Foti su Caruso: “Chiediamo scusa alla città. Mai avremmo immaginato di trovarci in questa situazione”

Conferenza stampa di Fratelli d'Italia Piacenza all'indomani dell'arresto del presidente del Consiglio comunale di Piacenza accusato di reati commessi nel 2015 (prima di essere eletto e divenirne presidente)

Un Tommaso Foti a tratti visibilmente commosso quello che oggi pomeriggio si è presentato in conferenza stampa per parlare della vicenda del presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, arrestato ieri per presunti reati commessi dal funzionario doganale nel 2015, prima del suo ingresso nel consiglio comunale di Piacenza, eletto nella lista di Fratelli d’Italia.

Una vicenda che ha scosso non solo il parlamentare e più alto esponente piacentino del partito della Meloni, ma un po’ tutti i rappresentanti dello stesso dai consiglieri, agli assessori ai semplici militanti di un partito che si è sempre, storicamente, dichiarato intransigente nei confronti delle mafie.

Ci scusiamo con i piacentini

L’onorevole Fori ha aperto la conferenza stampa con un messaggio rivolto ai piacentini: «Voglio subito esordire dicendo che come movimento politico ci scusiamo con la città e i cittadini di Piacenza che non meritavano le prime pagine dei giornali e dei telegiornali su una vicenda di questo tipo peraltro consumatasi praticamente quasi completamente fuori dal nostro territorio. In secondo luogo – ha proseguito Foti – sento il dovere di scusarmi con il Sindaco di Piacenza, con i partiti ed i movimenti che compongono la coalizione perché non meritavano quanto accaduto».

Foti ha poi spiegato che ieri ha preferito non rilasciare dichiarazioni sia perché era già intervenuto il segretario del proprio partito, Giorgia Meloni,  sia perché, trovandosi ieri a Roma, ha preferito rientrare a Piacenza e poter incontrare, oggi, personalmente i giornalisti, rispondendo “de visu” alle loro domande anziché telefonicamente. Per un fatto di questo genere, sentendo su di me una responsabilità sotto il profilo politico, non mi andava di mandare un comunicato stampa. Reputo vergognoso l’accostamento che è stato fatto alla mia persona in questa vicenda. La reputo una delle tante mascalzonate sulle quali non transigerò. Che sul piano politico ci possa essere della competizione, anche della acredine ci sta. Ma certe cose non si possono fare ad una persona (lo stesso Foti ndr) che non ha mai avuto un problema di qualsiasi tipo con la giustizia e nemmeno a chi è seduto con me a questo tavolo, consiglieri comunali e professionisti che in questa vicenda sono tutte parti offese».

Inchiesta seria e minuziosa

Foti ha poi fatto un accenno all’inchiesta che ha coinvolto Caruso e l’ha definita seria, puntuale, minuziosa con riscontri documentali che poi potranno essere in sede di dibattimento verificati e valutati.

«Mi sarei aspettato non un trattamento di favore ma di giustizia perché il Procuratore della Repubblica di Bologna era stato chiarissimo ne dire che in questa vicenda era esclusa la politica (e noi siamo un partito politico) e che il coinvolgimento di Giuseppe Caruso è anteriore al suo impegno politico e non c’è nessun utilizzo del suo ruolo pubblico nel compimento di queste attività ritenute penalmente rilevanti».

Non si possono frequentare cene come quella immortalata dalla foto della polizia

«Caruso, sotto il profilo generale – ha affermato Foti – merita come tutte le persone la possibilità di difendersi. A scanso di equivoci voglio dire che noi siamo garantisti con gli avversari, intransigenti con chi appartiene alla nostra comunità. Voglio essere chiaro: lasciando al contraddittorio delle parti l’esito di questa vicenda dico che chi rappresenta Fratelli d’Italia non può frequentare cene come quella immortalata dalla fotografia dell’inchiesta. Anche se dovesse risultare che sono tutte persone incensurate. Nella mia vita politica – ha sottolineato il parlamentare – ne ho saltate di cene con persone più importanti ed altrettante incensurate perché non mi convincevano».

Abbiamo fatto tutte le verifiche possibili sui candidati

«Non ci saremmo mai, mai, mai, mai immaginati – ha detto con veemenza l’on. Foti – di trovarci in questa situazione. Caruso è una persona che conoscevamo da 20 anni ma non è cresciuto alla mia ombra come qualcuno ha voluto dire. Era una persona che si era autonomamente ritagliato un suo spazio istituzionale. Non c’è da scaricare nessuno ma questa vicenda ci scarica Tir di guano addosso, che non ci meritavamo. Se ci fosse capitata una vicenda di questo tipo con una new entry avrebbero potuto dirci “siete stati superficiali”.

Nel caso di specie rispetto non a Giuseppe Caruso ma a tutti i candidati della Lista di Fratelli d’Italia è stato applicato un rigore nelle verifiche possibili. Tutti, me compreso, abbiamo presentato un certificato dei carichi pendenti ed il certificato penale, che è il massimo che una legge successiva ha poi chiesto. Perché la “Spazzacorrotti” è venuta dopo».

Non è vero che fui io a volere Caruso a tutti i costi

«Nel 2015 – ha ricordato Foti – Caruso non ricopriva alcun ruolo amministrativo. Non è mai stato componente della direzione provinciale di Fratelli d’Italia, né di quella nazionale. C’è poi la favola che io avrei voluto Caruso a tutti i coti presidente del Consiglio comunale. Non ci sarebbe stato nulla di male perché se di una persona non hai motivo di dubitare non ci sarebbero motivi per non sostenerlo».

Foti ha ricordato come in realtà in pole position per la carica di  presidente del consiglio comunale ci fosse Gian Carlo Migli che però rinunciò a “correre” per tale ruolo per incompatibilità con i suoi impegni lavorativi.

In origine dovevamo avere due assessori e non ila presidenza del Consiglio comunale

L’onorevole ha spiegato che in origine Fratelli d’Italia doveva avere due assessori nella giunta Barbieri. Gli venne chiesto d rinunciare ad un assessorato e di avere invece la possibilità di indicare il presidente del Consiglio comunale. Foti ribadì che avrebbe preferito i due assessorati avendo esponenti del suo partito più adatti a quel ruolo per competenze.

Alla fine, per equilibri della coalizione, dovette comunque rinunciare ad uno dei due assessori.

«I criteri che abbiamo a quel punto adottato per la scelta del presidente del Consiglio comunale sono stati quelli di esperienza e voti presi. Caruso aveva l’esperienza di due mandati come consigliere comunale».

Una vicenda dolorosa

«Se qualcuno pensa di metterci fuori gioco o su un piano inclinato – ha concluso il parlamentare – si risparmi la fatica. E’ una vicenda dolorosa, anche sotto il profilo umano.  Quando c’è n rapporto di trasparenza e linearità anche se uno avesse commesso un solo errore, una sola ingenuità, resta comunque il dovere di dirlo. La politica è fatta anche di persone, si fonda anche sui rapporti umani. Come pensate mi possa sentire io e loro che erano in Consiglio comunale lunedì sera, nel vedere una persona con cui magari si era scherzato pochi giorni prima portato via in manette».

Ma sentiamo l’on. Tommaso Foti

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