Il presidente degli ambulanti piacentini: “abbiamo diritto di lavorare perchè non siamo da zona rossa”

Adriano Anselmi scrive al sindaco Patrizia Barbieri "Davvero Lei desidera restare a guardare centinaia di attività fallire? Ascolti il dramma dei nostri associati. Prima che sia troppo tardi"

Il presidente della FIVA Piacenza  (Federazione Italiana Veditori Ambulanti) davanti ad una situazione sempre più insostenibile per i commercianti ha deciso di scrivere al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri dopo che il primo cittadino aveva inviato una lettera ai vertici della regione chiedendo di allentare le misure anti pandemia in una provincia come quella di Piacenza dove i numeri del contagio non sono (né sono mai stati nelle ultime settimane) da zona rossa.

“Gentile Avv. Patrizia Barbieri, Le scrivo come Presidente della Federazione Italiana Venditori Ambulanti della Provincia di Piacenza. Ho letto della sua lettera al Presidente Bonacini e pur apprezzando il suo gesto non ho potuto fare a meno di cogliere alcune incongruenze nella risposta del sottosegretario Davide Baruffi che rispondendoLe scrive: “pur nella consapevolezza che l’istanza nasce dalla comprensibile volontà e necessità di corrispondere alle legittime aspettative di un territorio che più di altri ha sofferto gli effetti di questa pandemia”, la Regione non può accogliere la richiesta avanzata”.
Ho apprezzato la sua diplomatica fermezza nell’affermare quello che ogni cittadino dotato di un semplice smartphone può accertare e cioè che sono MOLTE SETTIMANE che la nostra provincia mostra un andamento epidemiologico davvero ESEMPLARE. Siamo AMPIAMENTE nei limiti previsti dai provvedimenti ANTICOVID emessi dal governo centrale e TUTTAVIA, siamo stati relegati in zona rossa.
Lei è stata eletta per rappresentarci e per quanto io possa apprezzare la sua missiva alla Regione Le faccio rispettosamente notare che il nostro pressante bisogno di tornare alla normalità (potendo lavorare) non nasce, come dice BARUFFI, dal fatto che abbiamo sofferto più di altri, ma dal fatto che abbiamo dati epidemiologici davvero rincuoranti rispetto agli altri.
Non stiamo MENDICANDO un po’ di lavoro ma abbiamo il diritto di lavorare perché NON SIAMO da zona rossa. I dati lo dicono chiaramente.
Mi spingo fino al punto di farLe notare, che non ha senso stabilire delle zone rosse regolamentate da precisi riferimenti normativi che stabiliscono quanti debbano essere i NUOVI positivi ogni settimana se poi, quando questi limiti vengono AMPIAMENTE rispettati, si viene penalizzati nei nostri bisogni e diritti fondamentali.
Tutto ciò non è solo INSENSATO e INCOMPRENSIBILE ma va contro le stesse disposizioni di legge. Ma come SINDACO? Rispettiamo la legge e veniamo penalizzati? È come rispettare un limite di velocità e venire multati. Le sembra giusto?
Tuttavia la risposta di BARUFFI va OLTRE ciò che è umanamente comprensibile. Egli dice in sostanza (tradotto nella lingua del popolo): POSSIAMO SOLO CHIUDERE ma NON POSSIAMO RIAPRIRE!
Ma che razza di risposta? Perché allora nelle scorse settimane sono state messe in zona rossa alcune provincie e la nostra (giustamente) è stata lasciata in zona arancione?
È come, Sindaco, se io punissi i miei bambini per essere stati disubbidienti e poi dopo che per MOLTO TEMPO si comportano bene, alla loro richiesta di TOGLIERE LA PUNIZIONE, io rispondessi: mi dispiace… io posso solo punirvi ma non posso togliere la punizione.
Perché ci fanno questo?
Sindaco, Le chiedo: perché permette tutto questo?
Lei alla fine della sua missiva ha ringraziato Baruffi. E questo lo capisco…ok Lei deve esprimersi in modo istituzionale ma Le chiedo cosa potrò rispondere al fornitore a cui devo migliaia di euro in scadenza a causa dell’acquisto della collezione primaverile quando fra pochi giorni pretenderà il pagamento della merce che non posso vendere? Cosa devo rispondere ai miei dipendenti che sono a casa da due settimane e non hanno cassa integrazione? Non riceviamo nessun tipo di ristoro, lo sapeva questo?
E cosa possono fare i nostri tanti associati che ormai non riescono più a vivere dignitosamente? Non vi rendete conto che state tagliando il ramo su cui, come statali, siete seduti?
Questi provvedimenti incomprensibili stanno bruciando decine di miliardi di gettito fiscale.
Davvero, Sindaco, Lei desidera restare a guardare centinaia di attività fallire’?
Davvero pensa che possa portare nel cuore il peso di centinaia di famiglie che in modo insensato vengono lasciate sprofondare nella povertà?
Per cortesia SINDACO, ci AIUTI! Ritrovi lo slancio per farsi portatrice delle nostre richieste. Non possiamo altro che metterci in ginocchio e pregarVi di farci lavorare.
Noi amiamo le nostre imprese. Siamo gente operosa che lavora. Non abbiamo ne voglia e ne tempo di incatenarci per protesta o andare a farci spaccare la testa da dei celerini con proteste violente quanto inutili.
Non siamo sovversivi, non ci interessano i forconi.
Patrizia, noi vogliamo solo lavorare a norma di legge. La stessa che dice che NON SIAMO DA ZONA ROSSA.
Chiediamo un incontro con Lei perché ascolti il dramma dei nostri associati. Prima che sia troppo TARDI. Molti stanno chiudendo. Molti chiuderanno. Ci aiuti Patrizia. Troviamo un modo.
Ami Piacenza. È una città cui nome significa PIACEVOLEZZA. La renda tale. Faccia rispettare la legge per la quale NOI NON SIAMO DA ZONA ROSSA.
Alzi la voce. Voli alto. Noi la sosterremo. Insieme possiamo mostrare all’ITALIA che PIACENZA è già rinata…da molto tempo.
Un abbraccio. Adriano Anselmi”.

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