Il comitato Salviamospedale: “Perchè non si fa niente per ampliare il parcheggio dell’attuale ospedale”

Il comitato torna sul tema del nuovo ospedale e si chiede perchè non si pensi intanto ad ampliare le aree di sosta di quello attuale

Il comitato Salviamospedale, con un nuovo comunicato firmato dal portavoce Augusto Ridella torna ad occuparsi della vicenda del nuovo ospedale e chiede che lo stesso venga costruito nell’area dove si trova l’attuale nosocomio.

«Il nostro Comitato – scrive – nel ribadire che non è contrario alla costruzione di un nuovo ospedale, ma chiede che si faccia nell’area dell’attuale sede tra Via Taverna e Via Campagna, fa rilevare una circostanza apparentemente paradossale che prova quanto sia urgente un’analisi della situazione in cui versa il nostro nosocomio, anziché pensare ad un ospedale fuori città che, se va bene, sarà pronto tra 10 anni.

Secondo un’opinione diffusa tra i cittadini, la ragione principale per cui sarebbe necessario un nuovo ospedale, è data dalla mancanza di parcheggi.

Tale dato si ricava dagli utenti che intervengono sui social, dagli interventi sul quotidiano Libertà e dalle lamentele che il nostro Comitato raccoglie giornalmente tra coloro che sono favorevoli al nuovo ospedale fuori dalla città.

L’esigenza dei parcheggi paradossalmente viene dopo i gravi ritardi con i quali vengono fissati esami e visite specialistiche. Pensare di spendere 300 milioni di euro (ultima cifra riferita dalla Regione) perché mancano i parcheggi sarebbe una follia. È vero, però, che tale problema comporta un forte disagio per coloro che devono usufruire dei servizi ospedalieri.

Veniamo al dunque.

Ed invero, tutte le mattine gli automobilisti rimangano in coda, per lunghissimo tempo in Via Campagna nel tentativo di entrare nel parcheggio interno all’attuale nosocomio.

Perché l’AUSL non si pone il problema?

Perché non è mai stato fatto uno studio di fattibilità sulla possibilità di ampliare ed efficientare l’Ospedale di Via Taverna?

A nostro modesto avviso, per evitare tale disagio all’utenza, e di conseguenza, lasciateci dire ironicamente, far venir meno l’esigenza di costruire altrove un nuovo edificio ospedaliero, basterebbero alcuni interventi a costo zero, e più precisamente:

–        chiudere il parcheggio interno dell’ospedale che, peraltro, a causa delle emissioni, costituisce una fonte di veleno per i degenti;

–        riservare l’accesso solo alle automobili che trasportano pazienti con difficoltà motorie e che necessitano di un ricovero o di un esame;

–        in sostituzione di tale area di parcheggio, sarebbe sufficiente mettere le sbarre all’ingresso del parcheggio in fregio a Via XXI Aprile, al parcheggio nell’area di fronte alla sede dell’ex 118, nonché a quello di fianco al campo di calcio di Borgotrebbia;

–        prevedere il pagamento del ticket d’ingresso alla cassa dell’ospedale con tariffe variabili, per le prime due ore un costo ridotto, mentre per le ore successive un costo elevato al fine di evitare che il parcheggio sia utilizzato anche dagli automobilisti che non si recano all’ospedale.

Siamo certi che in questo modo il problema dei parcheggi per l’ospedale sarebbe risolto.

In prospettiva, augurandoci che l’ospedale non venga trasferito altrove, si potrebbe pensare di ricavare un parcheggio multipiano, sempre nell’area dell’ex 118 ovvero adibire un parcheggio a raso nell’area ex ACNA, ed ancora, nell’area dell’arsenale (a Barriera Torino) che è destinata anch’essa a diventare ex arsenale.

Facciamo inoltre rilevare che l’entrata del Pronto Soccorso è attualmente segnalata da un cartello invisibile. Auspichiamo che venga segnalato con un cassonetto luminoso (3m x 2m).

Per quanto concerne gli spazi dove ricavare nuovi edifici che si possano collegare a quello del Polichirurgico, al fine di ampliare l’Ospedale di Via Taverna, rimandiamo ad una successiva puntata, dopo aver fatto predisporre un rendering (guai a chiamarlo “progetto”!), che illustri la soluzione per un ospedale nuovo in Via Taverna.

Domandiamoci, infine, se questi disagi siano finalizzati a fare credere che serva un nuovo ospedale fuori dall’Urbe per risolvere tutti i problemi che oggi presenta la sanità piacentina».

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