Il degrado… chiama degrado: i giardini Don Niso Dallavalle e la “teoria delle finestre rotte”

 Nello spazio verde di fianco al Cheope, così come in Piazza Cittadella, il degrado urbano “facilita” cattivi comportamenti fra cui lo spaccio ed il consumo di droga da parte di giovanissimi

Giardini Don Niso Dallavalle

Com’è possibile che nel bel mezzo di un quartiere residenziale di Piacenza, a poca distanza da svariate scuole, ci sia un microscopico angolo di città maltenuto (per non dire abbandonato al degrado) che è di conseguenza diventato luogo di spaccio e consumo di droga da parte di giovanissimi?

È quanto si chiedono molti abitanti e professionisti che vivono e lavorano nei dintorni. Una denuncia, la loro, reiterata nel tempo ma che pare essere rimasta inascoltata.

Nei giorni scorsi ad accendere i fari su questo fazzoletto di “verde” (che unisce via IV Novembre con via Nicolodi, a fianco del palazzo Cheope) ci ha provato l’architetto Franz Bergonzi, che ha studio in quella zona, con un post su Facebook, ma soprattutto con una nuova segnalazione inoltrata al sindaco Patrizia Barbieri ed agli assessori competenti.

Le lamentele degli abitanti del luogo rivolte ad amministrazioni di ogni segno e colore politico, negli anni, non hanno realmente inciso su questi che tanti definiscono i “giardinetti dei tossici”.

Come ricorda l’architetto Bergonzi nel suo post non si parla certo «di tossici anni’80 con eroina, siringhe e scene da film, quanto più di ragazzini che, al massimo, si passano un paio di canne. Non ci si può comunque consolare, dato che la maggior parte dei frequentanti sono ragazzi tra i 14 e i 18 anni, che in pieno giorno si trovano regolarmente a fumare e a praticare micro-spaccio tra di loro. A rendere ancor più triste la situazione, ed è ciò su cui andrebbe focalizzata l’attenzione, è la totale mancanza di interventi delle forze dell’ordine in zona, neanche in borghese, che avrebbero potuto migliorare le cose».

Situazione analoga a quella appena descritta la si può trovare in pieno centro, più precisamente in Piazza Cittadella, area di cui vi avevamo già parlato un paio di mesi fa. Anche qui, nonostante le numerose denunce di abitanti ed esercenti, da quando è stata chiusa la stazione delle corriere è in corso un processo di progressivo ed inarrestabile degrado della piazza. Proprio come nei giardini Don Niso Dallavalle per terra si trovano bottiglie rotte, rifiuti sparsi in giro e la più totale incuria, ben evidenziata da transenne ribaltate, marciapiedi sbrecciati e murales che coprono quasi interamente la fatiscente ex stazione dei pullman. La zona è divenuta così ritrovo di gruppi di giovanissimi, spesso dagli atteggiamenti strafottenti, che spadroneggiano per il quartiere.

Entrambe le situazioni non sono solo un problema di ordine pubblico (ma qualche passaggio in più di pattuglie non guasterebbe).

Esiste una precisa teoria criminologica quella delle “finestre rotte” secondo la quale l’incuria dell’ambiente, i vetri rotti di un edificio, gli arredi urbani rovinati, la scarsa illuminazione già di per sé generano la sensazione che la legge non esista e quindi “richiamano” ulteriore degrado. Perché, come ricorda l’architetto piacentino, “il bello genera bello, mentre il brutto non può che causare brutture”.

Basta fare due passi nell’area verde dei giardinetti per rendersi conto come di bello qui sia rimasto poco. Sono passati solo sei anni dal 3 maggio 2014 quando l’allora sindaco Paolo Dosi, con il vescovo Ambrosio, inaugurò quest’area intitolata a Don Niso Dallavalle, sacerdote piacentino ed educatore (in occasione del 40° anniversario della sua scomparsa).

Il cartello che vedete nella foto scattata, allora, da Mauro del Papa è identico a quello che oggi abbiamo fotografato tristemente a terra, sfregiato dai graffiti, a fianco di una delle tante panchine arrugginite che costellano i giardinetti e su cui si legge chiaramente “ti fai le canne da un grammo, noi le facciamo da un quintale”. Perché su quelle panchine giovanissimi studenti, in maggioranza minorenni, provenienti da varie scuole superiori, si danno appuntamento per consumare “fumo” ma anche per compralo.

L’attuale giunta aveva puntato la propria campagna elettorale proprio sul tema della sicurezza, aveva anche incaricato un assessore di occuparsi del decoro urbano ed aveva promesso (con uno slogan) “aria nuova”. Il verde e la manutenzione del verde invece sono stati il tallone di Achille di Palazzo Mercanti.

Per ora, nei giardini di via IV Novembre come in piazza Cittadella di decoro se ne vede poco e più che aria rinnovata si respira l’inconfondibile aroma dell’erba proibita. Perché il brutto … porta sempre brutto.

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