I furbetti del cartellino rischiano il licenziamento. Auto del Comune usata per andare a prostitute

“Alta Infedeltà” così è stata battezzata l’operazione della Procura di Piacenza condotta dalla Guardia di Finanza in collaborazione con la Polizia Municipale.

Questa mattina conferenza stampa ufficiale in presenza del Procuratore Capo  Salvatore Cappelleri e del sostituto Antonio Colonna, titolare dell’inchiesta partita lo scorso anno da alcune segnalazioni di cittadini.

Per vari mesi i dipendenti del Comune sono stati seguiti, fotografati e ripresi da telecamere nascoste. Ne è emerso un quadro desolante con dipendenti che timbravano cartellini al posto di colleghi, altri che negli orari di lavoro si recavano a far compere sul mercato. Altri ancora usavano furgoni del Comune per trasporti privati o per andare a fare la spesa. Ma c’è chi si recava al ristorante, con una amica, in orari di lavoro o in palestra.

Il caso più eclatante ed incredibile emerso è però quello di un dipendente 60enne che usava i mezzi del comune per andare a prostitute. Ed è proprio lui l’uomo arrestato ed ora ai domiciliari.

I dipendenti, come ha sottolineato il  Procuratore della Repubblica Salvatore Cappelleri rischiano ora il posto di lavoro.

Lo stesso Cappelleri, a margine della conferenza ha risposto ad alcune domande dei giornalisti:

“Una delle considerazioni che abbiamo fatto nel corso delle indagini- ha detto Cappelleri –  è proprio questa: ci sembrava strano ci fosse qui un fenomeno di queste dimensioni. Cinquanta dipendenti sono tanti in rapporto al numero complessivo che è di circa seicento. Le indagini che c’erano state in varie parti di Italia evidentemente non hanno avuto una efficacia preventiva e non hanno indotto nessuno alla prudenza. L’applicazione delle sanzioni relative al rapporto di lavoro – ha sottolineato il Procuratore – è una considerazione che si sarebbe dovuta fare da parte di chi aveva in animo di commettere questi fatti. Il rischio è quello di perdere il posto di lavoro.

Si tratta di condotte reiterate. Ci sono persone che abitualmente lo facevano, persone che se lo scambiavano l’un l’altro il favore. Una situazione di illegalità purtroppo diffusa nell’ambiente. Questo purtroppo devo dirlo ed è per questo che il Gip parla di caparbietà.

Tutti i comportamenti sono gravi. Il comportamento del dipendente (che usava l’auto per andare a prostitute ndr) era più grave. Noi avevamo chiesto la custodia in carcere. E’ stato l’unico che comunque ha avuto una misura custodiale perché sono stati applicati dal Gip gli arresti domiciliari”.  

 

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