I sindacati proclamano otto ore di sciopero negli stabilimenti Astra Iveco

I sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr hanno dichiarato lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti CNHI (gruppo di cui fa parte anche l’Astra di Piacenza). I lavoratori incroceranno le braccia per otto ore nel mese di luglio. I sindacati temono che l’azienda CNHI possa venire meno ai suoi impegni e per questo chiedono che vengano garantiti l’accordo ed il futuro a partire da Brescia e Lecce
Nell’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo economico CNH Industrial ha illustrato la situazione industriale e spiegato a che punto è l’applicazione dell’accordo quadro di gruppo del 10 marzo 2020.

Le azioni decise per Pregnana, che purtroppo come noto cesserà la produzione il prossimo anno e su cui è in corso un confronto in sede regionale per la reindustrilizzazione, e per San Mauro, che sarà riconvertito in polo logistico, proseguono come da accordi locali necessari a garantire ai lavoratori l’occupazione.

Negli altri stabilimenti, fra cui Piacenza, l’attività sta riprendendo non senza problemi a causa della caduta della domanda, ma in alcuni settori c’è una ripresa di mercato. A Foggia e a Torino motori c’è una ripresa produttiva, ma su Foggia resta la spada di damocle del venir meno della commessa FCA. Più pesante è invece il ricorso agli ammortizzatori sociali a Torino driveline. Anche a Modena e a Jesi le proiezioni produttive sono abbastanza confortanti nonostante l’impatto dell’emergenza Covid. Iveco Defence ha avuto fermate assolutamente ridotte e dunque non presenta al momento particolari problematiche.

Anche a Suzzara e a Piacenza i volumi produttivi si stanno riprendendo. È a Brescia e a Lecce però che si hanno i principali segnali di allarme, tanto che CNHI ha dichiarato di star riconsiderando la loro posizione e il loro piano industriale. Più in particolare a Brescia, per cui sono stati programmati nuovi investimenti, e a Lecce, per cui nessuna riorganizzazione è stata prevista e anzi era stato immaginato un robusto incremento dei volumi, si registra una forte sofferenza dovuta al calo degli ordinativi, che sta spingendo addirittura la Direzione aziendale a riconsiderare il piano industriale.

“La presa di posizione aziendale – dicono i sindacati – è evidentemente molto grave poiché mette in discussione gli impegni presi con l’accordo quadro del 10 marzo e getta un’ombra sul futuro dello stabilimento di Brescia, con 2.000 dipendenti, e dello stabilimento di Lecce, con 700 dipendenti.

Il Governo deve assolutamente intervenire prima che sia troppo tardi e interloquire con i vertici aziendali e sindacali, anche perché sussiste il timore che altri Paesi europei possano attirare gli investimenti previsti per l’Italia. È da tempo che stiamo avvertendo le Istituzioni dei rischi di desertificazione industriale del settore automotive aggravato dalla emergenza covid e dal fatto che l’Italia continua a essere priva di una politica industriale”.

“Per queste ragioni – concludono i sindacati – chiediamo la immediata convocazione di un tavolo con i ministri Patuanelli e Catalfo. A CNH Industrial chiediamo l’integrale rispetto dell’accordo del 10 marzo 2020”.

(Foto Astra Iveco)

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