ed era molto competente. È stata una grande perdita per noi e per questo ente, abbiamo perso un grande aiuto ed un amico. Ci è rimasto il ricordo e crediamo che questa sala racconterà di lui a chiunque entrerà: è un modo affinché la memoria non si esaurisca. Talvolta qui abbiamo avuto anche discussioni, confrontandoci su scelte da fare partendo da opinioni divergenti, ma quel che conta è che alla fine si è sempre arrivati ad una decisione utile, uniti. Quando se n’è andato il suo posto nel Consiglio di amministrazione non è stato sostituito, ed è stato giusto così».

«Ci ha commosso il vostro gesto, perchè non era scontato – ha ringraziato la figlia Chiara Betti, che era accompagnata dalla madre –. Sono orgogliosa di papà e di questa sala, è un grande onore. Manca tantissimo. Rappresentava tante cose: la capacità di lavorare, di entrare in empatia con le persone, e anche la meritocrazia, perché non arrivando da una famiglia agiata ha fatto la gavetta, costruendo il suo percorso con le sue sole forze».

«A nome di Confindustria Piacenza ringrazio il presidente Toscani e tutto il Consiglio, per questo gesto che rende onore alla sua persona e alla sua vita – ha sottolineato Francesco Rolleri -. Cesare Betti non è stato solo direttore di Confindustria, ma anche un manager moderno, interessato alla sostenibilità e all’impatto positivo dell’industria sul territorio, ben prima che di questi temi si parlasse. Era interessato al sociale, e apprezzato per il suo modo di fare diretto e trasparente».

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