Il pomeriggio di Patti Smith, nei chiostri francescani, coccolata dai frati

La sacerdotessa maudit del rock mondiale, prima del concerto, ha trascorso il pomeriggio ospite del convento di Santa Maria di Campagna, a Piacenza, consumando zenzero, miele e limone. Ha cantato in infradito per un infortunio alla caviglia

Sono passati oltre cinquant’anni da quando Patricia Lee Smith, detta Patti (nata a Chicago il 30 dicembre 1946) lavorava come operaia in una fabbrica di passeggini, esperienza che ispirerà Piss Factory, la canzone pubblicata sul lato B del suo disco di debutto.

Eppure la cantante, poetessa, fotografa americana – nota come “la sacerdotessa maudit del rock” – ancora oggi mantiene qualcosa di quei tempi, del suo arrivo a New York, della sua iniziale vita in ristrettezze economiche: la semplicità.

Pur avendo attraversato mezzo secolo di storia della musica mondiale, contaminando il punk con le poesie di Baudelaire e diventando una delle più importanti ed influenti cantanti del pianeta, Patti si è presentata anche a Piacenza portando con sé quei modi dolci, da antidiva, quel suo modo di essere al limite del francescanesimo, in assoluta sintonia con l’ambiente dei chiostri conventuali di via Campagna dove è arrivata nel pomeriggio di ieri, prima dello spettacolo  “An Evening Of Poetry And Music” in programma davanti alla basilica di Santa Maria di Campagna.

Ad accoglierla insieme agli altri frati, padre Secondo Ballati, superiore del convento francescano oltre a Roberto Tagliaferri responsabile dell’economato della Banca di Piacenza che è stato, di questo evento, il motore propulsivo occupandosi della non facile organizzazione ed a Mariateresa Sforza Fogliani a cui si deve l’idea originaria di “tentare il colpaccio” ed provare a scritturare la cantante americana nell’ambito dei festeggiamenti per i 500 anni della fondazione di Santa Maria di Campagna.

Su tutti e tutto purtroppo incombeva il maltempo che ha costretto a prendere la non facile decisione di cancellare l’evento esterno e riprogrammarlo dentro la Basilica.

Questo ha implicato la cancellazione di circa mille posti, in parte in seduti (settore B) ed in parte in piedi (settore C), permettendo l’ingresso solo a circa 470 persone, quelle del settore A. Una scelta sofferta ma rilevatasi, a posteriori, assolutamente necessaria e giustificata quando, a metà della serata, sulla città si è riversata una forte pioggia.

Nel pomeriggio Patti Smith, pettinata con le sue immancabili treccine, ha girovagato per i chiostri, stupenosi per piccole cose, chiedendo ai presenti spiegazioni sulla storia del luogo e dettagli architettonici, prima di ritirarsi per un momento di concentrazione pre-concerto nelle stanze messele a disposizione.

Da parte sua nessuna stramba richiesta da star, solo qualche piccolo desiderio anticipato dallo staff agli organizzatori: acqua a temperatura ambiente, pezzetti di zenzero, limoni e miele che, come insegnano le nonne, è sempre un toccasana per la gola e le corde vocali. Ed ancora tanto, tanto ghiaccio non per rinfrescare le bevande però ma per aiutare la guarigione di una caviglia. L’artista infatti, il giorno precedente, mentre passeggiava per Firenze, è inciampata sul selciato ed ha rimediato una brutta storta. Motivo per cui non ha gironzolato liberamente per Piacenza, come avrebbe fatto in una situazione normale e come aveva fatto.  Ed è anche la ragione per cui si è presentata poco dopo sul palco con un paio di infradito grigie. Nessuna volontà di pauperismo o francescanesimo (rappresentato invece dalla croce lignea portata al collo) ma una pura esigenza pratica di cui si è scusata con gli spettatori «Vi chiedo scusa per queste buffe scarpe»  ha detto spiegandone poi il perché le indossava.

«Voglio davvero ringraziare tutti qui per la loro gentilezza, a partire dai frati. E’ un posto così bello, così unico, con i gatti che gironzolano e con il canto degli uccelli».

Una volta terminata l’esibizione Patti Smith è ritornata nel suo camerino allestito nel convento, insieme ai figli Jackson e Jesse Paris ed al bassista Tony Shanahan Smith. Non è mancato qualche irriducibile fan a caccia di autografi e poi, accompagnati da un’autista, i quattro hanno lasciato Piacenza per far rotta su Malpensa dove hanno dormito in attesa di imbarcarsi stamane e rientrare in patria. Torneranno di nuovo in Italia per una seconda parte del tour italiano. Si esibirà a Milano,  al Castello Sforzesco, mentre prima di approdare nella nostra città si era esibita presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, sotto il David di Michelangelo.

 

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