Frode fiscale scoperta dai finanzieri piacentini: evasi oltre 28 milioni di euro

Le Fiamme Gialle hanno arrestato un 45enne ritenuto a capo della banda criminale. Con i complici acquistava e rivendeva a prezzi ribassati apparecchi elettronici, evadendo l’Iva

I militari del comando provinciale della guardia di Finanza di Piacenza hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Padova, nei confronti di un soggetto italiano di anni 45, ritenuto a capo di una banda criminale dedita a frodi fiscali, con evasione d’Iva, a carattere transnazionale. L’indagine, condotta dal nucleo polizia economico-finanziaria di Piacenza è stata coordinata dalla sede veneziana della procura europea EPPO (European Public Prosecutor’s Office).

Sono stati raccolti gravi indizi sull’esistenza di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi sull’IVA intracomunitaria, attraverso il cosiddetto meccanismo “carosello”, nonché al successivo riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti generati.

I soggetti coinvolti acquistavano prodotti elettronici ed informatici all’estero, interponendo, nelle transazioni commerciali una serie di società fittizie con sede sia in Italia sia nell’Unione Europea. Così evitavano di pagare l’IVA poiché, trattandosi di operazioni intracomunitarie, l’imposta deve essere applicata nel paese di destinazione.

Il meccanismo fraudolento, nell’ambito del quale sono state coinvolte oltre 20 persone compiacenti e 70 società “cartiere” (di cui 34 italiane e le restanti presenti in Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna), consentiva di generare crediti Iva milionari e di rivendere sul mercato, dopo diverse cessioni fittizie, i prodotti tecnologici e informatici – anche di alta gamma – ad un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello praticato dalle imprese oneste, applicando, in talune circostanze, scontistiche superiori al 50%.

Il gip del tribunale di Padova, su richiesta del procuratore europeo delegato (sede di Venezia), ha quindi disposto il sequestro preventivo per equivalente del profitto del reato fino alla concorrenza dell’IVA evasa pari ad oltre 28 milioni di euro.

L’operazione ha portato, tra l’altro, al sequestro – nei confronti dell’arrestato ritenuto al vertice del gruppo criminale – delle quote di una società nonché di un complesso immobiliare di assoluto pregio, situato in un palazzo storico nel centro di Bologna.

 

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