I dubbi di PiacenzaOnline sui numeri dei malati in terapia intensiva diventano un’interrogazione regionale

In un nostro articolo avevamo sollevato alcune perplessità sul repentino cambio di classificazione dei ricoverati in terapia intensiva che, dalla scorsa settimana, ricomprendono anche i pazienti UTIR ossia quelli che utilizzano il casco respiratorio. Una scelta sulla quale avevamo chiesto lumi all’ufficio stampa della regione Emilia Romagna, senza aver ricevuto  (al momento) alcuna risposta.

Il consigliere regionale della Lega ER Daniele Marchetti, vicepresidente della commissione Sanità, ha però fatto suoi i contenuti del nostro pezzo ed ha depositato un’interrogazione alla Giunta regionale sull’argomento.

“La Regione ci spieghi quali sono le motivazioni che hanno portato a considerare ricoverati in terapia intensiva (Icu) non solo gli intubati, ma anche i pazienti in UTIR (Unità di terapia intensiva respiratoria). Un improvviso cambio di classificazione che non consente il paragone con i dati passati e che rischia di mandare nel panico i cittadini”.
“Come ha rilevato anche da un’inchiesta condotta dal quotidiano Piacenzaonline.info, c’è infatti una significativa differenza fra Terapia intensiva (Icu) e Unità di terapia intensiva respiratoria (Utir): la prima è una terapia intensiva generale, la seconda una terapia intensiva d’organo. Nelle unità di terapia intensiva (ICU – Intensive Care Unit) infatti vengono ricoverati pazienti in gravi condizioni di salute, che hanno bisogno di assistenza continua, per il mantenimento nella norma delle loro funzioni vitali, pazienti che sono generalmente intubati ed in coma od in coma farmacologico. Vi operano medici anestesisti e personale infermieristico specializzato ed hanno letti ad hoc con dotazioni tecniche specifiche come la ventilazione meccanica. Richiedono spazi più ampi rispetto a normali reparti per agevolare gli interventi da parte degli operatori che si ruotano su turnazioni H24.
Le Utir, Unità di Terapia Intensiva Respiratoria (anche definite Unità di Terapia semi-Intensiva Respiratoria) sono invece unità che rientrano nell’ambito della pneumologia e si occupano del trattamento dei pazienti affetti da Insufficienza Respiratoria Acuta. Utilizzano spesso tecniche di ventilazione meccanica non invasiva (per intenderci i famosi caschi) ed i pazienti che vi sono ricoverati non sono – tendenzialmente – in coma farmacologico” spiega Marchetti.
“E’ evidente che, se da una parte la politica nazionale sta tornando ad accennare a un nuovo “lockdown”, questo nuovo sistema di classificazione dei dati rischia ancor di più di aggravare una situazione che non ha certamente bisogno di infondere ulteriori dubbi” ha sottolineato il leghista.
“Ci rendiamo conto della serietà della situazione e dei rischi che comporterebbe un secondo lockdown tanto più se motivato non solo da numeri già altissimi di contagio (per lo più sintomatici) ma anche da dati forniti sulla base di classificazioni che variano dal giorno alla notte? Quello che si chiede è serietà e dati certi e incontrovertibili visto che qui c’è in gioco la tenuta del sistema sociale, economico e sanitario della Regione con migliaia di famiglia che rischiano di trovarsi senza lavoro” sottolinea Marchetti.

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