Forte preoccupazione della CNA Piacenza: il 60% delle imprese escluse dai ristori

Secondo l'associazione degli artigiani non è più rimandabile la riapertura di negozi e attività

C’è forte preoccupazione, in casa CNA Piacenza, per i sostegni che il Governo intende varare a favore delle attività produttive e di servizi pesantemente colpite e penalizzate dall’emergenza sanitaria ancora in atto. Preoccupazioni che CNA ha già portato, in queste ultime ore, all’attenzione del mondo politico e istituzionale.

“Sulla base delle indicazioni relative al Decreto Sostegni – puntualizza il Presidente provinciale di CNA, Giovanni Rivaroli – sei imprese su dieci resteranno escluse dai contributi a fondo perduto con il requisito della soglia del 30% del calo del fatturato. La nostra associazione si è recentemente confrontata con la Commissione Bilancio del Senato, e proprio in quella sede ha formalmente chiesto di sostituire la tagliola del 30% con un meccanismo che riduca progressivamente il beneficio, ma che, al tempo stesso, possa ampliare la platea dei beneficiari, sperando anche in risorse aggiuntive. Ci preoccupa anche il fatto che questa norma non prevede interventi e facilitazioni in materia di liquidità e credito. Per ovviare a questo inconveniente riteniamo indispensabile prorogare alcune delle misure straordinarie in scadenza al 30 giugno, come le moratorie sui prestiti e il sistema di garanzie pubbliche, così come riteniamo di grande utilità rivitalizzare il sistema dei Confidi. Crediamo anche sia indispensabile correggere l’impostazione della norma in materia di TARI, per evitare pesanti aggravi degli importi proprio a carico delle utenze non domestiche”.

Al di là delle indicazioni relative al Decreto Sostegni, CNA Piacenza auspica che il Governo possa rivedere e riformulare la tempistica riguardante la riaperture delle attività tuttora sospese.
“Con il progressivo miglioramento della situazione epidemiologica – aggiunge il Direttore di CNA Piacenza, Enrica Gambazza – e con il potenziamento della campagna vaccinale, il Governo dovrebbe anche prevedere la riapertura in tempi brevi di tutte quelle attività che, per gli effetti della zona rossa e delle varie disposizioni normative, sono state costrette a fermarsi. Penso soprattutto a parrucchieri, estetiste, bar, ristoranti e alle attività commerciali in genere, che hanno anche già effettuato importanti investimenti per dotarsi di tutti i dispositivi di protezione e a tutela della salute. Riaperture che non possono più essere procrastinate e che devono essere accompagnate, appunto, da ristori economici in grado di consentire la ripartenza di tali attività”.

 

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