Forse uno scambio rimasto aperto la causa del deragliamento fra Lodi e Piacenza

E' l'ipotesi su cui sta lavorando la procura di Lodi. Proprio in quel tratto, nella notte, erano stati effettuati alcuni lavori di manutenzione

Uno scambio potrebbe essere rimasto aperto, causando l’incidente ferroviario avvenuto questa mattina  alle 5.34 nel comune di Ospedaletto Lodigiano, nei pressi di cascina Griona, non lontano dal casello della Autostrada del Sole, sulla tratta Lodi Piacenza.

A dichiararlo, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio, è stato il procuratore di Lodi Domenico Chiari. Lo scambio in questione è quello posizionato al chilometro 166+771.

Il procuratore ha detto che «c’era uno scambio interessato da lavori di manutenzione – nella zona dell’incidente – e dobbiamo verificare se era chiuso o aperto». Si ipotizza che dopo i lavori di manutenzione avvenuti nella notte lo scambio ferroviario non si sia riallineato correttamente e si “rimasto a rovescio”.

«I lavori di manutenzione – ha detto il procuratore – vengono fatti perché qualcosa si è rotto, se no non c’è motivo per essere lì alle 4 e mezza del mattino».

«Se lo scambio fosse stato dritto per dritto – ha sottolineato il magistrato – il treno non sarebbe deragliato, non è difficile da capire. Non era nella posizione che doveva garantire la libera percorrenza del treno». Potrebbe dunque essersi trattato di un errore umano da parte dei manutentori e da chi ha dato il via libera alla circolazione.

Al procuratore è stato chiesto se i manutentori avessero comunicato la fine dei lavori ed ha risposto. «non vi posso dire tutto in questo momento, sono qui per escludere delle cose e per confermarvi che ci stiamo impegnando al massimo con l’ausilio di tutti per capire le cause». In zona non vi sarebbero telecamere e dunque non vi sono filmati dell’incidente.

Il Frecciarossa Av 9595 stava viaggiando a 298 chilometri all’ora quando è deragliato. La prima carrozza si è staccata ribaltandosi ed ha proseguito la sua corsa urtando anche un edificio, un deposito attrezzi e finendo a circa 500 metri dal rsto del convoglio. Anche la seconda carrozza si è ribaltata, mentre le altre sono rimaste sui binari ed hanno proseguito la loro corsa fermandosi alcuni metri più avanti senza aver subito grandi danni. E’ dunque un mezzo miracolo che lo sviamento del treno non abbia avuto conseguenze ancor più tragiche oltre alla morte dei due macchinisti (Mario di Cuonzo, 59 anni, e Giuseppe Cicciù 52 anni).

Il treno era un Etr 400 composto da otto carrozze, ciascuna delle quali dotata di un  sistema di sicurezza che permette, per ciascuna, lo sganciamento e il frenaggio autonomo.

Sul treno è montata una scatola nera che permetterà di ricostruire parte dei dettagli di quanto accaduto. L’intera area è stata posta sotto sequestro.

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