Forza Italia a Piacenza “si sta tagliando da sola il ramo su cui è seduta”

Secondo il consigliere Michele Giardino il suo ex partito si trova in una “una situazione disastrosa”

Dove sta andando Forza Italia a Piacenza? E’ grossomodo la domanda si fa Michele Giardino, consigliere comunale oggi rappresentante di spicco della Buona Destra ma con alle spalle una lunga militanza proprio nel partito di Berlusconi, prima di entrare in rotta di collisione ideologica con i vertici degli azzurri.

Attraverso un post su Facebook Giardino sottolinea la probabile fuoriuscita dal partito anche di assessori e consiglieri eletti in quota forzista.

«Se le indiscrezioni che emergono dalla stampa locale sono fondate, alle prossime elezioni comunali di Piacenza, Forza Italia non candiderà né un assessore uscente, né un consigliere uscente.

Perso il primo degli eletti alle Comunali 2017, Filiberto Putzu impegnato nella composizione della lista Piacenza al Centro. Perso il secondo degli eletti Mauro Saccardi impegnato nella Officina delle Idee. Perso il terzo degli eletti, il sottoscritto, impegnato a costruire Buona Destra Piacenza . Perso l’ex capogruppo Pecorara, passato alla Lega. Persi gli attuali consiglieri Francesco Rabboni  e Ivan Chiappa, dati in entrata nella lista civica a sostegno della Barbieri.

Persi gli assessori Jonathan Papamarenghi  e Federica Sgorbati , dati anch’essi in entrata nella medesima lista.

L’opera di spoliazione del partito azzurro, pervicacemente voluta e favorita da più di uno, si è pressoché conclusa. L’arrivo dell’ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Andrea Pugni , rappresenta l’ancora di salvezza di una situazione disastrosa.

E dire che, per tutti coloro che guardano con distacco alle vicende del centrodestra piacentino, la via d’uscita che Forza Italia ha a disposizione per sottrarsi a questo stritolamento ovvero l’unica possibilità che Forza Italia ha di recuperare identità e credibilità e appeal, sarebbe di sganciarsi da Lega e Fratelli d’Italia, e concorrere a instaurare una proposta politica moderata, di equilibrio e sapienza.

Ma, in nome della fedeltà e dell’unità del centrodestra, si sta tagliando da sola il ramo su cui è seduta. Peccato. Davvero peccato».

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